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Venerdì, 26 Aprile 2024

VIDEO | Centrosinistra critico sul progetto per l'ex Cofa: "La strategia di Masci è chiudere la città il venerdì e riaprirla il lunedì"

Bene il partenariato con l'università, ma il centro ricerche per i consiglieri comunali va fatto da un'altra parte dato che, denunciano, non prevederebbe grandi spazi pubblici diversamente da quanto annunciato e sottrarrebbe ai cittadini e allo sviluppo della portualità un'area importantissima

Per il centrosinistra la realizzazione del progetto elaborato in partenariato con l'università nell'ex Cofa è l'ennesimo progetto “sbagliato” dell'amministazione Masci che tra il palazzo della Regione nell'area di risulta, le restrizioni per gli esercenti di piazza Muzii e ora lo spazio dell'ex mercato ortofrutticolo “chiude la città il venerdì e la riapre il lunedì”.

Ancor più grave quest'ultima scelta per i consiglieri comunali del Partito democratico e della lista Sclocco sindaco, perché andrebbe a spegnere le ambizioni di sviluppo della città strettamente legate alla portualità dimostrando quindi che “non c'è alcuna strategia”. Non solo. Il progetto che include il centro ricerche marine non prevedrebbe alcun parco con gli spazi pubblici che sarebbero risicatissimi lasciando di fatto fuori i cittadini dalla fruibilità dell'area dell'ex Cofa.

Questo in sostanza quanto hanno sostenuto nel corso di una conferenza stampa il capogruppo del partito democratico Piero Giampietro e i consiglieri del partito Francesco Pagnanelli, Stefania Catalano e Marco Presutti e la consigliera comunale Marinella Sclocco. Sul partenariato niente da dire, sottolineano condividendo il progetto, ma non il luogo dove lo si vuole realizzare.

“Si replica la volontà già dimostrata per i palazzi della Regione che vengono collocati nell'area di risulta. Lo stesso criterio viene utilizzato per l'università collocata nell'ex Cofa – dichiara Pagnanelli -. Si tratta pertanto dell'esclusione dalla sua fruibilità dei cittadini e dei turisti. Ci saranno uffici che chiuderanno il sabato e la domenica posizionati tra l'altro in un ponte fondamentale della riviera pescarese perché siamo sotto il ponte del Mare e vicini al Porto turistico. Tutti quelli che si troveranno a passeggiare nella zona nei mesi caldi troveranno solo uffici chiusi”, ribadisce.

“Un anno fa Masci annunciò che ci sarebbe stato un grande parco con il centro ricerca aperto al pubblico – spiega quindi Giampietro -. In realtà ci siamo fatti dare le carte e abbiamo scoperto che il progetto prevede che il parco diventi un parcheggio con gli alberi ad ombreggiare la auto in sosta e gran parte dell'ex Cofa sarà occupato da 1.400 aule e dipartimenti dell'università. Temiamo che gli spazi aperti al pubblico saranno molto pochi e comunque un'area molto più piccola rispetto a quella annunciata. E piccolo è anche l'auditorium con solo 300 posti. Il partenariato è prestigioso – ribadisce -, ma l'area individuata è la peggiore che si potesse pensare. Si toglie alla città l'ultimo spazio aperto del lungomare”.

“Diventa la città delle ore d'ufficio – chiosa Presutti -. Manca una visione strategica. Qui sì che il piano nazionale di ripresa e resilienza avrebbe potuto giocare un ruolo importante. Parliamo dell'area di massimo pregio per la città: la portualità. Avremo delle palazzine soleggiate e uffici con una visa magnifica – incalza -, ma questo progetto sarà la condanna di un'area irripetibile, ma su questo e lo sviluppo strategico che dovrebbe avere non si interroga nessuno. In questo progetto non c'è nessuna valenza per la città”.

Sulla stessa scia Catalano che parla di consegna della città “non ai pescaresi, non a chi deve viverla a livello turistico, commerciale e culturale, ma all'università cui abbiamo già consegnato l'urban box di Piazza Salotto. Si sarebbe dovuto fare uno studio per capire quali vantaggi questo porterà alla città perché non ne porterà. Spiegassero quali sono gli obiettivi strategici che consentirà di perseguire”.

Che il progetto sia un bel progetto lo pensa anche Sclocco, ma come gli altri pensa anche che sia stato destinato al posto sbagliato. Una reale alternativa poteva essere quella di Villa del Fuoco sulla scia di quanto fatto a ottobre 2022 dall'unviersità Federico II di Napoli a Scampia dove ha aperto dei dipartimenti “che stanno cambiando il volto di quel quartiere che conosciamo tutti per ragioni legate al suo degrado. Nell'ex Cofa andava pensato qualcosa di diverso e di attrattivo sulla scia – conclude – si quanto si sta facendo a Roma con i musei per i bambini che attraggono persone da tutto il Paese”.

Per i consiglieri comunali del centrosinistra l'ennesimo errore dunque e l'ennesima scelta fatta senza alcuna condivisione con la città. “Le decisioni – conclude Pagnanelli – sono state prese nel peggiore dei modi e cioè nel classico modo arrogante e prepotente del centrodestra che ha deciso senza ascoltare nessuno. Non dico le opposizioni, ma almeno le associazioni dei cittadini e i loro rappresentanti che potevano partecipare alla stesura di un progetto condiviso e partecipato”.

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