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Sono altri 62 gli alberi malati che dovranno essere tagliati in città

A fare il punto della situazione è Ivo Petrelli, presidente della commissione comunale Ambiente dopo la seduta convocata per tracciare un quadro della situazione del verde a Pescara

Sono altri 62 gli alberi malati che dovranno essere sottoposti ad abbattimento a Pescara.
Il quadro sulla situazione del verde in città è stato fatto nel corso di un'apposita seduta della commissione Ambiente che si è tenuta alla presenza del funzionario Mario Cadaullo e del funzionario Di Paolo.

La commissione è stata voluta dal presidente Ivo Petrelli anche in seguito alle polemiche degli ultimi giorni per l'abbattimento di alcune piante.

«Il patrimonio arboreo della città di Pescara conta complessivamente 25mila alberi», chiarisce Petrelli, «negli ultimi cinque anni sono stati sottoposti a valutazione 5mila piante individuando solo 62 piante da sottoporre ad abbattimento. Questo significa che l’amministrazione comunale non mira a cancellare il nostro verde, ma cerca piuttosto di preservare e tutelare tutto ciò che non rappresenta un pericolo per i cittadini, adottando tutte le misure di salvaguardia in favore delle piante ed eliminando solo quegli alberi che di fatto hanno concluso il proprio ciclo vitale».

Poi Petrelli puntualizza: «Parliamoci chiaro: al Comune di Pescara nessuno si sveglia la mattina armato di motosega per andare a devastare le nostre piante. Le polemiche che esplodono ogni volta che viene tagliato un ramo di un albero secco spesso non tengono conto delle vite umane che vanno tutelate e protette da un potenziale crollo. Nello specifico, a Pescara viene utilizzato da dieci anni un protocollo italiano che disciplina le metodologie di verifica delle piante per certificarne lo stato di salute e di solidità. Complessivamente dobbiamo gestire circa 25mila alberi dei quali dobbiamo conoscere il ciclo di vita e sui quali dobbiamo calibrare le risorse economiche disponibili. Nello specifico predisponiamo delle campagne mirate di verifica con una pianificazione quinquennale del piano di gestione del rischio con una campagna annuale di controllo di un blocco di esemplari. All’esito dei risultati, il target che presenta delle criticità viene costantemente monitorato, dunque diminuisce la popolazione non censita, ma aumenta il numero dei pazienti cronici. Le piante più problematiche sono senza dubbio i pini che in un ambiente naturale vivono almeno 200 anni, ma nel contesto cittadino l’età di ogni pianta si riduce a soli 60-70 anni perché si accentua l’invecchiamento precoce. I controlli ovviamente, come delineato dal dirigente Caudullo, non si limitano all’osservazione visiva, ma prevedono analisi di trazione e altre prove pratiche attraverso l’analisi dei fattori di rischio. La statistica ci dice che su 100 alberi il 30 per cento viene sottoposto a esami di secondo livello e, di questa percentuale, il 5-10 per cento viene sottoposto a prova di trazione, con una spesa di 7-800 euro per ogni albero. A tale protocollo nazionale, Pescara sta aggiungendo altri strumenti di valutazione incrementando ulteriormente il livello dei controlli commissionando la predisposizione di un piano di gestione del rischio perché sono cambiate alcune norme e alcuni aspetti dell’approccio metodologico per la valutazione degli alberi, denominato Arete, che non si basa più solo sulla propensione al cedimento, ma valuta anche il rischio che può generale l’albero cadendo. Questo differenzia le valutazioni, ovvero: un albero che sta in un’area isolata, seppure presenta una criticità, non viene toccato; lo stesso albero, con la stessa criticità, situato a ridosso di un asilo nido viene abbattuto potendo arrecare danno alla vita umana. Il rischio zero, ovviamente, non esiste, a volte si possono decidere misure di conservazione se si è in presenza di alberi monumentali o di filari monumentali, ovvero piante che hanno un valore storico, e a Pescara ne abbiamo 6, ma in linea generale la tutela della popolazione non consente agli Uffici comunali di avere un atteggiamento ‘romantico’, ma impone rigidità, e lungimiranza, perché comunque l’abbattimento delle piante è la fase finale del ciclo vitale e dobbiamo sempre trovare il perfetto equilibrio tra gli abbattimenti ecosistemici e le nuove piantumazioni. Purtroppo, come delineato anche dal funzionario Di Paolo, gli alberi in città vivono un ecosistema alterato, non naturale, un pino cade perché magari sotto c’è un cavidotto, con il passare degli anni i fattori di stabilità diminuiscono e alcune piante si ribaltano. Infine il Comune di Pescara si sta dotando di altri due strumenti di valutazione: il Piano delle piantumazioni e il Piano del clima perché oggi le valutazioni di stabilità di una pianta devono necessariamente tener conto dei mutamenti climatici, come il fattore vento che fino a qualche anno fa soffiava a 80 chilometri orari al massimo, mentre oggi può arrivare anche a 100chilometri orari».

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