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Che fine fanno i tronchi degli alberi tagliati? L'interrogazione di Odoardi e la risposta del Comune

Giancarlo Odoardi, in qualità di cittadino, aveva chiesto chiarimenti circa l’utilizzo ultimo della biomassa legnosa derivante da interventi di potatura ovvero di rimozione di alberi e arbusti per finalità plurime

Un'interrogazione nell'ambito del question time riservato ai cittadini per sapere come venga utilizzata la legna derivante dai tagli degli alberi operati dal Comune di Pescara.
È quella che ha presentato Giancarlo Odoardi lo scorso 28 dicembre nell’ambito del consiglio comunale straordinario di fine anno.

Odoardi ha illustrato l’interrogazione con oggetto: “Richiesta di partecipazione al question time ai sensi del regolamento del question time del cittadino – Patrimonio arboreo e arbustivo urbano: chiarimenti circa l’utilizzo ultimo della biomassa legnosa derivante da interventi di potatura ovvero di rimozione di alberi e arbusti per finalità plurime”.

Questo il testo: «L’attività di gestione del verde pubblico urbano a Pescara ha comportato sovente la rimozione di individui arborei perché ritenuti non sani, oppure pericolosi per l’incolumità dei cittadini per rischio crollo o per avvenuto cedimento, o ancora per l’adeguamento funzionale di servizi o per la realizzazione di insediamenti civili o nuove infrastrutture viarie. Emblematico è il caso della Riserva Dannunziana che ha visto l’asportazione di numerosi individui arborei per la realizzazione del pendolo, come anche la rimozione di numerose piante in seguito dell’incendio del 2021 (opera che sarà a breve ripresa per una azione di riqualificazione forestale). C’è un fattore che accomuna tutti detti interventi e che spesso passa in secondo piano: l’asportazione di biomassa vegetale, che si traduce nella rimozione di Co2 fissata nel legno da un lungo processo fotosintetico. Al riguardo chiedo: che utilizzo è stato o viene fatto della biomassa prelevata? Ci sono dati annuali e quindi totali sul numero di individui rimossi, sulla loro massa e sul corrispondente quantitativo di carbonio che, in un tempo dilatato, gli alberi rimossi hanno estratto dall’atmosfera e quindi stoccato nei loro tessuti? Al di là dei processi di decomposizione naturale di fondo, di detta biomassa è stata mantenuta il più possibile la componente di materia, trattenendo e non disperdendo il contenuto in carbonio con processi di conservazione, come ad esempio il compostaggio verde o anche trasformando il legname in manufatti e utensili vari, o è stata scelta l’opzione della combustione, ottenendo certamente energia ma liberando Co2 in atmosfera? Nei casi, credo più frequenti, di affidamento dei lavori a soggetti terzi, sono state date indicazioni al riguardo? E se si, quali? Diversamente, si hanno informazioni circa l’esito gestionale, soprattutto di biomassa, ma anche economico, del legname prelevato? In conclusione, esistono al riguardo bilanci di Co2?».

Questa invece la risposta, predisposta dalla dirigente del settore, che l’assessore al Verde Pubblico ha provveduto a leggere: «In riferimento all’interrogazione di cui in oggetto, si riscontra che la manutenzione del verde viene eseguita attraverso l’ausilio di numerosi operatori acquisiti in economia diretta, con società partecipate o attraverso specifici affidamenti (giardinieri interni, società Ambiente e Multiservice, operatori economici terzi) che hanno tempi e modalità di esecuzione definiti e distinti. Per quanto sopra il quesito posto non è rivolto a uno specifico atto o azione in essere bensì tende a un’elaborazione quinquennale di dati derivanti da una miriade di progetti esecutivi svolti solo parzialmente dall’assessorato al Verde Pubblico, come nel caso citato nell’istanza per via Pantini. I dati richiesti richiederebbero un aggravio di elaborazioni e tempi abnormi per la pubblica amministrazione al solo fine del controllo generalizzato dell’operato di quest’ultima. Tuttavia come previsto dalla legge regionale n. 3 del 2014 Il sindaco, un mese prima della fine del suo mandato, deve rendere pubblici i dati aggregati del bilancio arboreo riferito al periodo di vigenza della consiliatura. Tali dati sono in corso di elaborazioni e forniranno, nei limiti di quanto stabilito dalla citata legge e dal relativo regolamento attuativo, le risposte richieste».

Questa la considerazione di Odoardi dopo la risposta: «Al di là dell’unico riferimento normativo, tra l’altro errato (a quanto pare per un refuso d’ufficio) in quanto la legge regionale 3/2014 (legge organica in materia di tutela e valorizzazione delle foreste, dei pascoli e del patrimonio arboreo della Regione Abruzzo) non si pronuncia rispetto agli obblighi del sindaco di presentare un bilancio arboreo a fine legislatura, essendo la norma di riferimento la legge 113/92 poi ripresa dalla legge 10/2013 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani), la risposta consente di fare alcune supposizioni in relazione agli obblighi procedurali che governano la materia trattata».

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