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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Più imprese e più lavoro in Abruzzo, ma ancora tanto precariato: la fotografia scattata dall'Inps

Il rendiconto sociale dell'Istituto di previdenza parla di ripresa sul territorio regionale, sia per numero di imprese (1.500 quelle aperte nel 2022) che di occupazione, ma i contratti restano precari

Più aziende, più lavoro, ma il precariato visti i contratti a tempo determinato, resta un problema. A scattare la fotografia di come vanno le cose in Abruzzo è il Rendiconto sociale Inps Abruzzo 2022 riportato dall'agenzia Ansa presentato dal direttore generale Vincenzo Caridi e dal direttore regionale Luciano Busacca.

Importanti segnali di ripresa economica, fa sapere l'Istituto, si sono registrati anche in sede di entrate contributive dopo le restrizioni covid e la crisi generale con il 2022 che ha consolidato la ripresa registrata già nel 2021.

Nello specifico il documento Inps riferisce di un aumento del flusso contributivo del 7,35 per cento nel 2022 nel settore privato; se si aggiungono i flussi contributivi del settore pubblico, l'aumento si attesta al 6,78 per cento. Anche il tessuto delle aziende con dipendenti in Abruzzo è aumentato, in termini numerici, di circa 1.500 imprese, mostrando nel 2022 (35.290) una leggera variazione incrementale rispetto all'anno 2021 (33.938). Si registra pure, nell'ambito delle aziende con dipendenti, un maggior numero medio di addetti pari a 290mila nel 2022 contro i 248mila del 2021.

Sul fronte dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori diretti e piccoli imprenditori agricoli) si rileva la crescita del numero dei commercianti, in controtendenza con la loro continua diminuzione degli anni passati. Per le altre categorie di lavoratori autonomi, si nota una limitata diminuzione nel numero degli stessi, tuttavia meno accentuata rispetto agli anni precedenti, ma si registra nel contempo, per tutte le categorie di lavoratori autonomi, un flusso contributivo in forte aumento: ciò denota un consolidamento in termini economici di queste categorie di lavoratori autonomi.

L'87,5 per cento delle aziende con dipendenti è costituito, come già noto, da micro-imprese con un numero di addetti da 1 a 9; sono 479 (1,5 per cento) le aziende con più di 50 addetti, mentre le grandi imprese con più di 250 dipendenti sono solo 74 (0,2 per cento).

"Crescono le aziende e cresce l'occupazione, ma rimane la pagina nera del precariato. Molti contratti – commenta Busacca – sono a tempo determinato”.

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