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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Dal consiglio comunale la totale condanna alle atrocità che dilaniano l'Iran: ora una fiaccolata

Voto unanime dell'aula all'ordine del giorno: una lettera sarà inviata all'ambasciatore iraniano in Italia e dai rappresentati del popolo martoriato presenti arriva la richiesta di una manifestazione per dire "basta" all'orrore e sì alla libertà

Un voto unanime di condanna quello che arriva dal consiglio comunale di Pescara per quanto sta avvenendo in Iran. Una repressione sanguinaria quella messa in atto dal regime che ad oggi, secondo i dati diffusi dall'Ong dell'Ira, l'Iran human rights con sede ad Oslo, si conta in 700 morti, tra cui 60 bambini e 19mila arresti.

Una vera tragedia quella che si sta consumando e cui va il sostegno totale dell'istituzione pescarese che ieri ha votato compatta, con 25 voti su 25, l'ordine del giorno che prevede la trasmissione a Mohammad Reza Sabouri, ambasciatore della Repubblica islamica dell’Iran in Italia, di una missiva firmata dal presidente dell’assise Marcello Antonelli e del sindaco Carlo Masci, contenente un appello rivolto al regime degli ayatollah a porre fine a ogni forma di repressione violenta dei principi di libertà e democrazia, soprattutto se commessa sulle donne.

Proprio le donne stanno pagando più di ogni altro con il sangue quanto sta avvenendo. Un tema affrontato in aula da Shaded Sholeh, rappresentante con Mania Mehrabi e Bahram Tirandepey della comunità iraniana a Pescara. Sholeh che è componente dell'associazione Donne democratiche dell'Iran con sede a Roma, ha chiesto l'organizzazione di una fiaccolata in città per sostenere i diritti del suo popolo dopo che in aula è stato proiettato un video drammatico sugli scontri che ogni giorni si registrano in tutto il Paese. “Come dopo 43 anni di leggi disumane e misogine contenute nella costituzione iraniana, la scintilla si è sprigionata e difficilmente si fermerà nonostante gli abusi sulle donne, l’uso delle armi contro la popolazione inerme, il ricorso alle pene capitali e le impiccagioni in piazza. Questa volta credo che il mondo si sia accorto della tragedia iraniana. Le donne sono in prima linea e trascinano nella rivoluzione i loro uomini. Io ringrazio Pescara per la vicinanza”, ha detto lanciando in qualche modo anche un messaggio di speranza: la speranza che la violenza si trasformi in vittoria per chi oggi reclama diritti che qui nascono con noi.

Mehrabi, in rappresentanza degli iraniani di Pescara, ha sottolineato “come siano 109 le persone che rischiano la vita e come la reazione del regime dimostra che lo stesso sia in difficoltà. Una cosa è certa, la gente del mio paese non si fermerà, perché ormai è troppo forte il desiderio di cambiamento. La protesta assume al contrario vigore giorno dopo giorno. Per questo ringrazio tutto il Consiglio comunale e il sindaco e chiedo che si uniscano alla comunità internazionale per esprimere la loro solidarietà al popolo iraniano e adottino tutte le iniziative e le modalità di cui dispongono per protestare contro la violenta repressione in atto. Gli iraniani devono scegliere liberamente e democraticamente il loro futuro. Chiedo quindi al consiglio comunale di Pescara di unirsi alla comunità tutta nella richiesta al governo italiano di condannare ufficialmente le violenze in atto sulla popolazione iraniana e di sostenere il diritto alla libertà e alla democrazia. Questo non con un’iniziativa episodica – ha aggiunto sostenendo la protesta di Sholeh -, ma facendosi promotore di una manifestazione aperta e partecipata dinanzi alla Prefettura di Pescara per la fine delle violenze e per consegnare al Prefetto un documento per una maggiore pressione diplomatica sul governo degli ayatollah”. Tirbandpey, imprenditore da parecchi anni a Pescara, si è detto “sicuro che le cose in Iran cambieranno. Finora non ho mai visto questa possibilità ma ora ho iniziato a crederci. Sono col cuore vicino ai miei connazionali, spero davvero che la comunità internazionale aiuti l’Iran”.

