Il 51,6% dei lavoratori abruzzesi si aspetta un aumento di stipendio quest’anno
Tuttavia emerge anche che nel corso del 2022 il 41,9% dei lavoratori abruzzesi ha ricevuto un aumento di salario, con incrementi medi pari al 5%
Per far fronte al caro vita, oltre la metà dei lavoratori abruzzesi (5,16%) si aspetta un aumento di stipendio quest’anno: lo ha reso noto l’ultimo report People at Work dell'Adp® Research Institute. L’incremento desiderato e richiesto è pari al 5,9%.
Tuttavia emerge anche che nel corso del 2022 il 41,9% dei lavoratori abruzzesi ha ricevuto un aumento di salario, con incrementi medi pari al 5%.
Ciononostante, si richiedono nuovi aumenti, che trovano giustificazione nei dati Istat, secondo cui nel 2022 i prezzi al consumo sono cresciuti nel Centro Italia del 7,9%, implicando quindi una riduzione dei salari reali.
Stando ai dati, il 35,5% dei lavoratori abruzzesi pensa di essere sottopagato e che il 38,7% sostiene che le aziende non hanno adottato nessuna iniziativa a sostegno dei dipendenti, per consentirgli di affrontare il complesso periodo economico.
Il report, condotto su oltre 32.000 lavoratori in 17 Paesi, circa 2000 in Italia, analizza la percezione che i dipendenti hanno dell'attuale mondo del lavoro e di ciò che si aspettano e sperano di ottenere dal proprio datore di lavoro in futuro.
Marcela Uribe, general manager Asp Southern Europe, commenta: “Il riconoscimento di un aumento salariale è un tema di estrema rilevanza. Qualsiasi somma sia stata concessa ai lavoratori in passato, è improbabile che freni le nuove richieste di un aumento. Con l'impennata del costo della vita, i lavoratori delle fasce di reddito medio-basse hanno riscontrato una forte riduzione del loro reddito disponibile, e anche alcuni lavoratori con redditi più elevati ne risentono. La spesa per i beni di prima necessità, e non solo per i beni di lusso, è stata fortemente compressa a causa dell'impennata delle bollette energetiche, dell'aumento degli affitti, dell'incremento dei tassi di interesse e dell'aumento delle spese alimentari. Anche se l'inflazione ha raggiunto il suo picco, sembra che ci vorrà del tempo per tornare a livelli più sostenibili”.
Lo studio riporta anche che il 61,3% dei lavoratori abruzzesi afferma che la retribuzione è il fattore più importante in ambito lavorativo, seguito dall’avere piacere a lavorare nella propria azienda (41,9%) e dalla stabilità (35,5%).
Un dato che potrebbe essere correlato sia al tasso di insoddisfazione (51,6%) concernente il salario ricevuto, sia al percepito sull’adeguatezza del proprio stipendio rispetto al lavoro svolto: il 35,5% degli abruzzesi pensa di essere pagato meno di quanto meriterebbe.
“I datori di lavoro hanno il difficile compito di soppesare le richieste di aumento di stipendio con le sfide poste dall'aumento dei costi e dal restringimento dei margini di profitto. I lavoratori sono fiduciosi di ottenere un aumento di stipendio dalla loro attuale azienda, ma in caso contrario è forte la sensazione di potersi assicurare un aumento cambiando lavoro. Le implicazioni per l'acquisizione e la fidelizzazione dei talenti sono enormi. Come dimostra la recente ondata di scioperi in molti Paesi e in diversi settori industriali, molti lavoratori ritengono che non si stia facendo abbastanza e sono disposti ad adottare misure sempre più drastiche, organizzando scioperi per far valere le proprie ragioni e raggiungere un accordo adeguato. I datori di lavoro che non sono in grado di concedere aumenti di stipendio adeguati devono pensare in modo creativo a come soddisfare il personale in altri modi, ad esempio offrendo maggiore flessibilità o altri vantaggi” conclude Uribe.