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Cronaca

Droga e tangenti per gli appalti "truccati" nel Comune di Pescara, arrestate 4 persone

La guardia di finanza ha tratto in arresto il dirigente comunale del settore “Lavori Pubblici", un imprenditore edile e due spacciatori di sostanze stupefacenti

Un vero e proprio terremoto nel Comune di Pescara dove per un presunto giro di droga e tangenti la guardia di finanza ha arrestato, con custodia cautelare in carcere, il dirigente del settore "Lavori Pubblici", un imprenditore edile (Vincenzo De Leonibus) e due spacciatori di sostanze stupefacenti.
Gli arresti arrivano al termine di oltre un anno di indagini delle Fiamme Gialle. 

Coinvolti nella vicenda anche due collaboratori di fiducia del dirigente (Fabrizio Trisi che sabato aveva presentato le sue dimissioni, ndr), tutti destinatari di contestazioni di numerosi reati, tra cui corruzione, turbata libertà degli incanti, peculato, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.

Le misure cautelari sono state disposte dal giudice per le indagini preliminari del tribunale, Fabrizio Cingolani, su richiesta della Procura della Repubblica di Pescara e sono state eseguite all’alba di lunedì 12 giugno dai militari del nucleo di polizia economico - finanziaria della guardia di finanza, con l’ausilio dei cani antidroga, dei baschi verdi e con il supporto dei mezzi aerei del reparto operativo aeronavale.

L’intensa e minuziosa attività investigativa delle Fiamme Gialle pescaresi, dirette dalla Procura della Repubblica del capoluogo adriatico, racconterebbe, anche grazie alle intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, innanzitutto, di gare turbate, gestite dal dirigente in modo illecito, col vizio dei favoritismi. Si tratta di procedure di affidamento che hanno per oggetto, principalmente, opere pubbliche e appalti di lavori. Persino cantieri per la manutenzione delle strade della città finanziati dai fondi Pnrr per un valore di 5 milioni di euro. Nel mentre, avrebbe suggellato l’accordo con la ditta favorita quotidianamente. A pranzo in noti ristoranti o durante incontri, organizzati, sempre durante i turni di lavoro, in locali rinomati o nella “tana delle tigri”, l’immobile che in poco tempo diventa luogo di ritrovo del gruppo. Ed è qui che la trama si infittisce. Viene fuori che il trait d’union tra l’area grigia dell’economia collusa e l’altra "area grigia", altrettanto pericolosa, in cui operano gli apparati infedeli della pubblica amministrazione, sarebbe un contratto non scritto improntato alla corrispettività, il tradizionale do ut des. Per cui, in cambio degli affidamenti diretti e dei subappalti, dei pareri favorevoli e dell’accelerazione dei pagamenti per le commesse pubbliche, l’imprenditore darebbe al dirigente soldi, droga, regali e altre utilità.

La fornitura della sostanza stupefacente sarebbe stata garantita da due spacciatori con precedenti, spesso finiti in manette. L’imprenditore la acquista e poi la condivide con il dirigente e i due funzionari pubblici, che, come documentato dalle Fiamme Gialle, sarebbero soliti consumarla con assunzione di alcol, in ufficio o alla guida delle auto personali e comunali, anche in orario di servizio. È così che il tunnel della droga si unisce al giro di favoritismi che avrebbe disseminato macerie nell’attività amministrativa, in un baratto cocaina–bustarelle e appalti che ha danneggiato l’interesse pubblico. Tra i comportamenti posti in essere dal dirigente in favore dell’imprenditore edile, vi sarebbe anche l’interessamento alla gara di appalto, finanziata con fondi del Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza) e indetta dal Comune di Pescara, avente a oggetto l’affidamento dei lavori per la realizzazione del collegamento dell’asse attrezzato di Pescara e l’adeguamento dello svincolo della strada statale 714, gara nella quale è risultata prima classificata l’Ati costituita dalla suddetta società e da un’altra società, che venivano successivamente escluse dalla gara per ragioni esclusivamente formali attinenti la documentazione amministrativa presentata.

Inoltre, tra i fatti oggetto di indagine per i quali non è stata richiesta misura cautelare e per i quali sono in corso ulteriori verifiche, vi sono anche l’ipotizzato turbamento, da parte del dirigente del settore “Lavori Pubblici” del Comune di Pescara, di una selezione pubblica finalizzata alle assunzioni a tempo indeterminato e/o determinato di impiegati e indetta dalla società “Pescara Energia” Srl, nonché un episodio di finanziamento illecito politico elettorale, che sarebbe stato erogato da parte del legale rappresentante della suddetta società su richiesta del dirigente del settore “Lavori Pubblici” del Comune di Pescara, a un soggetto candidato alle ultime elezioni del 2022 per il rinnovo del Parlamento Italiano (fatto per il quale sono indagati tutti e tre i protagonisti, tra di essi il presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri). Nel provvedimento cautelare il giudice si è riservato di procedere separatamente, all’esito degli espletandi interrogatori (così come previsto dal codice di procedura penale), nei confronti di due funzionari comunali in servizio nel settore “Lavori Pubblici” del Comune di Pescara e accusati per il reato di peculato in relazione al sistematico utilizzo per finalità private delle autovetture appartenenti al Comune di Pescara, fatti in ordine ai quali la Procura della Repubblica di Pescara ha richiesto nei confronti dei due funzionari la misura cautelare personale interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio e servizio.

Contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza del Gip, su delega della Procura della Repubblica di Pescara, 100 militari delle Fiamme Gialle del capoluogo adriatico, supportati dalla componente speciale Atpi e da unità cinofile, stanno procedendo all’escussione a sommarie informazioni di persone informate sui fatti e all’esecuzione di perquisizioni locali negli uffici comunali, alcune società municipalizzate e le sedi di imprese coinvolte, per acquisire documentazione ed elementi utili alle indagini preliminari tuttora in corso.
È, infine, necessario evidenziare che l’opportuna diffusione delle informazioni relative ai fatti oggetto di indagine sopra descritti, in ragione della loro gravità e delle conseguenti innegabili ragioni di interesse pubblico alla loro conoscenza, non deve comunque far trascurare che si tratta di fatti e responsabilità riconosciute, allo stato, da un provvedimento cautelare, al quale farà seguito il necessario vaglio processuale, di guisa che prima della conclusione di tutti i gradi di giudizio gli indagati non possono essere considerati colpevoli dei reati ipotizzati a loro carico.

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