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Domenica, 28 Aprile 2024

VIDEO | L'opposizione incalza il sindaco sull'inchiesta in Comune: "Ha responsabilità politica e non ha risposto alle nostre domande"

Protesta davanti a palazzo di città a Pescara mentre sindaco e giunta fornivano la loro posizione riguardo all'arresto del dirigente dei Lavori Pubblici, Fabrizio Trisi e altre 3 persone

Le dichiarazioni del sindaco di Pescara, Carlo Masci, hanno convinto ben poco Erika Alessandrini, capogruppo del M5s in consiglio comunale, e Piero Giampietro, capogruppo del Pd.
Sia la Alessandrini che Giampietro ritengono che il primo cittadino e l'intera giunta da lui guidata abbiano responsabilità politiche rispetto a quanto accaduto vista la scelta di nominare Trisi al vertice di un settore cardine.

Trisi aveva già ricoperto un ruolo ai tempi del sindaco Luigi Albore Mascia e 4 anni fa venne scelto anche dall'attuale primo cittadino pescarese.

Mentre Masci e giunta fornivano la loro posizione sulla vicenda davanti al municipio c'è stata una protesta alla quale oltre ad alcuni consiglieri di opposizione hanno partecipato anche i comitati cittadini, come quello "Salviamo viale Marconi" e Conalpa. 

«“I signori del no. Noi dormiamo sonni tranquilli. Se volete decidere voi candidatevi. Non possiamo perdere i soldi per le opere. Stiamo facendo bella la città.
Mai tante opere in cosi poco tempo”», si legge in una nota del Conalpa, «questa è stata la narrazione che l’amministrazione comunale ha raccontato alla città, che per difendersi ha dovuto protestare, scrivere esposti, ricorrere al TAR, sfilare per corso Umberto, organizzare momenti di divulgazione e riflessione. Non nella nostra città. Mai frase più attuale unisce i rappresentanti dei comitati, delle associazioni e i cittadini presenti sotto il palazzo del Comune, durante la conferenza stampa del Sindaco Masci sul caso “Trisi”. Non serve ora dirci “faremo il necessario” “non lo sapevamo” “ci riscatteremo”. L’amministrazione, la sua giunta, non è riuscita prima a valutare, provvedere, prevenire; perché dovrebbe riuscirci oggi? Non ha ascoltato i tanti segnali che venivano dalla città, non ha mai aperto un tavolo per la partecipazione, che è stata al contrario negata e derisa. Indignazione, mancanza di fiducia, consapevolezza che dentro il palazzo c’è una mancanza totale di controllo, per tali motivi oggi il coordinamento “Non nella nostra città” oggi ha detto “basta”. Non c’è più il tempo del riscatto, ora è il momento di impedire danni ulteriori e riparare quelli malamente prodotti. E le dimissioni del sindaco sono il primo passo».

I consiglieri comunali Mirko Frattarelli e Marinella Sclocco rinnovano la richiesta di dimissioni del sindaco: «Non possiamo non sottolineare di come il primo cittadino esca comunque indebolito e ferito da un terremoto giudiziario che vede coinvolto il suo braccio destro», scrivono in una nota, «ci aspettavamo dalla conferenza stampa che il sindaco si assumesse una responsabilità quantomeno politica di quanto accaduto, ma purtroppo siamo stati smentiti. È emersa invece una volontà netta di continuare a navigare a vista, senza riflettere sul terremoto giudiziario che ha investito palazzo di città. L' opposizione ha più volte sollecitato il sindaco e la giunta a fare chiarezza su tante questioni inerenti i lavori pubblici, senza mai ottenere risposte. Un atteggiamento questo che ci lascia sgomenti, in quanto l'operato e l'impegno della minoranza ha avuto sempre come unico obiettivo l'interesse e il bene della città, ed essere stati snobbati per anni, ha contribuito forse a quanto stiamo vedendo e leggendo in questi giorni. Durante la conferenza stampa siamo stati tacciati da alcuni esponenti della giunta di fare gossip e sciacallaggio. Dichiarazioni che respingiamo con forza. Quel che tutta la città sta leggendo in merito all'inchiesta, di fatto mette in discussione decine e decine di cantieri e di opere pubbliche, anche in corso, oltre che a ferire l'immagine e la dignità di tutto l'ente stesso. Trasparenza e rigore dovrebbero essere priorità per una amministrazione comunale. Non possiamo permettere che l'amministrazione comunale non sia messa nelle condizioni di non poter lavorare serenamente, ecco perché chiediamo le dimissioni dell'intera giunta. L'aria che si respira a palazzo di città è troppo pesante, e l'inchiesta che in qualche maniera continua a riservare sorprese, di fatto indebolirà ancor più di quanto non lo sia, questa amministrazione comunale. Per il bene di tutta la città, sindaco e assessori facciano un passo indietro, e si torni alle urne quanto prima. È impensabile che si possa continuare a governare come se nulla fosse successo». 

«Masci non si è accorto di nulla, “Annamo bene”, direbbe la sora Lella, “proprio bene”», scrive Ivano Angiolelli del comitato Strada parco, «il senso compiuto delle intenzioni del sindaco di Pescara, preannunciate sulla sua pagina social, si è puntualmente affermato nella sala giunta di palazzo di Città. "Sono il primo a essere attonito e sconcertato per quanto è successo. Per me e per tutti noi era impensabile immaginare una dipendenza dalla droga da parte del dirigente del settore Lavori Pubblici, Fabrizio Trisi". Questo il messaggio iniziale del sindaco di Pescara, Carlo Masci, che ha riunito i giornalisti per esprimere la sua posizione e quella della giunta comunale riguardo all'inchiesta "Tana delle Tigri" che ha portato all'arresto del dirgente Fabrizio Trisi, dell'imprenditore Vincenzo De Leonibus e di due spacciatori di droga. Un bel quadretto a sorpresa che getta fango sull’immagine della città. Masci fatica a nascondere la delusione per quanto accaduto, visto che si tratta di un dirigente scelto da lui stesso in base al curriculum vitae, all'esperienza decennale che aveva già maturato a Pianella, a Pescara (ai tempi del sindaco Albore Mascia, ndr) e alle competenze vantate. Trisi è stato assunto con regolare procedura di selezione pubblica, in base all’ex articolo 110 del Tuel per il curriculum e la professionalità. Al di là del suo temperamento sanguigno, talvolta sopra le righe e sul quale è stato più volte ripreso", ha detto il sindaco. Il quale sorvola sul lungo rapporto di amicizia che lo lega al tecnico di sua fiducia, posto che - sul piano deontologico - Fabrizio Trisi. Cosa ne farà Pescara di un sindaco e una giunta che hanno perso credibilità e consenso nel rapporto fiduciario compromesso con i cittadini offesi? Quale autorevolezza potranno esibire nell’azione amministrativa volta a imporre progetti divisivi radicalmente contestati dai cittadini? Con le dimissioni doverose avrebbero preservato la dignità. Ora, hanno smarrito anche quella».

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