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Cronaca Pianella

Sequestrati a Pianella uno scarico industriale di rifiuti liquidi e un serbatoio pieno di fanghi [FOTO]

I sigilli sono stati posti dai carabinieri del Nipaaf, denunciato anche un imprenditore

Uno scarico industriale e un serbatoio pieno di fanghi sono stati posti sotto sequestro a Pianella dai carabinieri forestali del Nipaaf.
I militari dell'Arma hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo disposto dal Gip (giudice per le indagini preliminari di Pescara).

Sono stati così posti i sigilli a un pozzetto di derivazione delle acque reflue industriali e a un serbatoio di fanghi di depurazione, contenente 8 metri cubi di rifiuti più o meno liquidi, in località Fontanoli di Pianella.

Denunciato un imprenditore del posto per scarico abusivo in pubblica fognatura.

A coordinare l’indagine i pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Pescara, Fabiana Rapino e Luca Sciarretta. Il tutto è scaturito da un controllo effettuato lo scorso aprile dal personale dell’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente - Arta Abruzzo sul depuratore comunale di contrada Fontanoli di Pianella durante il quale, a seguito di analisi di campioni di acque reflue, è stato accertato il superamento dei limiti legislativi del refluo scaricato dal depuratore nel “Fosso Rio”, corso d’acqua recettore, relativi ai parametri Bod5 (domanda di ossigeno biochimico), solidi sospesi, Cod (domanda chimica di ossigeno), azoto ammoniacale, fosforo totale, tensioattivi totali.

I militari del Nipaaf, dopo mirate acquisizioni effettuate nell’azienda consortile acquedottistica Spa (Aca) di Pescara e la Regione Abruzzo, servizio gestione rifiuti, sono riusciti a individuare la ditta che, in assenza di autorizzazione, effettuava lo scarico dei reflui industriali, derivanti da operazioni di lavaggio e pulizia, direttamente nella fognatura, senza abbatterne i parametrici critici (solidi sospesi, tensioattivi, Cod), per poi essere sversati, nonostante il tramite del depuratore comunale, che non riusciva ad abbassarli, nel corpo idrico recettore.

I militari hanno accertato, altresì, che la ditta indagata effettuava il deposito temporaneo dei “fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia” (codice Cer 02.02.01) per un tempo superiore al limite di un anno previsto dal decreto ambientale del 2006. Non a caso il Gip di Pescara, nel dispositivo di sequestro, ha precisato che “la libera disponibilità del pozzetto e del serbatoio costituisce pericolo di aggravamento e di protrazione delle conseguenze offensive per la possibilità di procedere ad ulteriori attività di sversamento nella pubblica fognatura”. 
«L’indagato», dichiara il comandante del Gruppo carabinieri forestale di Pescara, «allo stato delle indagini rischia l’arresto da due mesi a due anni o l’ammenda da 1.500 a 10.000 euro per lo scarico abusivo, oltre all’arresto da tre mesi a un anno o l'ammenda da 2.600 a 26.000 euro per la gestione illecita dei rifiuti».

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