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L'ordine degli agronomi: "Il verde urbano è gestito correttamente da noi professionisti degli alberi"

In una lettera ai cittadini, agli enti pubblici, alle scuole e alla stampa si legge: "Togliamo ogni equivoco, riportiamo il tema nei canoni della serietà e della verità scientifica"

L'ordine provinciale degli agronomi e dei forestali ha diffuso una lettera aperta con cui si rivolge ai cittadini, agli enti pubblici, alle scuole e alla stampa per "riportare il tema del verde urbano, della sua gestione e pianificazione nei canoni della serietà e della verità scientifica. Il progresso della nostra società si basa non solo sulle scoperte scientifiche e sugli studi accademici sui quali vengono cucite le competenze delle professioni ma anche sulla ragione. Si assiste però, contrariamente ad essa, a continui ad attacchi irrazionali da parte di alcune associazioni ambientaliste che ad ogni intervento di gestione ordinaria del verde urbano aggrediscono noi dottori agronomi e dottori forestali. Non si comprendono le motivazioni di questi attacchi, visto che a criticare sono figure che non possiedono la nostra conoscenza scientifica e competenza professionale".

Tali attacchi, ricorda l'ordine, "consistono in critiche sulle valutazioni di stabilità arborea i cui protocolli sono ad esclusivo appannaggio dei dottori agronomi e dei dottori forestali. Si fa presente, a chi critica, che la nostra regione vede il 44% della superficie regionale coperta da foreste e per ogni anno che passa, un ulteriore 1% del totale si aggiunge alla crescita (dati dell’inventario nazionale forestale e dei serbatoi di carbonio 2015). Nelle città i bilanci arborei vedono un aumento delle piantagioni rispetto agli abbattimenti. L’Abruzzo, grazie alla donazione di privati e fondazioni, è stata apripista a livello italiano con 5,5 ettari di nuovi boschi urbani con oltre 4.500 piantine (Giulianova e Torrevecchia Teatina) che andranno a ricostituire i querceti unico vero paesaggio identitario della collina costiera abruzzese".

L'ordine degli agronomi precisa che "non vi è nessun approccio ideologico nel lavoro che si svolge. Si stanno sostituendo alberature a fine ciclo, pericolanti o piantate in posti sbagliati come le aiuole e i marciapiedi. È il caso dei pini (pino domestico e pino d’Aleppo) per i quali si prevede una loro migrazione dai marciapiedi ai parchi. Insomma fummo noi forestali e agronomi a riforestare l’interno abruzzese e le dune costiere con i pini. Tutti i cittadini amano queste piante per il pic-nic ma non riservano lo stesso sentimento quando queste fanno i danni, con le radici, al manto stradale, ai manufatti e cadono improvvisamente su auto o sulle persone. Siamo sempre noi impegnati a ricostituire le pinete bruciate e a farle rinnovare naturalmente quando questo è possibile. Siamo sempre noi a curare gli alberi quando questi hanno le malattie".

E ancora: "Prescriviamo la cura per salvare dalla morte il pino domestico attaccato dalla Cocciniglia Tartaruga del pino. Siamo noi a prescrivere la cura per i lecci. Siamo noi a non far abbattere alberi sani quando ce lo chiedono. Siamo noi, purtroppo, a decretarne l’abbattimento quando questa è l’unica opzione percorribile. Per fortuna, siamo noi a scegliere correttamente la specie giusta al posto giusto andando a sanare gli errori di impianti passati con specie errate quanto gli Enti non chiedevano il nostro consulto tecnico scientifico. Siamo noi, quindi, i veri amanti degli alberi, i veri amanti dell’ambiente da tutelare e gestire. Siamo anche ecologi applicati che vedono come missione l’aumento dei benefici ecosistemici delle alberature delle città. Ma veniamo al dunque, i cittadini al 99% chiedono l’abbattimento degli alberi o le potature anche quando questi interventi non servono. Questo avviene perché possedere la cultura del verde è un fenomeno ancora in salita ma in costante crescita. Non abbiamo quindi una società che si oppone alla gestione del verde e agli abbattimenti come vorrebbe far credere un'infinitesima minoranza di cittadini".

Poi si precisa: "Nelle nostre scuole dobbiamo essere solo noi a insegnare alle nuove generazioni la cura del verde e la tutela degli alberi. Possiamo solo noi dare le giuste indicazioni tecnico scientifiche e divulgative per far conoscere gli alberi alle nuove generazioni. Non servono quindi nelle Scuole alcune associazioni ideologizzate che parlano della nostra materia senza conoscenza scientifica e competenza professionale. Per fortuna la ragione ha portato la nostra società ad avere le leggi, le professioni e noi dottori agronomi e dottori forestali che siamo nati con la sola missione quella di tutelare, curare e reimpiantare gli alberi in città e nelle foreste".

Per concludere, l'ordine degli agronomi rivolge un appello "alla stampa, ai dirigenti scolastici, ai docenti, agli Enti amministrativi e alla politica: diffidate di alcune associazioni con finti esperti per proteggere la società, l’educazione dei bambini e dei ragazzi e la tutela degli alberi e delle foreste dall’irrazionalità e, cosa più grave, dall'incompetenza legata a presunzione".

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