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Venerdì, 26 Aprile 2024
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La denuncia della Fondazione Tiboni: "Il Comune vuole dimezzare la riqualificazione del Mediamuseum"

Secondo la Fondazione Tiboni un'ala dell'ex tribunale sarebbe stata inserita nel piano delle alienazioni 2022

Dimezzato il progetto di riqualificazione del Mediamuseum di Pescara.
A denunciarlo è la Fondazione Edoardo Tiboni che segnala come il Comune abbia inserito l’ala est dell’ex tribunale (edificio nel quale viene ospitato il Mediamuseum) nel piano delle alienazioni 2022 (II aggiornamento).

Si tratta di una proposta di deliberazione che dovrebbe essere sottoposta all'approvazione del consiglio comunale del 26 ottobre.

«Infatti», sottolineano dalla Fondazione Tiboni, «al numero 22 dell’elenco degli immobili locali è inserita “Porzione di fabbricato piazza E. Alessandrini  - Porzione non occupata del fabbricato ex tribunale” per un valore di 2 milioni e 834 mila euro. Quindi il progetto di riqualificazione del Mediamuseum subirebbe, se approvata la delibera consiliare, un ridimensionamento che non era negli accordi intercorsi tra la Fondazione Tiboni e il Comune di Pescara. È stato sempre detto che il Mediamuseum è la casa naturale dei premi internazionali Flaiano e l’avere vinto il bando del ministero dell‘Interno, che ha riconosciuto la valenza  del progetto predisposto per il Mediamuseum e la riqualificazione dell’antistante piazza Emilio Alessandrini, ha consolidato questo aspetto non più ignorabile per importanza culturale. Il Mediamuseum, in tutti questi anni, ha dimostrato la qualità della propria offerta culturale e il progetto di oggi è quello di dotare la città di uno spazio polifunzionale in grado di riconnettere il territorio e divenire centro di aggregazione per la città di Pescara; ciò è quanto mai necessario, considerato lo stato di abbandono in cui versa Piazza Alessandrini, oltre ai necessari lavori per l‘ex tribunale per recuperare uno spazio considerato da sempre centrale per la zona di Porta Nuova».

Così conclude la presidente Carla Tiboni: «Alla valorizzazione degli spazi espositivi, interamente ripensati, integrati e rimodernati si aggiungeva, sempre nella “lettera di intenti” della Fondazione  fatta propria dal Comune per poter partecipare al bando del ministero, anche la realizzazione di un nuovo spazio, una caffetteria e un book-shop che contribuissero a fare del museo un luogo da vivere anche al di là della semplice fruizione delle sale o dei corsi, gettando un ponte fra la sede museale e la città tutta intorno. Un format informale e divertente, un luogo d’incontro innovativo e sperimentale adatto a un pubblico trasversale, un ambiente di grande fascino dove potersi fermare per una riunione di lavoro, per studiare o semplicemente per mangiare qualcosa. Oggi, senza coinvolgere la Fondazione, il Comune decide di dare un volto differente all’immobile. I luoghi di cultura non vanno soltanto ristrutturati e riqualificati, vanno pensati con razionalità e utilità anche per la comunità. Sale,quindi, l’attesa per l’inizio dei lavori (finanziati dal ministero) di cui non si ha ancora notizia in ordine di programma.
Mi spiace constatare ancora, che gli enti culturali che fanno capo alla Fondazione e ai Premi Internazionali Flaiano sono ignorati nei rapporti interistituzionali cittadini».

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