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Nuovo appello degli ucraini ospitati a Montesilvano: "Non spostateci, in Abruzzo abbiamo ricostruito le nostre vite"

Gli ucraini ancora rimasti nelle strutture d'accoglienza di Montesilvano hanno tenuto un sit-in davanti a palazzo di città a Pescara chiedendo al ministro e vicepremier Antonio Tajani, arrivato per l'incontro con il sindaco Carlo Masci, di intervenire per scongiurare la loro partenza

Hanno tentato con un ultimo disperato appello, di chiedere aiuto per poter restare a Montesilvano i cittadini ucraini ancora ospitati nel centro d'accoglienza della città costiera pescarese. Un gruppo di profughi, infatti, ha tenuto un sit-in nel pomeriggio di oggi giovedì 30 marzo davanti al Comune di Pescara, in piazza Italia, dove era atteso il ministro degli affari esteri e vicepremier Antonio Tajani.

E all'arrivo del ministro, gli ucraini hanno attirato la sua attenzione esponendo anche una bandiera del loro paese. Tajani così si è avvicinato al gruppo per cercare di capire la loro problematica, e il rappresentante del gruppo ha spiegato che la loro richiesta è quella di non essere trasferiti in altri centri di accoglienza, in quanto verrebbero divise parentele, amicizie e legami oltre a distruggere l'ottima integrazione sul territorio che i profughi avevano costruito in 14 mesi di permanenza a Montesilvano e nella nostra regione. Presenti anche alcuni volontari delle associazioni locali che hanno assistito e aiutato gli ucraini in questi mesi. Abbiamo quindi raggiunto il portavoce del gruppo che ha spiegato:

"In base a quanto stabilito lunedì prossimo 3 aprile verranno eseguiti i ricollocamenti. Da tempo ci siamo mossi per chiedere che questa ingiustizia venga evitata: queste persone, parliamo di donne, bambini, di interi nuclei familiari ed affettivi, sono arrivate a Montesilvano e in Abruzzo subito dopo lo scoppio della guerra e in 14 mesi grazie all'aiuto dei volontari che sono stati straordinari con loro, hanno iniziato a ricostruire i loro percorsi di vita con fatica e impegno. Da un giorno all'altro, con l'invasione russa, si sono ritrovati a dover ricominciare da capo e lo hanno fatto qui in Italia. I ricollocamenti prevedono separazioni anche fra persone fragili e bambini. Ci sono tanti bambini che non potranno terminare l'anno scolastico qui e che dovranno separarsi dai nuovi amici. E i fragili, alcune persone sono malate così come gli anziani, non sanno dove saranno ricollocati si parla di distanze fino a 400 500 km da Montesilvano. Per questo chiediamo un intervento della politica: a livello locale con la Regione e la protezione civile regionale, e a livello più alto con il Governo e quindi abbiamo voluto far sentire il nostro grido di aiuto al ministro Tajani sperando che possa evitare questa situazione. Questi profughi, fra l'altro, se non accetteranno la ricollocazione dovranno tornare a casa dove la guerra è ancora viva e devastante".

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