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Lunedì, 29 Aprile 2024
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La Lega vota contro la mozione per la legge 194 e le opposizioni chiedono le dimissioni della presidente della commissione Pari Opportunità

La mozione presentata dal Pd e dal centrosinistra riguardava il potenziamento dei servizi territoriali di supporto all’applicazione della legge 194 a 45 anni dalla sua entrata in vigore

Il centrosinistra di Pescara chiede le dimissioni della presidente della commissione Pari Opportunità, Maria Luigia Montopolino, dopo il voto contrario alla mozione riguardante la legge 194.
A presentare la mozione in consiglio comunale sono stati il Pd e il centrosinistra.

«Il centrodestra si spacca sulla mozione presentata dal Pd e dal centrosinistra», accusano dall'opposizione, «si di Forza Italia, astensione di Fratelli d’Italia e Pescara Futura, no della Lega. A favore invece tutti i gruppi di minoranza».

«Siamo esterrefatti dal voto di chi esprime dubbi su questa legge, e in particolare dall’atteggiamento della consigliera leghista Maria Luigia Montopolino, presente in aula ma strategicamente assente al momento del voto sulla nostra mozione», affermano le consigliere comunali Stefania Catalano e Marinella Sclocco, che assieme agli altri consiglieri di Pd e civiche di centrosinistra hanno scritto la mozione accogliendo anche alcune proposte arrivate dalle consigliere di maggioranza, «riteniamo che manifestare dubbi sulla legge 194 sia incompatibile con il ruolo di presidente della commissione Pari Opportunità del Comune. La legge 194 è ancora largamente inapplicata e il progressivo impoverimento della rete dei consultori ne mina le fondamenta: ecco perché abbiamo chiesto che il Comune si faccia promotore di un loro rafforzamento. Pensiamo al disagio che vivono le ragazze, specialmente quelle che non frequentano le scuole e dunque sono prive anche dei troppo deboli servizi di supporto presenti al loro interno. È impensabile non condividere questa esigenza nel 2023 e ricoprire il ruolo di presidente della commissione Pari Opportunità. Oggi è avvenuto un fatto molto grave e deve dimettersi da questo ruolo così da essere libera di esercitare il suo mandato di consigliera nel furore ideologico di retroguardia che ha dimostrato oggi».

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