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VIDEO | Ruspe in via Lago di Capestrano, muretti e cancelli vanno giù e monta la rabbia dei residenti: "Ora abbiamo paura"

Da stasera quelle che per loro erano "protezioni" seppur abusive, non ci saranno più e il fatto di non essere stati in alcun modo interpellati prima che si agisse è una grande delusione. Di chiunque sia la responsabilità per loro quanto sta avvenendo è un problema che si ripercuoterà sulle loro vite: "Ci lasciano in balia di tossici, delinquenti e prostitute"

Arrivano le ruspe in via Lago di Capestrano e scatta la protesta dei cittadini scesi in strada per esprimere tutta la loro delusione, ma soprattutto tutti i loro timori ora che quella che definiscono una “protezione” dai tanti problemi che interessano il quartiere, non c'è più.

I cancelli e i muretti costruiti quarant'anni fa abusivamente vanno giù sotto gli occhi attoniti di chi ora teme di trovarsi i tossicodipendenti dentro i portoni e che, affermano, vede sparire quello spazio dove si sentivano al sicuro quando i loro figli scendono a giocare.

Chiarimenti li chiedono su chi abbia preso la decisione perché parlano di rimpallo di responsabilità. L'intervento è dell'Ater, confermano anche il candidato sindaco Domenico Pettinari e il capogruppo dell'Udc Massimiliano Pignoli che hanno raggiunto i residenti, con quest'ultimo che fa sapere che la decisione sarebbe stata presa perché quel “muro” costituirebbe un problema per le forze dell'ordine in caso di bisogno di intervento e che chiederà un incontro tramite il sindaco Carlo Masci al prefetto con una delegazione di residenti. La “ratio” per Pettinari non è chiara, ma per i residenti una cosa chiara c'è: ora hanno paura. Un timore trasformatosi in realtà denunciato qualche giorno fa dalla consigliera comunale della Lega Maria Luigia Montopolino che aveva raggiunto i residenti spiegando le ragioni delle loro proteste.

“Qui c'è di tutto di più – spiega una cittadina che lì ci vive -. Levando il Ferro di Cavallo sono tutti passati qua. Noi chiediamo protezione per i nostri figli. Qui ci sono anche ragazzi disabili. Quando sono dietro i cancelli noi ci sentiamo sicuri. Adesso come facciamo? Abbiamo paura”.

“Mia madre ha ottant'anni – dice un'altra donna -. Quando toglieranno i cancelli dovremmo mettere le inferriate. Si sono accaniti contro perone che la mattina si svegliano e vanno a lavorare. Per cambiare le cose ci deve uscire il morto e vediamo. Neanche più i bambini possono giocare. Il Comune dice che è l'Ater. L'Ater dice che è la prefettura che non avrebbe questa conseguenza. Io voglio sapere chi ha preso questa decisione”.

Al di là del chi per loro il problema resta il poi e cioè da stasera quando quei cancelli e quei muretti non ci saranno più. “Qui vengono a fare i bisogni. Hanno rubato con tutti i cancelli i fardelli d'acqua e le bottiglie di pomodoro. Al fratello della signora – dice un altro residente indicando una vicina – hanno rubato al secondo piano. Qua ci sono i tossici che si drogano in mezzo alla strada e se gli dici qualcosa magari ti accoltellano pure. Se poi ti difendo lo Stato ti denuncia e perdi la casa. È giusto? Noi dobbiamo subire le prepotenze di tutti. Non ci hanno manco avvisato con una lettera così che potessimo difenderci con un avvocato”, aggiunge affermando che se poi di fronte alla legge avessero avuto torto li avrebbe tolti lui stesso quei cancelli.

“È come se al quartiere hanno dato una condanna”, dice qualcun altro. Un quartiere che è diventato “pericoloso e invivibile. Rischiamo di trovarci i drogato sotto casa con i pantaloni abbassati davanti ai bambini”, denuncia un'altra donna. “Io sono vedova abito al primo piano e ho paura. Hanno rubato a casa di mio figlio”, riferisce un'altra voce ancora.

“Quando hanno rubato a casa di mio fratelli – prosegue una delle cittadine che voglia di parlare ne ha e molta – hanno distrutto la casa hanno smontato e tagliato divani e materassi. È questa la sicurezza che il sindaco vuole dare al quartiere?” dice ancora lamentando il fatto che si sarebbero messi tutti allo stesso piano: chi delinque e chi no.

“Il sindaco di Pescara – chiosa uno dei cittadini – sta spendendo i soldi per fare il recinto agli ex palazzi Clerico per non fare entrare tossici e prostitute. Noi ce li avevamo e ce li tolgono per far entrare prostitute e tossici. Se li porti a casa sua perché non sa cosa vuol dire vivere qui”.

Per i residenti quanto sta avvedendo al di là delle ragioni che hanno portato alla decisione, rappresenta comunque una sorta di sopruso dovuto al fatto che si sarebbe agito senza considerare le loro paure e i problemi che vivono ogni giorno in quella strada. Avrebbero voluto essere resi partecipi, questo lamentano, ma ora che le ruspe sono arrivate hanno solo paura e si chiedono quale soluzione arriverà per sostituire la protezione che sentivano di avere da quei muretti e cancelli che seppur abusivamente costruiti quarant'anni fa, erano per loro un vero e proprio presidio di sicurezza.

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