Ad aprire la giornata è stato Antonelli che ha ringraziato l’assemblea, l’ufficio di presidenza e i capigruppo di maggioranza e opposizione per aver voluto sostenere questa iniziava di sostegno al popolo iraniano “perché è nostro compito certamente occuparci dei problemi della città di Pescara ma credo sia nostro compito anche quello di tenere aperti i nostri occhi sul mondo e in questo caso soprattutto rispetto a vicende come quella iraniana che toccano il nostro animo e il nostro cuore. Per questo – ha detto - abbiamo chiamato a raccolta gli amici della numerosa comunità iraniana che vive a Pescara. Li ringrazio di cuore per la loro presenza che è molto significativa”.

Il sindaco Carlo Masci nel suo breve intervento ha detto che “La vicinanza della comunità pescarese al popolo iraniano è totale – ha quindi aggiunto il sindaco Masci -. Dopo ciò che abbiamo ascoltato qui oggi c’è davvero poco da aggiungere. Sono parole che interpretano un sentimento diffuso di vicinanza e di solidarietà che è di noi tutti e che certo non può accettare di assistere senza far nulla a questa violenza indicibile. Le immagini di quella gru con quei corpi dei ragazzi impiccati colpiscono il cuore; partecipiamo tutti a questo dramma insieme ai tanti iraniani che vivono qui a Pescara e con i quali si è creato nel tempo un rapporto solido. Pescara è vicina all’Iran e siamo a disposizione per qualsiasi intervento si possa fare per sostenere la libertà dell’Iran”.

Ad intervenire anche la vicepresidente del Consiglio Stefania Catalano che ha rimarcato “la vicinanza del Consiglio comunale di Pescara all’Iran. Auspico anche un coinvolgimento delle scuole, proprio perché bisogna divulgare, a cominciare dai ragazzi, quei valori di libertà e democrazia per i quali gli iraniani stanno combattendo. Vi esprimo quindi la nostra solidarietà e la nostra disponibilità”.

In aula e davanti all'emiciclo è stato posto uno striscione con la scritta “Pescara con il popolo iraniano”. Striscione che resterà affisso sul terrazzino delle bandiere del Comune proprio a voler sensibilizzare i pescaresi affinché si condanni quanto sta accadendo “perché – ha concludo il presidente del consiglio comunale - non è tollerabile l’azione sanguinaria e dispotica del regime iraniano che tiene in ostaggio il suo stesso popolo”.

Il testo della lettera inviata all'ambasciatore della Repubblica islamica dell'Iran in Italia  Mohammad Reza Sabouri:

Eccellenza,

la situazione in Iran è davanti ai nostri occhi e nei nostri cuori di italiani e di pescaresi, che ogni giorno coltivano l’idea della libertà senza barriere geografiche, mentali e culturali.

La nostra città, tradizionalmente aperta e accogliente, non è indifferente alle immagini e alle notizie che arrivano dal Suo Paese, storicamente uno dei fari della civiltà universale.

Ciò che vediamo e ciò che apprendiamo è però in disarmonia con le grandi conquiste etiche, democratiche, egualitarie e umanitarie divenute patrimonio comune a seguito di un lungo e accidentato percorso, che rende inaccettabili la repressione violenta di ogni forma di dissenso e di protesta civile, contro il principio insopprimibile della libertà di espressione dei cittadini, arrivando a negare persino il rispetto dei cardini del diritto civile, penale e processuale.

Non possiamo non far ascoltare la nostra voce per ciò che è accaduto e continua ad accadere lontano da noi solo geograficamente, proprio per quel senso di fraternità che pervade il nostro animo e in ossequio a quei principì di pace e tolleranza propri delle grandi religioni monoteiste.

La città di Pescara, attraverso l’espressione unanime del suo Consiglio comunale che rappresenta tutti i cittadini di qualsiasi credo politico, di qualsiasi colore e di qualsiasi religione, fa pertanto voti che le autorità dell’Iran sappiano al più presto recuperare la luce della ragione e della spiritualità, cessando ogni comportamento violento e repressivo contro le donne e contro chi manifesta, e che non venga più sparso sangue innocente né in nome di Dio né nel nome di uno Stato, per l’affermazione del più alto valore della libertà.

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