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Cronaca

A Pescara sono 100 le persone senza fissa dimora

L'assessore Allegrino: "Operative le unità di strada. Già attivati percorsi di inclusione lavorativa e sociale". Il report dei Servizi di prossimità: le persone presenti in strada sono per lo più di sesso maschile, la fascia di età prevalente va dai 31 ai 45 anni

Sono circa 100 i senza fissa dimora che gravitano sul territorio della città di Pescara. Lo hanno rilevato le unità di strada attivate dall’Amministrazione Comunale, in collaborazione con la Fondazione Caritas e l’associazione “On the Road”, nell’ambito del progetto sperimentale “Servizi di prossimità”, che ha preso il via nello scorso mese di agosto.

I SERVIZI DI PROSSIMITA' - In Comune si è svolta una riunione tecnica dedicata alle azioni svolte dalle Unità di Strada, nell’ambito dell’attuazione dei cosiddetti “servizi di prossimità”. Si tratta di un’attività frutto di un consolidato lavoro di rete fra Assessorato al Sociale e associazioni di settore, che l’estate scorsa si è espresso in modo diretto sulla presenza delle persone senza fissa dimora, cercando di affrontare gli aspetti sociali di tale realtà e in continuità con il lavoro avviato dall’Amministrazione sull’argomento sin dal suo insediamento.

All'incontro, coordinato dall’assessore alle Politiche Sociali Antonella Allegrino, hanno partecipato Antonello Salvatore, per l’associazione “On the Road”, Luigina Tartaglia, della Caritas, Marco Molisani, dirigente settore Politiche per il cittadino e programmazione sociale, Roberta Pellegrino, del settore Sociale del Comune e il maggiore Danilo Palestini, responsabile del Reparto Antidegrado della Polizia Municipale, che quasi giornalmente attua interventi nelle aree di risulta e nelle altre zone di accampamento della città e che affianca le unità di strada.

Il report ha riguardato persone avvicinate per lo più nelle zone dell’area di risulta, di Corso Umberto e della Tiburtina.

“Per un 30% dei soggetti contattati, per lo più italiani - spiega la Allegrino - l’Amministrazione si è già mossa per riattivare una condizione operativa attraverso i lavori socialmente utili e ripristinare un percorso di inclusione sociale. Sono in maggioranza persone che appartengono alla fascia delle nuove povertà, che sono precipitate in una condizione di particolare fragilità perché hanno perso il lavoro, hanno subito una separazione o un grave lutto. Per un altro 30% dei senza dimora avvicinati nell’ambito del progetto, non è stato possibile effettuare una presa in carico perché vivono problematiche come l’alcolismo, la tossicodipendenza o il disagio psichico. Per loro favoriremo un accesso ai servizi socio-sanitari. Per la parte rimanente, circa il 40%, è stata rilevata l'appartenenza a reti organizzate per lo sfruttamento dell’accattonaggio. Sono individui che si spostano spesso tra l’Italia e la Romania e sui quali è difficile intervenire perché sono presenze transitorie, sfuggenti e cicliche. Di frequente, arrivano da regioni limitrofe o da aree metropolitane importanti come Roma. Su questa criticità è indispensabile che operino le forze dell’ordine”.

SONO SOPRATTUTTO UOMINI TRA I 31 E I 45 ANNI - Dall’analisi del report è emerso che le persone presenti in strada sono per lo più di sesso maschile e la fascia di età prevalente è quella che va dai 31 ai 45 anni. Per quanto riguarda la provenienza, il 20% è costituito da cittadini italiani, il 70% circa da cittadini rumeni, il 5% da magrebini, la parte restante è caratterizzata da altre nazionalità.

L’attività progettuale ha consentito, inoltre, la costruzione di un percorso di presa in carico che ha portato al rimpatrio, su base volontaria, di 5 romeni di etnia rom, di cui 2 donne in stato di gravidanza e 1 uomo disabile, vittima di forme di sfruttamento nell’ambito del fenomeno dell’accattonaggio.

Sempre nel periodo in esame, 55 persone sono state accompagnate al centro diurno Train di vie e hanno usufruito dei servizi della struttura (ambulatorio medico, colazioni, servizi igienici, vestiario), 60 sono state accompagnate alla mensa Caritas.

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