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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Respira l'export abruzzese: crescita dell'8,7 per cento tra gennaio e marzo, ma l'automotive preoccupa

A trainare, spiega l'economista Aldo Ronci che ha condotto l'indagine per la Cna, sono gli altri settori. Il direttore Di Costanzo: "La Regione preveda misure di sostegno con la nuova programmazione"

Un sospiro di sollievo per l'export abruzzese sebbene le nubi non si possa dire siano state spazzate via. Certo è che nel primo trimestre 2023 la crescita è stata dell'8,7 per cento. Meno della media nazionale che è del 9,8, ma che rappresenta comunque una buona ripresa.

A fare il punto sui dati Istat e Coeweb è l'economista Aldo Ronci per la Cna. “A imprimere la spinta sono state soprattutto le performance dei prodotti diversi dai mezzi di trasporto – spiega -: ebbene, questo raggruppamento cresce del 20,8 per cento,, ovvero in misura doppia rispetto al valore italiano che si ferma a un incremento del 10,4 per cento. Importante, in questo senso, è in particolare il contributo fornito dagli articoli farmaceutici (+62,1 per cento), dai prodotti alimentari (+25,7 per cento), dagli articoli in gomma e plastica (+22,5 per cento) e dal tessile-abbigliamento (+17,8 per cento)”.

Il buon risultato del periodo compreso tra gennaio e marzo di quest’anno si può apprezzare ancor meglio se si osservano i valori assoluti. Nel primo trimestre del 2022 l’export abruzzese ammontava a 2milioni 243 mila euro mentre nel 2023 è salito a 2mila 440, registrando così un incremento di 196 milioni di euro.

“Se proprio un punto di debolezza lo si vuole trovare in questo dato positivo – commenta il direttore regionale della Cna Graziano Di Costanzo - questo aspetto riguarda il valore pro-capite dell’export dei prodotti diversi dai mezzi di trasporto. I 44mila 417 euro mediamente fatturati dalle imprese regionali sono appena un terzo della media nazionale, pari a 123mila 482 euro: segno evidente che esiste ancora un forte divario da colmare”.

A preoccupare continua ad essere quello che fino ad oggi era considerata la “punta di diamante” dell'export abruzzese ovvero l'automotive. Si conferma infatti la tendenza negativa dei mesi precedenti anche in questo scorcio del 2023 con un dato negativo del 9,8 per cento. Questo, rileva Ronci, a fronte invece di un buon stato di salute del comparto a livello nazionale (+4,8 per cento).

Che sia questo settore a rappresentare al momento il dato più problematico, lo dice anche un altro dato, seppure indiretto: la provincia di Chieti, sede dei maggiori insediamenti produttivi legati al mondo del motori, flette in modo significativo (-2,3 per cento). Un saldo negativo che non si registra invece nelle altre province dove i settori trainanti si confermano tali: così è per la provincia de L’Aquila (30,1 per cento grazie soprattutto al comparto Farmaceutico); per quella di Teramo (22,9 per cento grazie ai buoni risultati del tessile-abbigliamento) e per quella di Pescara (25,6 per cento anche in questo caso grazie al Farmaceutico).

“Nonostante una piccola differenza negativa con la media Italia – prosegue Di Costanzo - l'Abruzzo realizza comunque una performance positiva, perché finalmente cominciamo a intravedere una regione maggiormente in linea con gli altri territori: perché, se anche l'automotive segna un arretramento, gli altri comparti crescono molto di più della media nazionale”.

“I dati - sottolinea - ci portano a fare una riflessione in cui chiamare in causa la Regione: nella prossima programmazione 2021-2027 potrebbe essere il caso di rispolverare qualche buona pratica del passato, come finanziare le reti e le filiere d'impresa votate all'esportazione. Una misura che potrebbe far aumentare significativamente non solo la quota di esportazioni 'pro capite' ma anche aiutare le nostre micro e piccole imprese ad affrontare collettivamente e con maggior probabilità di successo i mercati esteri”.

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