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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Maria Magdalenza Cozac sulla sorella Alina: "Negli ultimi due anni qualcosa era cambiato, la sua non era più una relazione felice"

Una delle sorelle della 42enne morta a gennaio e per il cui decesso è ora chiamato a rispondere di omicidio il compagno, a IlPescara: "Non abbiamo mai condiviso questa relazione, ma mai avremmo immaginato una cosa simile"

“Alina era una donna che i problemi li teneva per sé e li risolveva da sola. Se ne parlava significa che era davvero arrivata ad un punto di non ritorno. Era forte e non aveva paura di niente, ma negli ultimi due anni era cambiata: aveva paura di tutto. Me lo disse lei in una delle ultime videochiamate che abbiamo fatto. Doveva fare l'esame di guida pratica per la patente e mi disse che aveva paura. Io le risposi che non era possibile che lei non era così. Ribattè dicendomi che lei non era più quella di una volta”.
Così Maria Magdalena Cozac a IlPescara sulla sorella trovata morta a gennaio 2023 nell'abitazione di Spoltore dove viveva con il compagno Mirko De Martinis. Maria che dal suo profilo social con un post condiviso anche sulla pagina Forum città di Spltore e a nome di tutta la sua famiglia, ha lanciato anche una raccolta fondi tramite Iban per sostenere le spese legali che dovranno comunque ora affrontare e che da soli faticherebbero a sostenere.

Una morte naturale, si è pensato in prima istanza, ma solo pochi giorni fa la svolta con l'arresto proprio dell'uomo che per la procura l'avrebbe uccisa. Lui si dichiara innocente e presunto tale è fino a quando non ci sarà una sentenza definitiva che dirà se è stato o meno il suo assassino. Su quella relazione però, non lo nasconde Maria, il benestare della famiglia non c'era mai stato e Alina questo lo sapeva. “Lui ce l'aveva subito messa contro – dice -. Per non avere problemi abbiamo deciso di non parlare della sua storia. Quando ci sentivamo parlavamo delle nostre cose, cose da sorelle, ma alla fine con qualcuno si era confidata. Lo dicono i messaggi e le chiamate. Una delle ultime videochiamate – racconta Maria – l'ha fatta a una nostra amica d'infanzia che come me vive al nord. Le aveva detto che voleva andare a trovarla e andare con lei e il marito in Romania visto che loro ci vanno spesso. Voleva rinnovare il passaporto e prendere la patente perché voleva essere indipendente. Una telefonata che ha fatto con lui lì. Quindi per me lo sapeva”.

È con la sorella Octavia che si sarebbe sbottonata di più la donna negli ultimi mesi prima della morte, ma nonostante con lei non fosse stata mai tanto esplicita, che fosse triste Maria dice di averlo capito proprio da quelle videochiamate che le sorelle facevano tutte insieme.

“Sono tanti i messaggi che abbiamo ricevuto, anche sotto i social, da cui poi emergerebbe come mia sorella non stesse più bene con Mirko. Octavia mi ha detto che le aveva chiesto di non dirmi nulla dei suoi problemi perché io assisto un nostro fratelli disabile al cento per cento e per anni l'ho fatto da sola, ora ho un compagno. Non voleva darmi altri pensieri”, aggiunge la donna. “Che ci fossero problemi però lo sapevo perché lei voleva anche venire qui da me a Brescia e aveva cercato anche di fare il biglietto aereo venire da Pescara, ma non avrebbe potuto portare il suo cane che per lei era come un figlio e mai lo avrebbe lasciato”. Per lei dunque la coppia era tutt'altro che affiatata come qualcuno ha detto e in tanti le avrebbero riferito di litigi notturni e di una situazione che non poteva più andare avanti, “ma mai avrei pensato ad una cosa del genere. Può capitare di lasciarsi, di avere delle crisi, ma a questo non ci pensi”, aggiunge riferendosi al fatto che quell'uomo che con lei aveva condiviso 16 anni potrebbe essere quello che l'ha uccisa.

“Era mia sorella a mantenere la coppia perché lui un lavoro vero non lo ha mai avuto ed era questo uno dei motivi per cui non abbiamo mai condiviso questa relazione. L'ultima volta – dice ancora – l'ho sentita il venerdì prima che morisse”. La solita videochiamata tra sorelle. “Octavia si era accorta che era triste e il sabato l'ha chiamata chiedendole se c'era qualcosa che non andava. Lei le ha mandato un messaggio chiedendo un aiuto economico perché non riusciva a mettere i soldi da parte e perché voleva andare da quella sua amica cui aveva detto – questo quanto le sarebbe stato riferito – che non ce la faceva più ad andare avanti. Un aiuto che avrebbe poi chiesto anche al fratello che viveva in Germania e sempre negli ultimi giorni prima che fosse trovata cadavere nel suo letto. “Anche a lui ha scritto esprimendole il desiderio di andare via e dicendo che Mirko la denigrava”.

“Mia sorella era una persona forte di carattere e quando voleva bene e amava qualcuno gli si dedicava anima e corpo e credeva in tutto quello che questa persona le diceva. Forse era un po' ingenua. Il suo era un amore quasi materno verso le persone che amava. Il suo uomo lo idealizzava e anche se non si comportava bene lo sosteneva sempre”. Un sostegno che avrebbe dimostrato sempre anche nei confronti del compagno, ribadisce, soprattutto all'inizio di quella storia che la famiglia non avrebbe mai visto di buon occhio. Eppure qualcosa, dice ancora Maria, negli ultimi due anni era cambiato. “Prima telefonava sempre con Mirko vicino e lo chiamava 'amò'. Da due anni invece aveva cominciato a telefonare quando lui non c'era e se c'era lo chiamava per nome. Certo – aggiunge – non è che per questo vai ad immaginare il peggio. Un momento di difficoltà e di crisi ci può essere”, ma con il senno di poi, questo il senso, quello forse sarebbe potuto essere un campanello d'allarme se mai il quadro accusatorio dovesse confermarsi.

Una famiglia unita quella di Alina e sempre in contatto. La notizia della sua morte a gennaio fu un duro colpo da mandare giù soprattutto per i genitori che vivono ancora in Romania e che una vita facile non l'hanno avuta. “Mio padre è stato per due settimane in terapia intensiva quando ha saputo della sua morte, soffre di angina pettorale – racconta ancora Maria -. In famiglia i problemi di salute ci sono eppure i miei genitori vivono ancora. Come poteva essere morta di infarto Alina che era in perfetta salute?”, si chiede spiegando uno dei motivi per cui alla morte naturale non hanno mai creduto. “Non abbiamo detto loro delle indagini fino a quando non c'è stato l'arresto. Mio padre ha dovuto ricominciare a prendere gli antidepressivi per tenere la pressione bassa. Rischia un infarto da un momento all'altro”, conclude la donna.

Tra una pessima relazione e l'uccisione di qualcuno ci passa certamente un abisso. Ecco perché quel che conta per Maria e la sua famiglia che comunque sono convinte della bontà del quadro accusatorio nei confronti del compagno di Alina, è che si giunta alla verità e quindi a una conclusione.

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