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Martedì, 30 Aprile 2024

VIDEO | L'esperienza dell'università di Camerino a servizio della città: entro dieci mesi il Piano del Verde

Tanto durerà la convenzione con l'ateneo che ha già collaborato con l'amministrazione, sarà poi il settore Ambiente del Comune a redigerlo. La professoressa di Urbanistica Rosalba D'Onofrio: "Più verde vuol dire migliore qualità della vita". L'obiettivo è potenziare il verde e metterlo a sistema valorizzando anche il fiume e le zone collinari

Quattro fasi, molteplici aspetti da sviluppare e un solo obiettivo: essere una delle poche città italiane a dotarsi di un Piano del verde. Un piano capace di “valorizzare il verde che ha e potenziarlo all'interno anche dei progetti messi in campo dall'amministrazione che devono essere portati avanti per legare la città al sistema di connessioni ecologiche e ambientali con il fiume. C'è un contratto di fiume da implementare e il sistema collinare è una grande ricchezza che è ora giunto il momento di valorizzare a pieno”.

A dirlo è la docente di Urbanistica dell'università di Camerino Rosalba D'Onofrio sottolineando che “più verde vuol dire migliore qualità della vita dei cittadini”. Ateneo quello marchigiano con cui il Comune ha sottoscritto una convenzione di dieci mesi per arrivare a redarre quel Piano e che si avvale di un rapporto già consolidato grazie alla partecipazione congiunta a due progetti europei orientati proprio alle infrastrutture verdi, uno dei quali nell'ambito del Medio Adriatico. È stata lei insieme al sindaco Carlo Masci, l'assessore comunale al Verde Gianni Santilli e i referenti dell'ufficio Ambiente del Comune a palare degli step che porteranno ad avere il documento. Un piano fondamentale, rimarca D'Onofrio, sia dal punto di vista energetico, che da quello ecologico, sociale ed economico e che deve fare leva quella qualità urbana ed ecologico-ambientale; il territorio e la biodiversità, la qualità urbana e il microclima; la città permeabile; l'agricoltura urbana e periurbana anche tramite i famosi orti urbani; l'abitare la prossimità; lo sviluppo di scenari progettuali e l'informazione e il coinvolgimento dei cittadini.

Dieci mesi e quattro fasi come detto con la prima che sarà quella nel corso della quale si dovrà inquadrare il quadro normativo di riferimento, valutare le best practices italiane e sviluppare gli aspetti strategici del verde nel sistema pianificatorio di scala vasta e locale; quindi il supporto tecnico scientifico alla costruzione del quadro conoscitivo e valutativo con la sintesi delle specificità e delle criticità del verde alla scala urbana e periurbana. In terza battuta da parte dell'università, il supporto tecnico scientifico alla definizione delle strategie e dei criteri per la progettazione e infine quello alla definizione delle strategie e dei criteri per la realizzazione e monitoraggio del piano del verde e per la individuazione di temi ed aree di dettaglio, da sviluppare in successive progettazioni.

“È l'inizio di un percorso – spiega D'Onofrio -. Oggi si introducono i temi del piano del verde che poi dovranno essere approfonditi e trattati in 10 mesi che sono i tempi della nostra convenzione. Il nostro apporto è un supporto scientifico all'ufficio comunale Ambiente che ben conosce il territorio”. “Oltre al verde urbano sono inoltre da attenzionare i grandi connettori ambientali e paesaggistici della città e cioè i sistemi verdi collinari della città e il sistema fluviale – ribadisce - che vanno messi in relazione con il verde urbano, così come è necessario esplorare le possibili forme di coinvolgimento dei privati e delle associazioni nell’implementazione del patrimonio forestale e nella cura e manutenzione del verde”.

Una volta concluso l'iter amministrative e politico e una volta adottato, il Piano del verde rimarca Santilli, “diventerà quindi uno strumento strategico di riferimento per le politiche di trasformazione urbanistica locale e per le conseguenti scelte dell’amministrazione comunale, definendo i principi e fissando i criteri di indirizzo per la realizzazione di aree verdi pubbliche e per la regolamentazione di quelle private. Sarà insomma – sottolinea - un vero e proprio regolamento che ogni cittadino responsabile sarà chiamato a rispettare, una scelta di governance che è stata posta in essere in altre città italiane, poche per la verità e che abbiamo fatto anche nostra”.

“Abbiamo una cura particolare per il verde tant'è che stiamo lavorando non da oggi con l'università per un progetto Life europeo che permette la ripiantumazione degli alberi in città – spiega Masci -. Oggi diamo all'università di Camerino un incarico specifico per arrivare a un risultato concreto che a Pescara non è mai stato raggiunto e che invece noi raggiungeremo grazie all'aiuto degli esperti che sono quelli che dlle cose devono occuparsi concretamente per far sì che Pescara sia una città sempre pi attenta al verde”. Masci ricorda quindi che nei prossimi giorni in virtù degli accordi che si stanno facendo con i privati per la riforestazione urbana saranno pinatumate 200 paulonia che si aggiungono “alle mille piantine che abbiamo già messo in via Celestino V. È un obiettivo che stiamo cogliendo al di là delle polemiche. Questo è il programma che ci siamo dati continueremo fino all'ultimo giorno dell'impegno amministrativo”.

La professoressa D'Onofrio lavorerà al Piano del verde insieme ai professori Andrea Catorci e Chiara Camaioni dell'università di Camerino con lo strumento che verrà poi redatto dal servizio Verde pubblico e parchi del settore Sostenibilità ambientale e transizione ecologica del Comune che vede come progettisti la dirigente Emilia Fino e Mario Caudullo.

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