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Martedì, 30 Aprile 2024

VIDEO | Incendio riserva dannunziana, Masci sulla perizia che lo “scagiona”: “Eravamo certi di aver agito bene, ma è stato pesante”

Il sindaco commenta l'esito della perizia richiesta dalla procura e racconta di due anni non facili, ma anche della sicurezza che né lui né il Comune avessero responsabilità. La priorità ora è la rinascita della pineta: "Andiamo avanti con determinazione"

“Vedere le denunce di persone che come al solito pensano di attaccare l'amministrazione facendo denunce contro di me e contro il Comune per negligenza è stato molto pesante. Ero tranquillo ed eravamo tranquilli perché sapevamo di aver fatto bene, però questa cosa pesa dal punto di vista familiare, dal punto di vista personale e dal punto di vista amministrativo. Dopo due anni e mezzo vedere certificato da una perizia che il Comune e il sindaco sono estranei da qualsiasi responsabilità è motivo di grande soddisfazione. Sapevo di aver fatto tutto quello che si poteva fare: andiamo avanti con determinazione come abbiamo sempre fatto”.

Con queste parole il sindaco Carlo Masci commenta la perizia tecnica che “scagiona” lui e il Comune per quanto avvenuto il primo agosto del 2021 e cioè quando un devastante incendio mandò letteralmente in fumo 35 ettari della riserva dannunziana. Fatto su cui è stata aperta un'inchiesta con un'informazione di garanzia arrivata anche a lui. Nello specifico, sottolinea, a sancire la non responsabilità è stata “la perizia tecnica richiesta dalla procura con l'incidente probatorio”. Un documento da cui è emerso, sottolinea Masci, “come né il sindaco né il Comune potevano essere responsabili dell'incendio della pineta e questo mi fa molto piacere perché sono passati due anni e mezzo da quel giorno in cui noi cittadini che amiamo questa città abbiamo pianti e siamo stati dentro l'incendio per cercare di fermare quella forza della natura drammatica che stava distruggendo parte della nostra pineta”.

Commentando la vicenda il primo cittadino torna a replicare anche a chi ha contestato i due anni di “immobilità” perché partisse la rinascita della riserva ricordando che quella decisione è stata presa dagli esperti che il Comune ha coinvolto nel progetto che sta ora prendendo forma con la rimozione delle piante ormai morte. “Gli esperti migliori d'Italia ci hanno detto che per due anni doveva rimanere in sonno perché le pigne dovevano completare il lavoro di inseminazione, una cosa che io ho imparato dagli esperti quando invece pensavo di poter pulire e rimettere subito le piante grandi. Questo non poteva essere fatto”. Le operazioni in corso consentiranno ora, sottolinea, anche di vedere quanti pini sono rinati. Piante che poi “andremo a integrare con altri pini che saranno dello stesso gene della nostra pineta, ma sempre seguendo le indicazioni degli esperti perché qui nessuno si permette di dare giudizi su cose che non conosce. Io di professione faccio l'avvocato - chiosa - so come si fa una causa e non so come si piantano gli alberi”.

“Stiamo seguendo un percorso che porterà a rinascita pineta nei tempi naturali perché la parte della pineta distrutta possa diventare un punto di riferimento ancora più forte. Forse – conclude Masci - ci vorrebbe meno acrimonia e più amore per la città. Noi ce la mettiamo tutta.. Sono contento di poter dire che tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto bene: forse dovrebbero dirlo quelli che ci contestano sempre”.

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