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Cronaca

Morto per un infarto il macchinista del Pescara-Sulmona, ma prima riesce a fermare il treno e salva i passeggeri

Si chiamava Antonio D'Acci e aveva 61 anni il macchinista del treno regionale morto martedì 26 marzo: era originario di Foggia ma viveva a Termoli

Aveva 61 anni ed era originario di Foggia, anche se residente a Termoli, il macchinista morto per un infarto mentre era alla guida del treno regionale che collega Pescara a Sulmona.
La tragedia è avvenuta nel pomeriggio di martedì 26 marzo all'altezza di Brecciarola.

Prima che il suo cuore smettesse definitivamente di battere l'uomo è riuscito a mettere in salvo tutti i passeggeri arrestando la corsa del convoglio. 

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I soccorritori del 118 giunti sul posto hanno provato a rianimare l'uomo ma purtroppo i tentativi non hanno dato l'esito sperato. I primi a prestargli soccorso sono stati il capotreno e il personale di bordo. Rilievi e accertamenti da parte dei carabinieri della Compagnia di Penne intervenuti insieme ai vigili del fuoco. 

Il commento della senatrice

«Ho appreso con dolore e tristezza la notizia della morte di Antonio D'Acci, macchinista di 61 anni, che ha perso la vita per un malore improvviso a bordo del treno Pescara-Sulmona. Alla sua famiglia e a chi gli ha voluto bene esprimo sentimenti di profondo cordoglio e vicinanza. Questo è il momento del silenzio e del dolore, in attesa che si faccia piena luce su quanto accaduto». A dirlo in una nota la senatrice pentastellata Gabriella Di Girolamo che prosegue: «Noi del Movimento 5 Stelle in questa legislatura abbiamo depositato una mozione, a prima firma della nostra Elisa Pirro, in cui si chiede l'impegno del governo a includere i lavoratori turnisti del settore ferroviario tra le categorie di lavoro usurante; a porre in essere interventi legislativi volti a disciplinare in modo più coerente con le caratteristiche del lavoro svolto la gestione dei turni e dei riposi del personale viaggiante con specifico riguardo alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori interessati, con un occhio di riguardo ai lavoratori particolarmente fragili; a colmare il vuoto normativo esistente in ordine al soccorso al macchinista sia nei treni viaggiatori che nei treni merci; a prevedere una differente disciplina dei turni di lavoro dei macchinisti e capitreno, in considerazione dei rischi cui sono costantemente sottoposti».

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