Imagina - esposizione d'arte - omaggio a Giancarlo Cutilli
Dal 19 dicembre 2015 (inauguarazione alle ore 17.30) all'8 gennaio 2016 a Penne (Pe) in corso Alessandrini 38 si terrà una mostra che vuole essere un omaggio a Giancarlo Cutilli, artista pennese scomparso nell'agosto del 2015.
Giancarlo Cutilli nasce a Penne nel 1948. Frequenta l’Istituto Statale d’Arte “Mario dei Fiori”.Negli anni Settanta si trasferisce a Roma insieme all’artista Pennese Renato Petrucci per studiare presso L’Accademia di Belle Arti. Si diploma con Pericle Fazzini nel 1973 all’interno della sezione Scultura con un lavoro di tesi dal titolo : Le scritte murali a Roma . Una ricerca artistica ed antropologica sulle scritte murali realizzata insieme ai suoi amici e colleghi Renato Petrucci e Roberta Filippi, pubblicata successivamente nel 1974 con una introduzione di Enrico Crispolti. In quello stesso anno Giancarlo collabora, insieme ad altri amici artisti, all’operazione Volterra ’73 curata dallo stesso Enrico Crispolti in collaborazione con lo scultore Mino Trafeli. In questo contesto culturale approfondì la sua conoscenza con l’artista romano Fabio de Sanctis , il quale all’interno della sua mostra e operazione itinerante La Traversata della Alpi, introdusse come tappa nel 1975 anche la città di Penne. Passaggio dell’artista romano di fondamentale importanza in grado di portare segni e gesti rivoluzionari sia per il contesto artistico che per quello culturale -antropologico. Inoltre in quegli stessi anni la Pro-loco si vede protagonista di un ulteriore evento culturale dal nome Controindicazioni in cui Giancarlo Cutilli insieme ad altri validi amici, come l’artista Renato Petrucci furono parte attiva, con l’intento di porre profonde riflessioni sul contesto pennese. Giancarlo dedica successivamente la sua vita all’insegnamento e alla ricerca artistica, in modo specifico verso la scultura e la fotografia. Ci lascia dopo una lunga malattia nell’agosto del 2015.
La mostra qui presentata vuole essere un omaggio ai suoi lavori ed alle sue tendenze artistiche. Una panoramica restituita in modo particolare dalla fotografia, la quale ha come obiettivo quello di imprimere e trasmettere i diversi passaggi artistici e culturali da lui vissuti.
Fotografia che può essere guardata da un lato come documentazione di composizioni materiche sulla scia dell’arte povera, minimalista e concettuale e dall’altra come opera d’arte la cui essenza è data dall’attimo dell’azione, sulla scia degli happening, della body art e della performance. Durante gli anni Settanta, periodo da lui vissuto in maniera molto intensa, sia politicamente che artisticamente, predominano le poetiche extrapittoriche, dove ad emergere sono le componenti concettuali della fotografia. Ciò che conta infatti è l’idea, soggettiva e di libera interpretazione, non la dimensione materiale dell’opera. La fotografia dunque entra nel progetto stesso dell’opera divenendo parte costitutiva ed elemento irrinunciabile. Durante gli anni settanta il contesto artistico è avvolto da tutte quelle istanze di rinnovamento proveniente dal dirompente fenomeno del sessantotto. L’idea di partecipazione allargata alla politica e al sociale in genere, si estende dunque ai territori dell’arte.
Giancarlo Cutilli, artista intriso di forte originalità, realizza opere,spesso fotografiche, che guardano da un lato verso composizioni materiche date dalla trasformazione degli oggetti, dall’altro verso azioni dove lui stesso si fa protagonista. Oggetti, come un telefono, un telecomando,sedie, tavoli, o sezioni di oggetti, quali chiodi, piccole serrature, viti o bulloni, che vengono estrapolati dal loro contesto per essere trasformati in opera a sé dove l’immaginazione diventa predominante. Composizioni date anche dall’intersecazione di elementi naturali, come una pietra, una pigna, una conchiglia o spiga di grano, con parti di oggetti quotidiani, quali rubinetti, chiodi, bulloni o parti metallici. Installazioni fotografiche che evidenziano sottilmente rimandi surrealistici ma posti in chiave personale e soggettiva. Dal punto di vista scultoreo invece l’intento è quello di dialogo con la materia e i vari modi di plasmarla evidente nelle sue piccole sculture su pietra e terracotta. In ogni caso l’importanza fondamentale non è costituita dalla lettura univoca e unilaterale dell’opera d’arte, ma nel suo rovesciamento, ossia anche in un suo possibile non significato o semplicemente significato soggettivo del fruitore , le cui teorie furono poste in atto già dai primi anni ’10 del ‘900 con i dadaisti Marcel Duchamp e Man Ray. Una riflessione dunque sulla nostra quotidianità, sull’importanza dell’osservazione verso le cose semplici ma non affatto banali, sull’essenza della realtà vissuta e sull’esistenza umana.