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VIDEO | Sanità, nuovo attacco del vicepresidente Pettinari alla Regione: "Ospedali mortificati e il pronto soccorso è un delirio"

Torna a chiedere le dimissioni del presidente Marsilio e l'assessore Verì scattando una fotografia impietosa di quello che sarebbe lo stato di salute dei presidi di Pescara, Penne e Popoli senza dimenticare l'irrisolto problema delle liste d'attesa che, sottolinea, restano lunghissime

Attese fino a quattro cinque giorni nel pronto soccorso di Pescara, mancanza di posti letto nel presidio così come negli ospedali della provincia cioè Popoli e Penne, operatori socio-sanitari impiegato nel presidio di pronto soccorso della città che devono occuparsi anche del vitto per i ricoverati che lì non dovrebbero proprio esserci, pazienti sistemati in ogni angolo e a volte lontani dalla vista degli operatori e ancora anziani rimandati a casa perché posto nelle strutture esterne (le rsa) non ce ne sono, macchinari obsoleti e una medicina territoriale pressoché assente. A tutto questo si aggiunge lo stress e i turni insostenibili che il personale medico e sanitario deve fornire in pronto soccorso e le liste d'attesa che restano lunghissime.

Questa la fotografia che il vicepresidente del consiglio Domenico Pettinari fa ancora una volta della sanità abruzzese per la quale, sostiene, nulla è stato per migliorare la rete territoriale, ma al contrario al presidente della Regione Marco Marsilio e l'assessore regionale Nicoletta Verì imputa il “delirio totale”, come lo definisce del sistema sanitario e a loro torna a chiedere le dimissioni.

A portare al collasso la sanità sarebbe dunque stata “una programmazione becera, ottusa e la mancanza di visione del governo regionale. Bisogna subito assumere medici e operatori socio-sanitari, ma soprattutto creare posti letto nei reparti e nelle strutture esterne per le persone anziane che vengono mandate a casa per poi vederle tornare nuovamente in pronto soccorso. Un tunnel vizioso”, chiosa Pettinari dove a non funzionare è la medicina territoriale, incalza e cioè guardie mediche, medici di medicina generale e distretti sanitari di base “che dovrebbero gestire i codici bianchi”. Accade così che si “ingolfa” tutto e a rendere le cose ancor più macchinose e complesse ci sarebbero le scelte fatte peri presidi i Popoli e Penne che sono stati “colpevolmente depotenziati e declassati”.

“Penne, Popoli e Pescara sono i tre punti cardine da cui si snoda l'offerta sanitaria pubblica, ma questa maggioranza non ha fatto altro che mortificare le strutture ospedaliere. La soppressione della Uon (Unità operativa complessa) di medicina di Popoli – spiega – viene declassata a Uosd (Unità operativa semplice dipartimentale) per cui il reparto perderà il suo primario e non avrà più autonomia giuridica e finanziaria. Popoli avrà quindi un solo reparto con primario in riabilitazione”.

Stesso discorso per Penne “dove c'è una cronica carenza di anestesisti che rendono difficili le operazioni chirurgiche e rallentano le operazioni endoscopiche – denuncia -. Penne è la sede di una grande eccellenza di gastroenterologia che nonostante la presenza di un solo medico ha rappresentato un fiore all'occhiello della struttura per anni”.

Il risultato, conclude, è che “abbiamo 90mila accessi al pronto soccorso di Pescara e un ospedale che scoppia. E' una vera e propria emergenza che deve essere risolta”.

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