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VIDEO | Goletta Verde promuove il mare di Pescara, ma per i fiumi l'inquinamento resta un grande problema

La foce del fiume Saline tra Montesilvano e Città Sant'Angelo è inquinata, degli otto punti di prelievo quattro sono fuori i limiti di legge, il presidente Legambiente Abruzzo Di Marco: "Il quadro sia base di partenza per un necessario salto di qualità"

Promosso il mare di Pescara dalla Goletta Verde di Legambiente che il campionamento lo ha fatto sul Lungomare Matteotti e nello specifico nello spazio antistante la Nave di Cascella, ma non è così per tutti e a risultare inquinati sono soprattutto i fiumi come nel caso di Montesilvano-Città Sant'Angelo dove la foce del fiume Saline, con il prelievo fatto alla rotonda di via Carlo Maresca, risulta inquinato ovvero con la presenza di enterococchi e di escheria coli superiori ai limiti previsti.

Il quadro complessivo, a livello regionale parla di una situazione di stallo in cui, come l'anno scorso, sebbene con alcuni punti di prelievo diverso, quattro zone sono nei limiti di legge e quattro no. A spiegarlo è Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo. I prelievi sono stati fatti il 18 luglio. Oltre al fiume Saline fuori i limiti di legge sono risultati quelli fatti A Martinsicuro-Alba Adriatica alla foce del fiume Vibrata e nello specifico in località Villa Rosa di Martinsicuro, alla foce del fiume Alento in via della Rinascita a Francavilla al Mare risultato “fortemente inquinato”, l'unico tra tutti e, infine in mare proprio davanti al fiume Feltrino a San Vito Chietino. Entro i limiti di legge oltre al mare di Pescara, invece, anche la spiaggia di via Nazaro Sauro sul lungomare Trieste di Roseto degli Abruzzi fronte scarico, il mare nel tratto antistante la foce del canale in contrada La Foce di Rocca San Giovanni e il mare antistante il torrente Buonanotte nel tratto Vasto-San Salvo.

Sono dunque proprio i fiumi i punti di massima criticità. “Sostanzialmente – spiega Di Marco – abbiamo un quadro numerico pari a quello dello scorso anno con quattro realtà buone e quattro che sforano i limiti di legge. Questo indica che dobbiamo accelerare per uscire dalla fase di stallo migliorando le attività funzionali per garantire la qualità delle acque del nostro sistema di depurazione e mettere in campo tutte quelle azioni che servono a migliorare il sistema del bacino idrico nel suo complesso, non solo il mare, ma soprattutto i fiumi. Le criticità maggiori sono alle foci di questi ed è lì – ribadisce – che si deve intervenire in modo più deciso per ricercare le cause dell'inquinamento. Per chiudere possiamo dire che il quadro ci dà una buona base si partenza per fare il definitivo salto di qualità che dia valore all'Abruzzo che ha un brand anche come regione verde d'Europa”.

Tra i presenti all'illustrazione dei risultati dei campionamenti di Goletta Verde anche il direttore generale dell'Arta Abruzzo Maurizio Dionisio: “Il monitoraggio più è esteso, più p complesso, più è diversificato e più è prezioso – afferma -. Partecipiamo con interesse all'attività di Legambiente perché ritengo che più occhi guardino evidentemente meglio. Siamo sempre attenti ad ascoltare l'ambiente: è il nostro lavoro – conclude – è il nostro compito istituzionale e gli uomini dell'Arta sono costantemente impegnati su questo”.

Presente anche l'assessore regionale Emanuele Imprudente e tra gli altri, anche Federica Barbera, portavoce Goletta Verde Legambiente che sottolinea come l'obiettivo non sia quello di sostituire il lavoro degli enti preposti, ma di dare loro un supporto. L'occasione per lei e Sergio Guccione, referente dell'Area marina protetta del Cerrano (Amp) anche per sottolineare l'importanza del progetto Life Delfi con cui si lavora alla coesistenza tra pesca e delfini puntando alla riduzione dell'uso delle reti e la comprensione di quanto i mammiferi possano anche essere una risorsa turistica per chi in mare lavora. Oggi, proprio nell'ambito del progetto, alla Torre del Cerrano sarà liberata una tartaruga al fine di ricordare l'importanza di tutelare la biodiversità. Presente anche Marco Paolilli, responsabile dell'area centro-sud del Conou (Consorzio nazionale per la gestione, la raccolta e il trattamento degli oli minerali usati) che collabora con Legambiente per promuovere la rigenerazione e il riuso degli oli lubrificanti e che in quasi 40 anni di attività, sottolinea, ha raccolto oltre 6,5 milioni di tonnellate di olio lubrificante che sarebbero state disperse in acqua provocando un inquinamento pari a due volte il mar Mediterraneo.

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