Detenuto bloccato appena in tempo prima di fuggire dal carcere San Donato
A farlo sapere è Gino Ciampa, coordinatore regionale per la Fp Cgil Polizia Penitenziaria dell’Abruzzo
«Questa mattina (mercoledì 27 marzo, ndr) nel carcere di Pescara, un detenuto di nazionalità rumena di 26 anni è riuscito a uscire dal padiglione Reclusione dove era assegnato e ha cercato di dirigersi verso il muro di cinta, ma è stato bloccato dai poliziotti penitenziari accorsi dopo l’allarme lanciato via radio».
A farlo sapere è Gino Ciampa, coordinatore regionale per la Fp Cgil Polizia Penitenziaria dell’Abruzzo.
«Il detenuto», aggiunge Ciampa, «arrivato al secondo cancello che porta a un’area esterna non detentiva adibita ad altro, e dopo una breve fuga con lo scavalcamento di una tettoia, si è ritrovato sotto al muro di cinta e ha provato ad arrampicarsi tramite le canalette di plastica che coprono i cavi elettrici lungo il muro di cinta che, per sua sfortuna non hanno retto il peso e si sono staccate, permettendo al personale di polizia penitenziaria, di raggiungerlo e rimetterlo in sicurezza. Questo, è un ennesimo episodio che solo grazie alla prontezza del poco personale in servizio, il tentativo di evasione non è riuscito».
Così prosegue Ciampa: «Il carcere di Pescara ha in servizio il 30% dei poliziotti in meno rispetto a quelli previsti e con un sovraffollamento del 140% con 390 detenuti sui 276 previsti e con una popolazione straniera che è oltre il 33% del totale dei detenuti presenti. Una condizione di oggettiva difficoltà in cui il personale di polizia penitenziaria è costretto a lavorare ogni giorno tra aggressioni, proteste e tentativi di evasione che stavolta non è riuscito solo per il tempestivo intervento del personale».
Questo quanto dichiara Mirko Manna, coordinatore nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria: «Il Corpo di polizia penitenziaria è sotto stress per le continue aggressioni e per l’impossibilità di lavorare al meglio. Le finte soluzioni delle celle aperte e della sorveglianza dinamica adottate per evitare sanzioni dalla Corte Edu, non sono più sufficienti a gestire un sistema penitenziario con sempre più detenuti e sempre meno poliziotti. È urgente un impegno del governo per l’immediata assunzione di almeno 5.000 unità dei “Baschi Azzurri” e per rivedere la pianta organica del Corpo che, dopo i tagli della legge Madia, ha messo in ginocchio la polizia penitenziaria impedendo una sufficiente assunzione di agenti per avvicendare il personale di polizia che va in pensione ogni anno».