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Decreto Rave, c'è chi dice sì

Il provvedimento che tanto sta facendo discutere in questi giorni non trova solo la contrarietà del centrosinistra ma vede d'accordo, oltre ai partiti della maggioranza di governo, anche alcuni operatori e promoter locali

Il cosiddetto "Decreto Rave" che tanto sta facendo discutere in questi giorni non trova solo la contrarietà del centrosinistra ma vede d'accordo, oltre ai partiti della maggioranza di governo, anche alcuni operatori e promoter locali che hanno periodicamente a che fare con l'organizzazione di spettacoli in sicurezza. 

Cominciando dagli esponenti politici, c'è il capogruppo della Lega in consiglio comunale, Vincenzo D'Incecco, che stamane ha postato su Facebook questa riflessione: "Provate a chiedere agli organizzatori di sagre o feste patronali quante autorizzazioni devono mettere insieme per realizzare una sagra o la Festa di un Santo Patrono. Poi riparliamo dei rave party...".

Una posizione condivisa da Emanuele La Plebe, produttore discografico con una lunga esperienza in materia di eventi, che fa notare quanto segue: "Un evento musicale di massa va fatto rispettando regole e normative che sono onerose e dispendiose. Ci sono locali e attività che devono investire fior di quattrini per essere a norma e poter fare un po' di musica. I rave, che sono manifestazioni completamente illegali, prive di piani di sicurezza e, soprattutto, mercato aperto per droghe sintetiche e altamente devastanti, vanno assolutamente condannati".

Per Antonio Ranalli, direttore artistico del Premio Augusto Daolio Città di Sulmona, "Premesso che rave e manifestazioni similari nascono proprio con l'obiettivo di fare qualcosa "fuori dalle regole", è noto che da diversi anni a questa parte hanno in molti casi costituito un problema di ordine pubblico. Fermo restando il diritto a divertirsi, allo stesso modo però va garantito il diritto a divertirsi in sicurezza. Inoltre qualcuno in questi contesti ci guadagna sempre, mentre chi lavora legalmente nel mondo delle manifestazioni negli ultimi anni ha dovuto soffrire molto per rispettare tutte le disposizioni di sicurezza introdotte a causa della pandemia".

C'è poi l'opinione di Angelo Martini, agente di spettacolo che conosce bene l'Abruzzo: "Quante parole ancora si spendono inutilmente quando le bollette del gas aumentano e la guerra diventa planetaria! Per chi vuole parlare a tutti i costi a sproposito e non abbia mai organizzato una festa, di piazza, in discoteca, un concerto, un semplice rave o party o festa di compleanno, ricordo alcune regole semplici: permessi location, affitto location, permessi Siae e biglietti di entrata, autorizzazione alla somministrazione di bevande e alcolici e alimenti, agibilità location, servizi sanitari, autoambulanza nel parcheggio, posteggio macchine possibilmente custodito, servizio sicurezza minimo 40 persone per questo tipo di evento, controllo sull’impianto audio  e decibel. Non vi lamentate poi se qualche ragazzo infarta per sballo musicale e droghe, quello potrebbe essere vostro figlio. Chi non ha questi requisiti è illegale e conviene che la prossima volta organizzi la festa a casa propria".

L'assessore al commercio Alfredo Cremonese si dice "totalmente favorevole" al decreto rave, perché "parliamo di manifestazioni abusive, con organizzazioni nate spontaneamente che non hanno chiesto alcun tipo di autorizzazione, quindi non c'è un piano di sicurezza nè un piano di evacuazione, come invece avviene per tutti gli altri eventi. C'è tutta una disciplina da seguire per allestire un evento. Inoltre va considerato che i rave, attirando tantissime persone, devono per forza svolgersi in aree pubblico-private: ebbene, se poi accade qualcosa in quelle aree, di chi è la responsabilità? In ultimo, è un dato di fatto che spesso questi raduni sono l'occasione per fare un abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti. Il decreto rave, pertanto, va anche a tutela dei nostri ragazzi. Credo che in un Paese ci debbano essere delle regole chiare e certe, che devono essere rispettate". 

Sul fronte del Pd, registriamo invece la posizione critica del consigliere comunale Giovanni Di Iacovo: "Questo urgentissimo Decreto Rave è una pericolosa e furba bassezza. Innanzitutto con la scusa dei rave permette di incriminare anche chi manifesta in scuole e università, poi è colpevolmente confuso e generico sul concetto di "invasione" e sui "possibili rischi per la salute pubblica", ed è inquietante anche il limite di 50 persone in un raduno, senza contare le limitazioni del diritto di riunione". Poi conclude, con un filo di ironia: "Presumo che alla prossima Pasquetta andremo tutti in galera".

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