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L'Associazione nazionale tartufai (Anti) contraria al possibile anticipo della raccolta dei tartufi in Abruzzo: "Non risolve il problema degli abusivi"

L'Anti con il presidente nazionale Riccardo Germani ha scritto una lettera aperta indirizzata al presidente Marsilio e ai carabinieri forestali dopo la richiesta di apertura anticipata della raccolta arrivata da un'associazione abruzzese

No all'apertura anticipata del calendario di raccolta dei tartufi Tuber aestivum in Abruzzo. A dirlo il presidente nazionale Riccardo Germani dell'Associazione nazionale tartufai italiani ( la più grande associazione nazionale italiana di tartufai) dopo la richiesta di una proposta di modifica del calendario con un anticipo dell'attività di ricerca dei tartufo in Abruzzo, inviata da un'associazione locale di tartufai. Per questo Germani ha scritto una lettera al presidente della Regione Marco Marsilio, all'assessore Emanuele Imprudente e ai carabinieri forestali dove si spiegano le ragioni per la contrarietà a questa scelta, che potrebbe essere fatta per tentare di arginare la raccolta da parte di abusivi non autorizzati

"Come tartufai e cittadini riteniamo che le illegalità vanno combattute con maggiori controlli. repressione e sanzionando coloro che non rispettano la Legge e non come crede qualcuno mettendosi in concorrenza con chi delinque e legalizzando aperture precoci che vanno a compromettere le tartufaie, per questo ci rivolgiamo in questa lettera anche al corpo dei carabinieri forestali per chiedere maggiori controlli ed ai NAS nel verificare che i tartufi che vengono trasformati nei laboratori o venduti siano maturi condizione indispensabile, senza la quale non si può per legge raccogliere o vendere i tartufi."

L'associazione poi spiega dal punto di vista tecnico le problematiche:
 
"Ad aprile con la primavera le piante hanno ripreso la loro attività vegetativa e con esse hanno ripreso  l’attività vegetativa gli apparati radicali. Cosa succede agli apparati radicali in primavera? Succede che le micorrize dell’anno precedente che erano in quiescenza si rimettono in attività e si formano le nuove micorrize, a metà di aprile  queste micorrize sono ancora molto giovani e soprattutto stanno costituendo la rete miceliale, ovvero tutta la crescita del micelio peritrofico estremamente delicato, questi miceli peritrofici si incontreranno nel terreno e avverrà la coniugazione che porterà alla formazione dei nuovi tartufi. Anticipando e andando a raccogliere molto precocemente rispetto ai calendari normalmente utilizzati e nonostante si vada con il cane in maniera estremamente delicata,  come chiedono alcuni tartufai probabilmente inconsapevoli del miracolo della natura, tale azione in primavera va comunque a rimuovere innanzitutto questa rete miceliale che si sta formando in questo momento e una volta interrotta,  si interrompe anche il nutrimento delle giovani micorrize in fase di accrescimento e si interrompe quel rapporto  di coniugazione che avverrà nel terreno, tra miceli di segno negativo e di segno positivo che si sono accresciuti dalla micorrize o dalle spore lasciate dalla stagione precedente che stanno germinando."

Per quanto riguarda la qualità del prodotto, il presidente spiega:

"Siamo consapevoli e diciamo che è chiaro che a metà aprile qualche scorzone che il cane avverte  è presente,  però noi tutti sappiamo che  soprattutto il Tuber Aestivum Vittadini ha la tendenza a produrre più carpofori in un unico punto di produzione a volte più in alto a volte più in basso, ma il problema è che per tirare fuori qualche tartufo ancora  immaturo ma che il cane avverte si va a danneggiare  i tartufi che si dovranno accrescere e maturare.
Anticipare la raccolta non è un deterrente nei confronti di chi va illegalmente  a tartufi prima dell’apertura della stagione, il deterrente migliore è la repressione ed il controllo degli organi preposti, investendo parte delle quote dei tesserini per le attività di controllo."

Per questo l'associazione auspica che il presidente della Regione e l'assessore non prendano in considerazione questa ipotesi, che comprometterebbe il già difficile equilibrio in natura per la nascita e raccolta di tarfuti, auspicando che vengano anche sanzionati i commercianti di tartufi che che vogliono vendere adesso illegalmente ad un prezzo più alto perché è vietata la raccolta  e che non possono commerciare il proprio prodotto e che spingono verso questa direzione.

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