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Venerdì, 26 Aprile 2024
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L'odissea di Karina, studentessa 18enne fuggita dalla guerra in autostop

Non vuole parlare né farsi riprendere, ma la nonna racconta la sua fuga rocambolesca e intanto a Pescara, annuncia il sindaco, arrivano i primi profughi: "Pescara è la città dell'accoglienza"

Non vuole farsi riprendere e non vuole parlare anche perché lei, di italiano, non conosce neanche una parola. Ha 18 anni Karina, è una studentessa di giornalismo all'università di Kiev e la sua, dall'Ucraina è stata una fuga rocambolesca. In Italia è arrivata solo con una busta della spesa con dentro giusto un cambio di biancheria intima. Le uniche cose che è riuscita a prendere mentre sulla sua testa tuonavano le bombe.

Chi questa notte, alle 3.30, è andata a prenderla in stazione e la sta ospitando, l'ha accompagnata questa mattina in Comune dove la incontriamo insieme alla nonna, da qualche anno in Italia. E' lei a raccontare qualcosa di come, la ragazza, è riuscita a fuggire. Un'universitaria come tante che guardava al futuro e che oggi si trova in un Paese straniero senza sapere quale sarà quel futuro e se potrà costruirlo a casa. Karina era a Kiev quando sono iniziati i bombardamenti. Da lì è scappata per tornare nella sua città, Uman'. Ma la guerra l'ha raggiunta. E' iniziata così l'odissea della ragazza, durata tre giorni, che al confine ci è arrivata chiedendo autostop e cercando tutti i mezzi di fortuna possibili per uscire dall'incubo. Quindi il superamento della frontiera e l'arrivo alla stazione di Milano. Qualcuno ha deciso di aiutarla, le ha comprato un biglietto e stanotte è arrivata a Pescara.

Oggi è lontana dalle bombe, ma negli occhi e nella sua riservatezza c'è ancora l'incubo che ha vissuto e che continua a vivere dato che a casa ha lasciato, da quel che ci viene detto da chi le ha aperto le porte di casa, i genitori. Solo una delle tante storie di chi cerca la salvezza. Nella notte a Pescara, riferisce Kateryna Alerhush presidente associazione interculturale ucraina “Nessuno escluso”, ma altri ne arriveranno. A dare l'annuncio è stato anche il sindaco Carlo Masci sul suo profilo facebook spiegando che profughi ucraini sono arrivati in città su due autobus “dopo un massacrante viaggio della speranza. Li abbiamo accompagnati al palazzo Fuksas, li abbiamo visitati, rifocillati, tranquillizzati. Adesso li sistemeremo in albergo, penseremo ai bambini, per alleviare il più possibile il loro dolore per la maledetta guerra e per il distacco dalla loro casa, dai loro affetti, dai loro amici. Pescara è la città dell'accoglienza”.

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