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VIDEO | Blasioli (Pd) sulla bonifica di Bussi: "Fondi insufficienti, se si farà la pagheranno gli abruzzesi"

Il consigliere regionale contro "i toni trionfalistici" del presidente della Regione sul contratto firmato tra ministero e Dec Deme: "Previste solo caratterizzazione e progetto esecutivo, ma se i fondi non saranno sufficienti dovrà metterli la Regione o non si procederà"

Un contratto “spezzatino” che non garantirebbe affatto la bonifica delle ex discariche 2A e 2B del Sin di Bussi cui si arriverà solo se i soldi che mancano, 10 milioni di euro, li metteranno gli abruzzesi. A denunciarlo è il consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli commentando la sottoscrizione del contratto da 46 milioni di euro tra il ministero dell'Ambiente e la Dec Deme nei giorni scorsi.

Ciò cui ora si provvederà, afferma, è “esclusivamente il piano di caratterizzazione da oltre 400mila euro che è da rifare dopo quello Solvay e il progetto esecutivo da 500mila euro. Poi si vedrà se si provvederà alla bonifica”, dato che, rimarca, nell'articolo 2 del contatto sottoscritto si legge che una volta espletati questi due passaggi se “l'intervento non dovesse avere ulteriore corso per motivate ragioni, il ministero corrisponderà all'impresa il compenso precedentemente pattuito per le indagini integrative oltre al corrispettivo dovuto per la progettazione esecutiva”.

Ai ritardi accumulati che avrebbero dovuto far partire tutto il primo ottobre 2022, prosegue quindi il consigliere regionale, si aggiungerebbe ora la totale incertezza che la bonifica alla fine si farà senza dimenticare, precisa, che le operazioni preliminari citate e cioè il progetto esecutivo e il piano di caratterizzazione, “nella migliore delle ipotesi richiederanno almeno un anno di tempo”.

Una “telenovela” così la definisce in cui alla fine se di ulteriori risorse ci sarà bisogno, e la sua certezza è che ce ne sarà, è che a pagarla quella bonifica saranno “gli abruzzesi che hanno bevuto l'acqua inquinata del campo pozzi di Castiglione a Casauria e quelli di Bussi che sopportano questo danno di immagine, cioè gli abruzzesi”. Un pagamento dovuto, incalza, “in virtù dell'accordo di programma sottoscritto nel 2017 in cui si dice che tutto ciò che serve sopra i 45 milioni di euro li dovrà mettere la Regione Abruzzo”. 

Blasioli ricorda anche che i circa 46 milioni di euro previsti dal contratto non sono stati messi nel cassetto dal centrodestra, ma sono il frutto “della legge 10 del 2011 a firma di Legnini, Marini ed altri”. Tuttavia i costi oggi sono ben più alti e per questo, ribadisce, è certo che i costi saranno più alti tanto è vero che prima di arrivare al contratto ci sono stati alcuni cambiamenti a cominciare dalla mutata compagine sociale del raggruppamento di imprese che si è aggiudicato l'appalto, con anche le voci di richiesta di aumento di circa 10 milioni di euro di Dec Deme che si sono rincorse per mesi, ricorda ancora il consigliere regionale e infine il parere Anac del 12 luglio 2023 “che a fronte delle richieste di aumento provenienti da Dec Deme ha ribadito che è possibile alterare la parità di trattamento e la trasparenza prima della sottoscrizione del contratto solo a determinate condizioni”.

Di qui quello che definisce il “contratto spezzatino” per cui ciò che si farà ora saranno solo caratterizzazione e progetto esecutivo con la bonifica che in sostanza non sarebbe prevista se i soldi non basteranno. Le “motivate ragioni” di cui parla l'articolo 2 che chiuderebbero la partita con i due atti preliminari, sarebbero dunque “quelle che abbiamo sempre detto: la somma stanziata oggi non è più sufficiente a coprire integralmente il costo della bonifica”.

Tra le cose che il presidente della Regione Marco Marsilio non direbbe agli abruzzesi, afferma ancora Blasioli, ci sarebbe il fatto che a fronte di due siti differenti cioè la discarica Tremonti e le due ex discariche 2A e 2, ma di un unico soggetto inquinatore e cioè Edison, “nel primo caso la bonifica sia in corso e sia giustamente a carico di quest'ultimo, mentre nel secondo si è scelto di procedere con un soggetto privato che agisce per mezzo di fondi pubblici stanziati, con tute le difficoltà e i ritardi che conosciamo. Se la Regione e Marsilio non avessero sostenuto il contenzioso che ha generato questa situazione paradossale, ma avessero difeso il diritto della nostra Regione a una bonifica certa e veloce, oggi anche su queste aree avremmo una bonifica già in corso e a carico di chi ha inquinato”.

“In questi giorni – conclude – si sta decidendo sui fondi della programmazione 2021-2027. Marislio ci dica quanto fondi ha messo a disposizione per la bonifica di Bussi? Questa sarebbe una notizia interessante per gli abruzzesi, ma questa notizia non è stata data”.

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