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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Quaranta arresti anche a Pescara e Teramo per traffico di droga tra Italia, Albania e Spagna

L'operazione dei carabinieri denominata "Family & Friends" ha portato all'esecuzione di 40 misure cautelari tra custodie cautelari in carcere e arresti domiciliari

Sono complessivamente 40, tra custodie cautelari in carcere e arresti domiciliari, le misure cautelari eseguite da più di 300 carabinieri nelle città di Quartu Sant'Elena, Cagliari, Sassari e Nuoro, oltreché in diverse città della penisola, tra Liguria, Emilia Romagna, Toscana e Abruzzo.

Nella nostra regione i militari dell'Arma hanno agito a Pescara e a Teramo.

Come riporta l'agenzia LaPresse, l'operazione, coordinata dalla Dda di Cagliari, ha permesso di acquisire gravi indizi dell'esistenza di un articolato sodalizio criminale dedito al traffico anche internazionale di sostanze stupefacenti di vario tipo.

Un sodalizio collegato ad altri gruppi criminali (di nazionalità spagnola e albanese), costituenti canali di rifornimento in grado di assicurare approvvigionamenti di droga mediante un collaudato sistema di trasporto, basato su spedizioni internazionali e sulla collaborazione di insospettabili corrieri, reclutati di volta in volta con il massimo riserbo sulla loro identità, che non veniva rivelata neppure ai destinatari, così da scongiurare ogni fuga di notizie, anche involontaria, tale da poter portare alla loro individuazione durante il trasporto. Gli elementi finora acquisiti nel corso delle indagini preliminari, ancora da sottoporre al vaglio del giudizio, rivelerebbero quindi l'esistenza di una struttura stabile, costituita allo scopo di commettere delitti inerenti al traffico di hashish e cocaina con consolidati rapporti tra gli indagati, connessi al traffico di stupefacenti, caratterizzati da modalità stereotipate e collaudate di comunicazione: limitare all'essenziale i contatti telefonici, durante i quali utilizzare espressioni in codice, secondo linguaggi convenzionali, che permettessero di scambiare agevolmente ogni informazione relativa ai loro traffici, ma privilegiando sempre gli incontri di persona, ritenuti più sicuri e riservati, durante i quali poter parlare senza filtri, come emerge dalle intercettazioni ambientali. Sono stati eseguiti 40 provvedimenti restrittivi, di cui 23 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 17 di arresti domiciliari.

Punto di partenza dell'indagine "Family and Friends" dell'antimafia di Cagliari, che ha portato all'alba a 40 arresti, è un 42enne cagliaritano, il quale, già in base ai primi elementi raccolti, è stato individuato come uno dei possibili terminali del traffico di stupefacenti in Sardegna. Benché il grosso del traffico si andasse sviluppando nella città di Cagliari, la base logistica fondamentale dell'illecita attività sarebbe da collocare a Quartu Sant'Elena, così come emerso dagli accertamenti svolti dagli uomini dell'arma. L'ingente traffico coinvolgeva ogni tipo di droga e vedrebbe il coinvolgimento, fra gli altri, di un 52enne, il quale, secondo i dati finora acquisiti, controllerebbe ampi settori dell'attività di spaccio nell'intera isola, avvalendosi di alcuni fidati collaboratori. Sono state impiegate schede telefoniche fittiziamente intestate a soggetti pakistani più o meno immaginari ed anche utenze internazionali, in particolare spagnole. Così i corrieri della droga facevano viaggiare lo stupefacente destinato alla Sardegna, dove all'alba sono state arrestate 40 persone da 300 carabinieri con l'operazione "Family & Friends". La cocaina sarebbe fornita al sodalizio da clan albanesi attivi nella penisola, mentre l'hashish sarebbe di provenienza iberica e giungeva in Sardegna attraverso pacchi postali ordinari, indirizzati a destinatari inesistenti, titolari di utenze cellulari riportate sugli stessi pacchi, quale riferimento all'arrivo, anch'esse intestate a immaginari cittadini pakistani. Giunto sul luogo della consegna, l'inconsapevole corriere chiamava quel numero e veniva immediatamente raggiunto dal reale destinatario del pacco, che si presentava col nome fasullo utilizzato per la spedizione. Il gruppo si sarebbe avvalso anche di negozi specializzati che offrivano un servizio di fermo posta/deposito a pagamento sul presupposto che i gestori del servizio, non essendovi tenuti per legge, non avrebbero controllato il contenuto della merce giunta presso il loro punto di scambio. In uno di questi negozi, nel 2019, sono stati sequestrati 86 chili di hashish. Sequestri simili si sono succeduti più volte con grandi risultati, tali da dimostrare quale fosse esattamente il meccanismo di consegna per l'hashish. Lo snodo fondamentale del movimento delle spedizioni si è dimostrato essere la città di Milano, dove sono stati controllati moltissimi pacchi. I referenti sardi del traffico avevano l'abitudine di recarsi nel sud della Spagna con lo scopo - in base a quanto finora emerso - di commissionare e pagare preventivamente le spedizioni dell'hashish. Uno dei diversi casi che è stato possibile ricostruire ha evidenziato come i due corrieri, che viaggiavano in automobile, avessero nascosto trecentomila euro nella ruota di scorta del mezzo. Al pagamento sarebbe seguita in breve tempo la spedizione della sostanza. Abbastanza simile era il meccanismo utilizzato per l'importazione della cocaina, che farebbe capo ad alcuni albanesi dislocati in varie località del territorio nazionale. Costoro, in base al quadro indiziario, avrebbero preteso sempre il pagamento anticipato della roba e nel giro di un mese avrebbero fatto pervenire la cocaina, mediante corrieri italiani, in genere insospettabili coppie che si assumevano il rischio di viaggiare su auto con doppi fondi contenenti lo stupefacente. Il 42enne avrebbe gestito gran parte della cocaina spacciata a Cagliari ma anche a Sassari, attraverso soggetti del luogo, che risulterebbero inseriti nell'organigramma cagliaritano. In diversi casi lo stupefacente diretto a Sassari è stato caricato su auto nell'area del cimitero di San Michele.

I numeri derivanti da questa articolata e complessa indagine condotta sotto l'egida della Dda cagliaritana sono sicuramente importanti già nella prima fase, come testimoniano l'arresto, in flagranza di reato, di 21 persone, in gran parte censiti in banca dati per reati specifici, e il sequestro complessivo di quasi 660 chili di sostanze stupefacenti per un controvalore quantificabile in 8 milioni di euro, se immesse sul mercato al dettaglio. Va considerato, inoltre, che, in base alle attività investigative finora svolte, nel periodo precedente alle indagini tale metodo di importazione dello stupefacente sarebbe stato utilizzato per smerciare un quantitativo presumibile di hashish pari ad una tonnellata. In base agli elementi finora raccolti e fatti salvi gli esiti del giudizio, l'Autorità giudiziaria di Cagliari In conclusione, l'odierna operazione coordinata dalla Dda di Cagliari interviene efficacemente su un fenomeno, quello dello spaccio delle sostanze stupefacenti in Sardegna, che non è solo terra di produzione - come testimoniano le numerose piantagioni rinvenute in questi anni - ma è anche un importante crocevia per le rotte europee dello smercio di droga, sempre più dinamico e per questo difficile da intercettare.

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