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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Nel giorno del santo patrono la pesca si ferma, Padovano (Fipe-Confcommercio): "La norma va abolita"

Il presidente dell'associazione di categoria chiede ai neo parlamentari di portare a Roma l'istanza perché venga corretto il decreto legge che lo prevede: "In un periodo così duro non si può chiedere di lavorare due giorni in una settimana"

Domani si insedierà il nuovo parlamento e il presidente della Fipe-Confcommercio Pescara presenta già la prima richiesta ai nuovi parlamentari abruzzesi e cioè di correggere il decreto legislativo che prevede il fermo pesca nel giorno del Santo patrono che per Pescara significa lo stop sia nel giorno di Sant'Andrea che in quello in cui cade San Cetteo

. Un decreto legge “che viene richiamato nell’ambito del ministero delle risorse agricole e della pesca” sottolinea Padovano e di cui lui stesso è venuto a conoscenza “questa mattina parlando con i pescatori e con i titolari di alcune pescherie. Un provvedimento che credevamo riguardasse le imprese pubbliche e gli uffici pubblici ma non le imprese private”.

“Ho approfondito così questa situazione particolare con alcuni esponenti della marineria pescarese che hanno lamentato come questa giornata di stop forzato in un momento particolare lascia interdetti perché giova ricordare che il lunedì nel primo giorno della settimana le marinerie di Abruzzo e Molise portano il prodotto ittico ai mercati generali di Roma e del centro Italia, potendo così valorizzare il nostro prodotto anche fuori regione. Per cui questo stop del giorno della festa del Santo patrono credo sia una anomalia tutta italiana che deve essere corretta”, aggiunge annunciando che avviserà l'ufficio legale della Fipe-Confocmmercio “affinché si possa andare a sanare sin da subito questa situazione e abrogare nel decreto legge questo passaggio. Chiaramente la festività del Santo patrono come giusto che sia deve essere onorata e festeggiata, e lo dico da cattolico, ma questo non deve impedire a me impresa privata di lavorare come è accaduto ieri nel primo giorno della settimana con tutte le conseguenze che seguono. Mi rivolgo ai nostri parlamentari che oggi sono a conoscenza di questa norma, affinché si possa lavorare sin da subito per poter mettersi a tavolino per sanare questa anomalia: il governo dovrà lavorare per correggere e modificare questo dl affinché dal prossimo anno si possa poter lavorare in ambito della pesca, anche nel giorno della ricorrenza del Santo patrono”.

“Detto questo – prosegue Padovano - ribadisco che perdere il lunedì di lavoro e una giornata di lavoro, visto che vanno in mare tre giorni alla settimana, significa lavorare solo due giorni e poi però dover pagare utenze e dipendenti per una settimana lavorativa. Siamo in confusione totale in un periodo durissimo che vede una congiuntura economica che vede il caro bollette, il caro carburante, il caro di tutto e che si fa? C’è il giorno della festa del Santo patrono e si stabilisce che le barche devono restare in porto. E allora così non va anche perché di fronte ad un decreto legge, come spiegava anche il comandante della guardia costiera Luigi Notaro, non si può far altro che prenderne atto e far rispettare la legge. La capitaneria deve far rispettare la legge come giusto che sia, ma auspichiamo che dalla prossima ricorrenza si possa tornare a lavorare. Norme come questa – conclude -, devono essere abrogate e subito perché poi non si venga a dire perché chiudono attività e si perdono posto di lavoro se il legislatore impedisce di andare a lavorare”.

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