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Cronaca

Criminalità, il prefetto e il questore: reati diminuiti del 13 per cento e controlli aumentati, Pescara non è una città di provincia

Di Vincenzo e Liguori commentano i numeri forniti dal Sole24Ore andando oltre le mere cifre e spiegano come l'attività interforze porti risultati importanti, senza però voler dare giudizi di valore: "L'attenzione è sempre massima" e con i rincari si teme l'usura

Più presenza delle forze dell'ordine, più reati denunciati e una diminuzione che sfiora il 13 per cento di quelli registrati sul territorio nel 2021 rispetto al 2019.

E' questo il vero dato da considerare guardando ai numeri forniti dalle statistiche del Sole24Ore e che fotografano dunque un quadro “questa volta confortante” in riferimento alla sicurezza in città. Se semplificando si potrebbe affermare che Pescara è una città sicura, il prefetto Giancarlo Di Vincenzo e il questore Luigi Liquori invitano ad articolare una riflessione più ampia sui numeri senza per questo voler dare un giudizio di valore, ma soltanto valutare l'esito delle attività messe in campo per portare ad una diminuzione dei reati che, ribadiscono, c'è stata. Numeri e contesto dunque sono i fattori da analizzare tanto è vero che se Pescara è in fondo alla classifica per l'usura, i due temono che su questa l'omertà sia tanta e che la diffusione del fenomeno sia ben più estesa tanto è vero che si intende intervenire preventivamente per evitare che, con i rincari che ci sono e la devastazione sociale che la crisi si porta dietro, questo possa sommersamente esplodere e diventare una vera e propria piaga. Ecco perché sarà proprio l'usura il tema al centro del prossimo tavolo della sicurezza.

A dare i numer su ciò che è noto è intanto il questore che spiega come non solo la diminuzione complessiva dei reati a Pescara sia di molto superiore alla media nazionale che è dell'8,7 per cento, ma entra anche nello specifico su alcune tipologie di quelle salite più spesso agli onori delle cronache.

Si sono quindi registrati, spiega, il 33 per cento di furti in meno rispetto al 2019 con questi passati da 4.686 a 3.135. I furti con destrezza sono scesi da 365 a 126 così come quelli in abitazione da 813 a 553. Anche per i furti di auto c'è un calo: dai 418 del 2019 si è passati ai 281 del 2021. Stessa cosa per i furti nelle attività commerciali scesi da 424 a 240. Diminuiti anche i reati di danneggiamento e le estorsioni con il numero di rapine rimasto invariato: 113. Non che siano numeri “bassi”, sottolinea Liquori, ma che sono scesi, questo tiene a precisarlo, proprio grazie all'efficacia dell'attività svolta dalle forze dell'ordine tanto è vero che, riferisce, il 50 per cento degli autori delle rapine in abitazione sono stati arrestati. Dato che sale al 70 per cento per quelli che hanno compiuto rapine nelle attività commerciali.

C'è poi un dettaglio su quelle rapine in abitazione che hanno visto nella classifica del Sole24Ore la città tra i primi 10 capoluoghi italiani. A spiegarla è il comandante provinciale dei carabinieri Riccardo Barbera. Le 15 rapine di cui si parla nel report sono nella gran parte furti andati male. Insomma non si tratta di rapine come si tende ad immaginarle e cioè di aggressori che entrano nelle abitazioni per compiere atti criminali. Di questo tipo ce n'è stata solo una. Spesso sono in realtà furti nel corso dei quali si viene o sorpresi dal proprietario che rientra a casa, o si trova qualcuno in casa tentando la fuga. Una volta presi però il reato diventa rapina e finisce in quella categoria. E rapine in casa sono anche quelle in cui, in caso di violenze domestiche, la vittima denuncia ad esempio l'altra persona di avergli strappato il telefono dalle mani. Insomma un fenomeno ben diverso da quello del commando armato che entra e terrorizza, sebbene non per questo meno traumatico per chi lo vive. Il comandante provinciale della guardia di finanza Antonio Caputo si è soffermato invece sul fenomeno della contraffazione apparso per la prima volta nella classifica del Sole24Ore ricordando le importanti operazioni portate avanti con l'operazione Stop-Fake e parlando anche del tema del riciclaggio su cui diverse sono state le attività criminali sventate.

Sui reati che vanno sotto la voce “stupefacenti” a fare il punto è stato ancora una volta Liguori. Pescara è tra le prime dieci in Italia anche in questo caso stando alla classifica del Sole24Ore. Lì, afferma, c'è proprio un errore di valutazione statistica nel momento in cui si parla di “denunce” che in realtà non ci sono perché al massimo quando si parla di droga, si hanno segnalazioni. Per cui il riferimento è all'attività svolta dalle forze dell'ordine che hanno portato all'arresto di 77 persone. Quindi gli arresti in flagranza di reato che sono stati 217.

Altro “errore” statistico quello che vede nella classifica generale Pescara al 34esimo posto laddove i numeri prendono come parametri quello “ogni 100mila abitanti” che vedono dunque la concentrazione dei reati in una provincia come Pescara già solo nella città a fronte di altre realtà, come L'Aquila, dove per arrivare a 100mila bisogna mettere insieme anche altri Comuni per poter stilare una classifica. Senza poi dimenticare, sottolinea ancora Liguori, che Pescara fa sì 120mila abitanti, ma in realtà tra lavoro e movida porta almeno 300mila persone a vivere la sua realtà.

Di qui la riflessione del prefetto Di Vincenzo che chiede di stilare queste classifiche con un'ottica metropolitana e non più con un'ottica provinciale perché Pescara con i suoi numeri non si può definire una città di provincia.

Resta l'omicidio del primo agosto che non poco ha cambiato la percezione di sicurezza dei cittadini. Un omicidio su cui si è aperta una importante discussione sulla presenza della criminalità organizzata sul territorio. Le indagini sono ancora in corso come si sa e proseguono nel massimo riserbo. Ma nella speranza di avere risposte sui fatti, nel frattempo proprio per rialzare quella percezione di sicurezza nei cittadini i controlli sono aumentati e anche sulla movida estiva, alla luce dei fatti sottolinea il prefetto Di Vincenzo, il bilancio è stato più che positivo. Pochi o nulli i fatti di cronaca registrati. E questo lo si deve proprio alle attività di predisposizione e prevenzione messe in campo congiuntamente dalle forze dell'ordine come accaduto, aggiunge il questore, domenica scorsa. Tanti gli aspetti toccati dai due per cercare di far leggere i dati in un modo diverso rispetto al mero numero in classifica andando a guardare a cosa quel numero fa riferimento e spesso, ribadiscono, fa riferimento proprio alle attività svolte dalle forze dell'ordine con il dato che dunque, vista la diminuzione dei reati, è per loro “positivo”.

“Facciamo sicurezza quando non diamo allarmismi – conclude Liguori -. I dati sono come le analisi del sangue: vanno guardati dagli specialisti. Noi siamo gli specialisti della sicurezza e volevamo confortare i cittadini seppur sempre nella massima attenzione e senza sottovalutare alcun fenomeno”.

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