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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Sui rincari delle mense scolastiche è ancora scontro tra maggioranza, opposizione, associazioni e genitori

È stato un lungo consiglio straordinario quello di mercoledì 29 novembre che soluzioni non ne ha portato se non la richiesta di attesa da parte del sindaco per capire se, in sede di bilancio, nuove agevolazioni sono possibili: per chi lamenta il fatto che molte famiglie non potranno più permettersela però il tempo è scaduto

Il sindaco chiede pazienza per sapere dove sarà il “punto di caduta”, ma per le opposizioni quel punto di caduta andava trovato prima. Le certezze sulla polemica relativa ai rincari delle mense scolastiche che scatteranno dall'8 gennaio al termine del consiglio comunale straordinario sembrano due: che se nuove rimodulazioni ci saranno lo si saprà solo in sede di approvazione di bilancio la cui discussione inizierà l'11 dicembre e che sulla cancellazione del contributo che farà di quella di Pescara una delle mense più care come rimarcato più volte in particolare dal capogruppo Pd Piero Giampietro, lo scontro continua e continuerà. Resta la totale insoddisfazione espressa da genitori e dalle opposizioni sull'introduzione di quella fascia di reddito fino a 22mila euro che, sono tornati a dire, nulla cambierà per le famiglie che la mensa per i propri figli non potrebbero non più permettersela.

Una seduta di oltre due ore quella di mercoledì 29 novembre chiusasi con la bocciatura dell'ordine del giorno presentato dalla minoranza. Ordine del giorno con cui chiedeva proprio il reintegro del contributo alle famiglie della fascia più alta e motivata, hanno sostenuto i consiglieri comunali di maggioranza Maria Luigia Montopoino e Alessio Di Pasquale criticati poi dalle opposizioni, proprio dal fatto che la partita in vista del bilancio è ancora aperta.

Le associazioni dei consumatori: "I conti non tornano"

Lo scontro più aspro in aula è stato quello tra il sindaco Carlo Masci e il consigliere comunale Marco Presutti (Pd), ma tutti hanno detto la loro: la maggioranza, la minoranza, i genitori e le associazioni dei consumatori con l'intervento dell'Adoc, Adiconsum e della Federconsumatori con quest'ultima che ha parlato di un ragionamento totalmente sbagliato perché fatto al contrario con il risultato che oggi “i conti non tornano”. A dirlo è stato il presidente Federconsumatori Abruzzo Francesco Trivelli riferendo di dati non avuti dal Comune, che calcolerebbero nel 60 le famiglie che dovranno sostenere il costo maggiore per le mense, nel 27 per cento quelle totalmente esentate e in un'indefinita fascia intermedia a fronte, pare, di soli 30-40 Isee presentati. “C'è qualcosa che non funziona”, ha rimarcato.

Tutto sbagliato anche per la presidente dell'Adoc Abruzzo Monica Di Cola che non solo ha lamentato come le tariffe siano altissime a fronte di un servizio fondamentale per la formazione dell'individuo, ma anche l'uso fatto dei fondi pnrr che si sarebbero dovuti spendere, ha detto, per realizzare mense scolastiche in house e dare posti di lavoro invece che continuare a fare appalti milionari.

Dai timori dei genitori al perché dell'eliminazione del contributo

Dalla mensa come pienamente aderente al principio di diritto allo studio, fino all'esigenza di garantirla a tutti per evitare che soprattutto le mamme, è tornata a dire la rappresentante dei genitori Roberto Aquilani, debbano lasciare il lavoro o passare al part time negando ai figli il tempo pieno, e fino al ruolo anche nutrizionale del servizio stesso soprattutto per quei bambini che vengono dalle famiglie meno abbienti e l'esclusione da qualsiasi agevolazione in non residenti come da regolamento, sul tavolo è finito davvero tutto.

Persino le vicende passate che hanno visto bambini intossicati, ha rilevato in particolare il sindaco, quando alla guida di Palazzo di Città c'era il centrosinistra per sostenere il perché di una scelta sempre più bio. Vicenda passate tirate fuori divenute però anche un boomerang per il primo cittadino là dove dai banchi d'opposizione, in particolare dallo scranno del consigliere Carlo Costantini (Azione) si è parlato di un atteggiamento con cui si cercano giustificazioni in ciò che è stato per non parlare di ciò che si è fatto e si sta facendo. Una scarsa convinzione sulle proprie scelte per l'esponente di Azione e un modo, per tutti gli altri, per non affrontare il vero tema: la cancellazione del contributo e un “punto di caduta”, ha aggiunto, che non si sa quando ci sarà e cosa porterà. Per lui solo un ulteriore elemento di stress per le famiglie, ancor più per quelle con più di un figlio, che non sapranno praticamente fino a fine anno se la mensa potranno pagarla o meno, se potranno farlo per tutti i figli e se dovranno invece prendere decisioni diverse per far quadrare il bilancio familiare rinunciando magari proprio al lavoro. Una cosa quest'ultima riferita soprattutto alla mamme che, ha detto, lo fa "rabbrividire" solo al pensiero.

