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Demolizione Ferro di Cavallo, il comitato "Per una nuova Rancitelli": "Non coinvolti nelle scelte nonostante le promesse"

Francesca Di Credico, presidente del comitato, lamenta, nonostante le reiterate promesse, di non essere interpellati nel processo decisionale sul futuro di Rancitelli

Il comitato di quartiere "Per una nuova Rancitelli" torna a chiedere un maggiore coinvolgimento nelle scelte delle amministrazioni pubbliche sulle scelte relative al futuro del rione.
Francesca Di Credico, presidente del comitato, lamenta, nonostante le reiterate promesse, di non essere interpellati nel processo decisionale sul futuro di Rancitelli.

Il comitato interviene dopo aver appreso degli ultimi sviluppi riguardo all'iter per la demolizione del Ferro di Cavallo.

È stato infatti redatto un progetto di demolizione entro gennaio, con successiva ricostruzione di 54 alloggi su quella stessa area, insieme ad altri servizi e strutture, e altri 20 in via Cetteo Ciglia.

«Il sindaco Carlo Masci ha accompagnato questo annuncio presentandolo come un "esempio per tutta Italia su come si possono trasformare periferie malsane e pericolose in quartieri vivibili"», scrive la Di Credico, «finora però è stato d'esempio solo su come si viene meno alle promesse di concertazione con il territorio e di condivisione delle scelte con i residenti del quartiere. A settembre, quando ci fu un primo annuncio, già avevamo stigmatizzato il mancato coinvolgimento nonostante promesse e rassicurazioni rinnovate più volte. Nella stessa occasione avevamo tra l'altro sollevato dubbi su alcune carenze dal punto di vista sociale nell'idea progettuale generale. Oggi ripetiamo quello che abbiamo detto allora: è evidente che una parte considerevole delle istituzioni ci considera solo un utile starring partner quando si tratta di fare passerelle in nome della legalità e dell’onestà. È evidente oggi che il sindaco Carlo Masci, come il presidente della Regione Marco Marsilio (con il quale abbiamo avuto modo di confrontarci proprio all'interno del Ferro di Cavallo lo scorso 9 gennaio), hanno questa considerazione di noi che da anni ci spendiamo in prima persona per la riqualificazione del quartiere in cui siamo cresciuti e viviamo, per il quale impegniamo tempo ed energie e, non da ultimo, anche mettendo realmente a rischio la nostra incolumità. Di certo non rivendichiamo la gestione di un'operazione edilizia di questa portata, ma restiamo coerenti con l'idea della necessità della partecipazione della popolazione ai processi decisionali che riguardano direttamente chi vive sul territorio. A rappresentare le istanze dei residenti, nella riunione di mercoledì tra Regione, Ater e Comune, c'era forse il consigliere regionale Guerino Testa, la cui partecipazione ci chiediamo a che titolo sia avvenuta. In tutto questo ci chiediamo inoltre che ruolo stiano svolgendo le opposizioni regionale e comunale, anch'esse sempre pronte a proporre coinvolgimento e scelte dal basso. Fatto sta che, per l'ennesima volta, ci scontriamo con decisioni calate dall'alto in spregio a qualsiasi processo partecipativo che, in campagna elettorale, ogni candidato aveva promesso di includere nella propria azione amministrativa».

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