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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Appalti Asl, chiesto il rinvio a giudizio per l'ex direttore generale Ciamponi e per la consigliera regionale Bocchino

Nove in tutto gli indagati per i quali, nell'ambito del secondo filone d'inchiesta sulle attività dell'imprenditore Vincenzo Marinelli, la procura ha chiesto il processo: corruzione e turbativa d'asta le accuse a vario titolo. Ora la parola passa al gup (giudice per le indagini preliminari)

Chiesto il rinvio a giudizio per l'ex direttore generale della Asl Vincenzo Ciamponi e della consigliera regionale della Lega Sabrina Bocchino nell'ambito del secondo filone dell'inchiesta sulle attività dell'imprenditore della sanità privata Vincenzo Marinelli. Oltre che per loro la procura ha chiesto il processo anche per altre sette persone contestando agli indagati, a vario titolo, i reati di corruzione e turbativa d'asta in riferimento agli appalti relativi ai servizi indetti e da indire dall'Azienda sanitaria locale.

Secondo l'accusa l'ex direttore generale avrebbe ricevuto dall'imprenditore casse di champagne di pregio per un valore di seimila euro, una penna da collezione del valore di almeno 965 euro, un Rolex da 7mila 750 euro e un appartamento in cui soggiornare nei giorni in cui si trovava a Pescara oltre alla promessa di farsi carico del pagamento del canone di locazione e il trasferimento della sua compagna dall'Azienda socio sanitaria territoriale di Bergamo alla regione Lombardia (negli uffici regionali di un istituto neurologico, “attraverso l’intermediazione di Marinelli Vincenzo presso Roberto Formigoni, ex presidente della Regione Lombardia”.

La Bocchino, invece, per l'accusa indebitamente ricevuto una borsa da 700 euro, plurime bottiglie di champagne di pregio, un orologio Bulgari da 4mila 300 euro, un bracciale da 700 euro, la promessa di ammissione di un suo conoscente al corso Uefa C organizzato dalla Figc, un finanziamento della campagna elettorale per le elezioni regionali del 2019 per un ammontare pari a 5 mila euro attraverso due società riconducibili a Marinelli e la promessa di voti in suo favore alle elezioni del 2019.

Fatta salva la presunzione d'innocenza fino a condanna definitiva i due rischiano dunque il processo. Sarà ora il gup (giudice per le indagini preliminari) a decidere per l'eventuale rinvio a giudizio dei nove indagati per i quali la procura lo ha chiesto.

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