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Cronaca

Vigili inventano una multa per vendetta: l'incredibile vicenda di un pescarese

Alla fine la Giustizia ha dato ragione a Enrico D'Annunzio, cittadino pescarese che nel 2003 si vide recapitare una multa per una presunta violazione mai commessa. Condannati due vigili

Una vicenda iniziata nel 2003 che ora è finalmente arrivata a concludersi. Protagonista un normale cittadino pescarese, Enrico D'Annunzio, residente in via Fonte Romana.

Come si legge su Il Centro, tutto ha inizio quando D'Annunzio nota che due vigili urbani stanno multando l'auto della cognata che si trova in divieto di sosta.

L'uomo scende in strada assieme alla moglie per protestatre, ma uno degli agenti gli chiede la patente. D'Annunzio fa notare che non si trova alla guida dell'auto, ma comunque prende il documento custodito nella sua auto parcheggiata all'interno del cancello di casa. Lo stesso cittadino chiede le generalità al vigile, che gli risponde di leggerle sulla multa. D'Annunzio a quel punto si riprende la patente sottolineando ancora che non si trovava alla guida, e i due vigili, comminata la multa alla cognata, si allontanano, anche se uno di loro, secondo il racconto dell'uomo, pronuncia la frase "non ti preoccupare, non finisce qua".

Pochi giorni dopo, infatti, arriva a casa di D'Annunzio una multa per non aver esibito i documenti durante un controllo dei vigili mentre si trovava alla guida della sua auto, una Ford. L'auto, però, secondo l'uomo e come stabilito anche dal Gup di Pescara, era nel suo garage al momento della contestazione, come accertato anche grazie ai testimoni presenti. I due vigili sono stati condannati e per due volte i loro ricorsi alla Corte d'Appello sono stati rigettati. Ora è stato rigettato anche il ricorso in Cassazione.

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