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VIDEO | Blasioli (Pd): "Annunci ma niente lavori sulla provinciale Penne-Farindola-Rigopiano, a rischio economia e sicurezza"

Il consigliere regionale chiede spiegazioni al presidente Ottavio De Martinis: "Aveva detto che sarebbe stata chiusa il 14 settembre per completare gli interventi entro maggio, ma si sono persi mesi importanti in vista dell'inverno poco clemente nell'area vestina interessata. Un danno per le attività che meritano di ripartire e senza segnaletica a rischio l'incolumità delle persone"

I lavori sarebbero dovuti riprendere a metà settembre, ma a fine novembre della riapertura del cantiere non c'è traccia con la strada che resta sì aperta, ma con tutti i rischi connessi al grave dissesto di cui è oggetto e soprattutto con una difficile immaginabile riapertura con la messa in sicurezza terminata in vista della prossima stagione estiva che si tradurrebbe in un ennesimo danno per il comprensorio, in particolare di Farindola e Rigopiano.

A denunciarlo, parlando della strada provinciale 8 che collega Penne alle altre due realtà e che in sostanza ricomprende una parte importante dell'area vestina, è il consigliere regionale del Partito democratico Antonio Blasioli che chiede risposta in particolare al presidente della Provincia Ottavio De Martinis che dopo lo stop dei lavori, giustificato sottolinea l'ispettore dem, per consentire alle attività della zona di lavorare durante l'estate, aveva annunciato, ricorda Blasioli, la nuova chiusura per il 14 settembre. Annuncio fatto, sottolinea, con il sindaco di Penne Gilberto Petrucci. L'obiettivo era quello di riaprire a maggio 2024, ma dei lavori, denuncia Blasioli, “non c'è traccia e la strada non è stata chiusa”. Un ritardo che “si somma al ritardo precedente”, incalza ricordando che si parla di una strada di 19 chilometri, sette dei quali asfaltato “a macchia di leopardo, ma senza il rifacimento della segnaletica orizzontale” precisa, “molto importante per quell'area, ma dove ci sono lavori infiniti finanziati nel 2016 con il Masterplan della giunta guidata da Luciano D'Alfonso e appaltato nel 2021. I lavori sono iniziati nel 2022 e dovevano terminare in 365 giorni – ricorda quindi il consigliere regionale -. Il primo settembre De Martinis con i sindaci e in particolare con quello di Penne, ha annunciato che il 14 settembre la strada sarebbe stata nuovamente chiusa per far ripartire i lavori. Siamo al 24 novembre e la strada è ancora aperta”.

“Si sono persi mesi miti in cui i lavori dovevano essere fatti considerando che in quell'area le condizioni altimetriche invernali prevedono pioggia e condizioni molto negative, compresa la neve. Siamo timorosi e dubbiosi – conclude – che possa riaprire a maggio 2024”. Questo si tradurrebbe, in sostanza, in un ennesimo rinvio della piena fruibilità a danno dei cittadini, ma anche e soprattutto, nell'ottica del turismo, delle attività commerciali rimarca Blasioli. Uno smacco per lui alla zona di Farindola e Rigopiano in particolare che vorrebbero scrollarsi di dosso l'ombra pesantissima della tragedia dell'omonimo hotel e avviare una vera ripartenza anche grazie a quella strada panoramica che è la strada provinciale, sottolinea ancora il consigliere. “Un territorio – dice ancora – fatto di eccellenze gastronomiche”.

Altro aspetto riguarda proprio quei sette chilometri asfaltati “a macchia di leopardo, ma senza segnaletica”, ribadisce. “De Martinis aveva detto che si sarebbe aspettata la fine dei lavori perché servono mezzi pesanti e il rischio era di rovinare nuovamente l'asfalto. A questo punto faccio un appello al sindaco di Penne e al presidente della Provincia perché verifichino anche la scarsa sicurezza della strada in particolare nelle contrade tra Colle Trotta e Conaprato. È un pericolo per automobilisti, motociclisti e biciclette. Non si può aspettare i lavori devono essere terminati a meno che per De Martinis – aggiunge – non sia più importante il manto immacolato rispetto alla prevenzione di eventuali incidenti”.

La richiesta è chiara: spiegare perché all'annuncio non è seguita una reale riapertura del cantiere e la richiesta di fare in modo che si provi ad arrivare, al di là dei dubbi espressi, alla sua sistemazione entro la prossima estate perché oltre ai problemi di percorribilità e di incolumità, conclude Blasioli, “questo è un grande danno per le attività commerciali di Farindola che in questa strada di passaggio trovano sicuramente ricchezza e appetibilità ed che rappresenta un segno di maggiore attenzione che bisogna dare a Farindola dopo tutto quello che è accaduto”.

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