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Sabato, 27 Aprile 2024

VIDEO | Violenze e precarietà, Nursing up in piazza: nell'ultima aggressione costole rotte ad un'infermiera

L'ennesimo gesto violento due giorni fa in un pronto soccorso del territorio riferisce la sindacalista Patrizia Bianchi: "Mancano 1.700 unità di personale, dall'assessore grande apertura, ma lavorare e garantire qualità così è difficile"

Dall'assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì sono arrivate rassicurazione sia per il tema della stabilizzazione che per la violenza sui luoghi di lavoro, ma ad oggi la situazione per gli infermieri resta insostenibile. A riferirlo è Patrizia Bianchi, consigliera regionale del Nursing up, che ha incontrato questa mattina la Verì portando sul tavolo i temi per i quali si battono ormai da inizio pandemia e che nel tempo non hanno fatto che aggravarsi. Da lei, fa sapere, la disponibilità e la sensibilità perché si trovi una soluzione c'è, ma nonostante questo un gruppo di infermieri del sindacato, ha comunque voluto manifestare sotto l'assessorato. La carenza di organico si conta in un fabbisogno di 1.700 infermieri spiega Bianchi, ma a pesare è anche la violenza di cui sono vittime. Violenza che spesso decidono di non denunciare perché, aggiunge, “siamo al fianco del cittadino. Questo lo chiamiamo long-covid: la gente è psicologicamente molto colpita e tra lise d'attesa lunghe e ore ad aspettare nei presidi e nei pronto soccorso, capiamo lo stress”.

Capirlo sì, ma giustificarlo no. Quando le chiediamo di riferirci qualcuno degli episodi di cui parla ci racconta di un'aggressione avvenuta in uno dei pronto soccorso del territorio. Quale non vuole dirlo, anche perché le due vittime, un medico e un'infermiera, denunce non ne hanno sporte. Per lui un calcio nelle parti intime, per lei la rottura di due costole e per entrambi una prognosi di diversi giorni, spiega Bianchi. Quello che oggi sono tornati a chiedere gli infermieri sono dunque la stabilizzazione e la reinternalizzazione dei servizi, oltre ovviamente ad interventi che ne garantiscano la sicurezza. Ai problemi già gravi, si sono aggiunti quelli determinati dall'aumento dei contagi, ma contemporaneamente, spiega ancora Bianchi, la chiusura di molti luoghi deputati al covid. “I pazienti ce li siamo ritrovati in tutti i reparti – sottolinea -. Dobbiamo stare più attenti e per dare qualità dobbiamo avere il personale non si fa assistenza”. Sul fronte violenza la sindacalista ribadisce che “la gente è spaventata e reagisce in maniera sbagliata. Su questo l'assessore ci ha assicurato che parlerà con le università della regione per formare il personale sanitario ad una gestione migliore sia del conflitto che della rabbia”.

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