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Economia

La Cna sul credito alle imprese abruzzesi: "Salvate dai fondi garantiti ma con cifre più basse della media italiana"

L'associazione di categoria ha diffuso i dati relativi allo studio di Aldo Ronci sull'andamento dei prestiti nel periodo della pandemia, ed esprime preoccupazione per i prossimi mesi quando finiranno le misure di sostegno

I prestiti garantiti dallo Stato hanno salvato le imprese abruzzesi in difficoltà, ma di fatto hanno sostituito i crediti non erogati direttamente dal sistema bancario. La Cna ha diffuso i dati dello studio di Aldo Ronci, relativi all'andamento dei finanziamenti e crediti nei mesi della pandemia del 2020, in base ai numeri di Bankitalia e del fondo centrale di garanzia, mostrando fra l'altro prestiti medi in Abruzzo al di sotto della media nazionale, pari solo al 59% di quanto concesso nel resto d'Italia. Ronci ha spiegato:

"Nella nostra regione, al 31 dicembre scorso - argomenta Ronci - i prestiti alle imprese ammontavano a 10 miliardi e 980 milioni di euro, ben 2 miliardo e 108 milioni dei quali erogati però in seguito ai provvedimenti emanati per fare fronte all’emergenza Covid-19. L’incremento sui dodici mesi precedenti è stato di 513 milioni: ma se queste cifre si considerano al netto dei fondi garantiti dallo Stato, ecco allora che i prestiti hanno subito una caduta di un miliardo e 595 milioni. Insomma, i fondi garantiti non si sono aggiunti al credito ordinario, si sono limitati a sostituirlo, seppure con qualche ritocco verso l’alto. Ma non certo secondo le aspettative"

Solo grazie alle garanzie statali, dunque, si è avuto un aiuto concreto alle imprese con cifre comunque ben al di sotto delle medie nazionali, ed un calo dei prestiti alle imprese doppio rispetto alla media nazionale.  Il presidente regionale Cna Savino Saracenti ha aggiunto:

"Uno scenario, dunque, assai poco rassicurante. In generale: perché con la fine dell’emergenza sanitaria e il venir meno delle principali misure di sostegno (proroga a fine anno del blocco del pagamento delle rate dei mutui, rinnovo seppure in forma ridotta dei vari decreti destinati a garantire liquidità, fine della cassa integrazione) si annuncia per le imprese uno scenario preoccupante da gennaio 2022.

A tutt’oggi, la legge regionale sul credito datata 4 maggio scorso, con una dotazione di 10 milioni di euro, che pure prometteva di essere operativa in 15 giorni, non è ancora in grado di erogare i finanziamenti annunciati"

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