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Martedì, 30 Aprile 2024

VIDEO | Per la pace e contro tutte le discriminazioni, manifestazione in piazza Sacro Cuore

L'intervista a Benedetta La Penna del Collettivo Zona Fucsia: "Non esiste una lotta meno importante di un'altra e noi cerchiamo di combatterle tutte allo stesso modo"

Una maglietta con su scritto "La guerra non ci dà pace" (slogan dell'Unione donne in Italia) e, per terra, uno striscione che lancia un chiaro ammonimento: "Libertà e autodeterminazione contro violenza e discriminazione". Stamane in piazza Sacro Cuore si è tenuto il primo atto della rassegna "L8ttiamo insieme", che prevede una serie di incontri in vista della festa delle donne. Oggi, per la precisione, è andato in scena un sit in per aderire allo Sciopero Globale Transfemminista dell’8 marzo, organizzato dal Collettivo Zona Fucsia e da molte altre realtà associative, sindacali, politiche e partitiche del territorio.

" Mai come quest’anno per noi è fondamentale manifestare e mostrare la nostra indignazione sul mancato rispetto delle tematiche di genere a livello regionale, nazionale e globale. La violenza di genere, la pandemia, la guerra, il disastro ecologico, la povertà e la precarietà: viviamo in un mondo di crisi continue che non sono emergenze, ma segnali evidenti di un sistema che si sta sgretolando, che ci costringe a vite insostenibili e che vorrebbe chiuderci nell’isolamento e nell’impotenza", dichiarano gli organizzatori, capitanati dall'attivista Benedetta La Penna.

Tra le richieste: la difesa e il miglioramento della legge 194 per una sua piena applicazione, la fine di tutte le guerre e della "pratica patriarcale" che prevede la guerra come unica risoluzione dei conflitti e un maggior sostegno ai consultori come nodi territoriali di salute familiare e di quartiere. Ci si schiera inoltre contro l'obiezione di coscienza quando inficia il diritto di autodeterminazione delle donne, auspicando che il nostro paese guardi a nazioni come la Spagna, dove è stata appena approvata la Ley Trans, che garantisce l'autodeterminazione di genere dai 16 anni. Ci si augura anche che le amministrazioni locali non interferiscano con la libertà e l’autodeterminazione delle donne attraverso "delibere inaccettabili" quali le piantumazioni di alberi per i bambini mai nati o i "cimiteri dei feti".

Si sollecita poi il totale riconoscimento della differenza tra leadership femminile e leadership femminista, "perché c’è estremo bisogno di più donne ai posti di comando, ma le vogliamo transfemministe, dalla parte delle categorie più vulnerabili e delle minoranze". Alla mobilitazione odierna hanno partecipato, tra gli altri, Renato Di Nicola dell'associazione Jonathan, Nicola Palombaro dell'Anpi, il segretario regionale di Sinistra Italiana Daniele Licheri, il segretario regionale dei Radicali Riccardo Varveri e la segretaria cittadina di Articolo Uno, Maja Sprecacenere.

Il sit in ha chiesto altresì la fine del sostegno economico "alla cosiddetta guardia costiera libica", con la parità legale e reale degli stranieri residenti in Italia sul fronte lavorativo, abitativo e sociale, nonché la sostituzione dello ius sanguinis con il "più democratico" ius soli. E ancora: avere un'educazione sessuale e sentimentale a scuola, moltiplicare le cattedre di studi di genere nelle università, sostenere il diritto alla parità salariale e il riconoscimento della maternità nel calcolo pensionistico. Infine, l'appoggio alle donne iraniane e afghane "perché la loro lotta per riconquistare i diritti negati, la loro battaglia per la vita e la libertà è anche la nostra lotta".

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