Lo scontro in aula

Queste, in sintesi, le posizioni espresse dalle opposizioni cui hanno replicato proprio il sindaco e l'assessore comunale alla Pubblica istruzione Gianni Santilli.

Quest'ultimo ha ribadito anche lui che in fase di bilancio novità potrebbero esserci rimarcando anche di aver stanziato 250mila euro in più proprio per creare la nova fascia di reddito fino a 22mila euro cui andranno le agevolazioni e che sui non residenti un sostegno ai comuni limitrofi lo ha chiesto e cioè a Spoltore, Montesilvano e Francavilla al Mare. Eccetto il sindaco di quest'ultima realtà però, che ha chiesto i nominativi e invitato eventualmente in genitori a iscrivere nelle sue di scuole i figli, le risposte arrivate e non arrivate dagli altri due sindaci hanno fatto chiaramente capire che sostegni non ne possono dare e che dunque se il problema c'è è nel regolamento ha chiosato Santilli chiedendo a chi lo ha preceduto perché non lo ha cambiato quando ha potuto.

Un regolamento che in reaktà, ha rimarcato il sindaco Masci, all'amministrazione sta bene così perché loro ai cittadini di Pescara rispondono e non ci sarebbe ragione di immaginare che siano i cittadini di Pescara a dover pagare le mense per i figli di chi vive in altre città. Cosa che così deve in sostanza essere, ha detto replicando anche a chi aveva tirato in ballo la Nuova Pescara, fino a quando di realtà non ce ne sarà solo una grazie alla fusione prevista per il 2027. Se oggi ci sono i rincari insomma è perché i conti devono quadrare e questo è il compito di un'amministrazione, ha detto ancora Masci sottolineando che l'anno prossimo si uscirà dal piano di rientro per il predissesto e che, con il nuovo bando, il Comune pagherà comunque 4milioni di euro l'anno per garantire un servizio mensa di qualità.

L'occasione anche per rispondere alla capogruppo Erika Alessandrini (M5s) che ha chiesto come mai si riescano a togliere fondi da altri capitoli per fare alcuni interventi, ma questo non si è fatto per le mense. Concetto ribadito anche da Marinella Sclocco (Sclocco sindaco) che ha citato, come esempi, i 310mila euro spesi per la fontana luminosa e i 500mila stanziati per i grandi eventi. “Ci piacerebbe poter dire che li prendiamo da altre attività, ma non lo possiamo fare e stiamo cercando di arrivare faticosamente ad un punto di equilibrio. Quello che possiamo dire è che noi ai bambini di Pescara garantiremo una delle mense migliori d'Italia perché al 90 per cento biologica”. Cosa che è sembrata particolarmente importante dato che, ha detto ancora, “negli anni passati ci sono state intossicazioni”.

Parole che hanno portato al botta e risposta con Presutti che ha ricordato come un eventuale fornitura sbagliata non sia ponderabile comunque e che per quella vicenda il Comune si costituì parte civile. Uno “scandalo incomprensibile” per lui quello cui si sta assistendo dovuto in parte dalla “becera ideologia della destra più aggressiva che ritiene semplicemente che si debba tagliare la spesa sociale” e in parte “dall'ignoranza in merito al fatto che la mensa è una questione educativa”.

Se per Francesco Pagananelli (Pd) l'ennesimo consiglio straordinario dopo il canile e il verde che pure sarà oggetto di una nuova manifestazione il 2 dicembre, è non sol una novità ma anche la dimostrazione del fallimento della giunta attuale, per Claudio Croce (Forza Italia) rappresenta esattamente il contrario e cioè la capacità di ascolto dell'attuale maggioranza.

Insomma il consiglio straordinario non ha dato nessuna risposta concreta al problema, o almeno nessuna risposta alle nuove rimostranze avanzate dai genitori su quella fascia di reddito da 22mila euro comunque troppo bassa per sostenere i costi delle mense che ci saranno nel 2024. L'unica è stata la richiesta di attesa in vista del bilancio che lascia comunque ad oggi le cose come stanno e con gli aumenti previsti giudicati inevitabili per più di una ragione da chi governa e insensati per chi li critica.

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