Pronto soccorso, 12 ore per una visita ed è "costretto" ad arrivare con un mezzo privato: la denuncia della moglie
Un'odissea, l'ennesima, di oltre 12 ore quella vissuta da un uomo di Montesilvano che ieri, intorno alle 17.30, si è sentito male nella sua abitazione.
A raccontarla, annunciando anche l'intenzione di scrivere una mail all'assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì per denunciare quanto avvenuto, è la moglie. Quando il marito si è sentito male, racconta, il 118 è stato subito allertato, ma secondo quanto riferito non essendoci un medico a bordo dal mezzo presente in città sarebbe stato impossibile visitarlo sul posto. Per questo sarebbe dovuta arrivare un'ambulanza da Pescara per portarlo in pronto soccorso e per questo, riferisce, “ci hanno detto di portarlo con un mezzo nostro”. Ad accompagnarlo alla fine è stato il cognato.
Il tutto si sarebbe svolto in circa mezz'ora. E' entrato in codice giallo alle 18, riferisce la donna, ma la visita del medico sarebbe arrivata solo 12 ore dopo e cioè stamattina alle 6 conclusasi con la richiesta di una tac alla testa come riferitole dal marito stesso tramite whatsapp. “Così si tutela la salute dei cittadini?”, denuncia la donna annunciando quindi l'intenzione di far presente l'accaduto all'assessorato perché, conclude, “siamo stanchi di essere trattati così”.
Una vicenda che, se davvero si è svolta così come riferito, riapre anche il dibattito sulla necessità di avere il medico a bordo dell'ambulanza, tema di cui aveva parlato anche il medico del 118 Nando Del Giovane che, raccontando uno dei tanti episodi vissuti in prima persona, aveva lanciato l'appello perché non siano demedicalizzate.