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Venerdì, 26 Aprile 2024
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La riapertura delle palestre tra gioie, dolori e tanti rimpianti

Ristori, perdite stimate, protocolli di sicurezza, il futuro, come è cambiato il modo di intendere l'attività sportiva: abbiamo cercato di focalizzare diversi aspetti con alcuni titolari di palestre. Ma attenzione: c'è anche chi ha deciso di non proseguire nel proprio lavoro e ha chiuso, definitivamente

Un incubo durato fin troppo ma che adesso, anche se non si può ancora dire pericolo scampato, sembra sia in fase quantomeno discendente. Il riferimento è alle palestre, che proprio in questi giorni hanno riaperto i battenti.
Era il 26 ottobre quando entrava in vigore il Dpcm del governo, un decreto pesantissimo che imponeva lo stop immediato allo sport al chiuso.

Sono trascorsi sette mesi di sofferenza, che qualcuno ha utilizzato per forgiare la propria mente e magari riorganizzare la propria attività. Qualche altro, invece, non ce l'ha fatta e la serranda proprio non l'ha riaperta.

Partiamo da chi ci sta riprovando, ancora una volta. Siamo andati a chiedere lumi ad alcune strutture di diverse zone di Pescara e Montesilvano. Ristori, perdite stimate, protocolli di sicurezza, il futuro, come è cambiato il modo di intendere l'attività sportiva: abbiamo cercato di focalizzare diversi aspetti.

Mimma Mandolini è titolare della palestra "Mimma top trainer" in via Tiburtina: «La perdita stimata è molto alta, siamo rimasti chiusi nei mesi più produttivi. I ristori? Nota dolente, perché sono stati pochi e in ogni caso mal gestiti. A livello di protocolli di sicurezza, la mia palestra era già organizzata dal primo lockdown. Con il mio staff, in prospettiva estiva ci siamo organizzati anche negli stabilimenti balneari per cercare di dare la possibilità a tutti di allenarsi in sicurezza. I nostri fedeli clienti non ci hanno mai abbandonato anche nei momenti più bui e noi tutti ci sentiamo di ringraziarli infinitamente. Anche loro sono pronti per questa nuova riapertura e per tornare da allenarsi a pieno ritmo. Proviamo a guardare al futuro con fiducia».

Ilaria Martella, palestra "Dinamica" di via Verrotti a Montesilvano: «Ristori poca cosa, ho preso cifre irrisorie per i mesi di giugno e luglio 2020. Ho rilevato la struttura da poco tempo e ho deciso di fare un investimento, scommettendo sul futuro, proprio poche settimane prima della chiusura di ottobre! Sono riuscita ad avere un fondo perduto di tremila euro, che mi ha consentito di pagare una minima parte, ma davvero minima, dei lavori che ho dovuto effettuare sulla palestra. Per la riapertura, mi sono organizzata con lezioni su prenotazioni attraverso una app. Ogni persona ha uno spazio di due metri quadri, l'anno scorso era di uno, perciò possono lavorare in sicurezza anche per la conformazione delle mie sale che hanno grandi spazi di aerazione. Nonostante tutto, io credo ancora nel futuro e che l'investimento fatto possa dare i suoi frutti; mentre la parte negativa è che in qualche modo ho dovuto reinventarmi per poter pagare le spese, ho dovuto dividermi tra lezioni on line e all'aperto e tutto ciò che si poteva fare pur di lavorare. So bene che in questo lungo periodo le persone si sono adattate anche allenandosi a casa, ma non ho paura di questo perché frequentare la palestra è tutta un'altra storia».

Fabio Silvestri, "Vigor Fitness" di Pescara colli: «Partiamo da un principio fondamentale: lo sport è vita e chi pratica sport ha, tra tanti altri benefici, difese immunitarie più alte. Purtroppo sono estremamente contrariato per come è stato gestito il nostro settore, in quanto è tra i pochi ad essere totalmente controllato con ingressi contingentati, ambienti e attrezzi sanificati, uso della mascherina e distanziamento. I politici hanno dimostrato di non conoscere il nostro settore, e non solo. Per quanto riguarda i ristori, è stata una presa in giro, solo elemosina, a fronte di costi che abbiamo dovuto sostenere sempre anche nei lunghi periodi di chiusura. Circa i protocolli da rispettare, eravamo già organizzati dall’estate scorsa quando ci hanno obbligati a sostenere delle spese per poter lavorare, salvo poi far chiudere nuovamente le nostre attività. C'è poco da essere felici della riapertura con l'estate alle porte, in questo periodo le palestre sono poco frequentate e quindi non ci sono nuovi abbonamenti, semmai gli associati devono recuperare gli abbonamenti sospesi durante il lockdown o semi-lockdown. Chi è abituato ad allenarsi in palestra e che, soprattutto, vuole ottenere risultati, deve essere seguito da personale qualificato: il fai da te è stato importante d'accordo, ma le attrezzature presenti in palestra permettono di lavorare su tutti i muscoli del corpo in modo corretto. Sono comunque felice di aver rivisto i miei affezionati frequentatori».

Alcune palestre hanno preferito proprio non riaprire. Un esempio pescarese di cui si è parlato molto, è quello di "Living". In un accalorato post su Facebook, ecco come ha salutato Alessio Rainaldi, figlio dello storico titolare Sisto: «Ho lasciato che fosse mio padre a parlare, io mi sono preso del tempo, perché non è semplice controllare determinate emozioni, perché per me la palestra è stata tutto, ogni cosa che ho potuto fare e realizzare è accaduto grazie a questa realtà. Oggi che tutto riapre, faccio l'in bocca al lupo ai miei colleghi».

Con tanta nostalgia del passato.

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