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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Botellon a Pescara, la Asl: "Un evento preoccupante"

Sul botellon ed in generale sull'abuso di alcol da parte dei giovani, interviene Splendora Rapini, responsabile del Servizio di Alcologia della Asl di Pescara. "Fenomeno preoccupante, va condannato"

Sul botellon tenutosi a Pescara sabato notte ed in generale sull'abuso di alcol da parte dei giovani, interviene Splendora Rapini, responsabile del Servizio di Alcologia della Asl di Pescara.

"A quanti commentano in maniera entusiastica la recente manifestazione giovanile, con un fare che trovo un pò provinciale, paternalistico, scioccamente giovanilistico o comunque colpevolmente ammiccante, consiglio di leggere le risultanze della recente indagine del Censis sul disagio diffuso nella società italiana, una società schiacciata sotto il peso di fenomeni complessi e trasversali non interpretabili con i consueti schemi dell'analisi socio-economica: la crisi dell' autorità, il declino del desiderio, la riduzione del controllo sulle pulsioni, l’indebolimento progressivo di riferimenti valoriali e ideali comuni, la sempre maggiore fragilità dei legami e delle relazioni sociali, situazioni che, nell’insieme, producono una indeterminatezza diffusa in cui crescono comportamenti preoccupanti da parte di chi non ha più guida, essendo andati perduti i riferimenti normativi ai vari livelli: è il depotenziamento della legge, del padre, del dettato religioso, della coscienza, della stessa autoregolamentazione.

Risultato: ognuno si sente arbitro unico dei propri comportamenti; le regole possano essere aggirate in molte situazioni; nel divertimento vige la trasgressione soprattutto dai più giovani; se necessario, bisogna difendersi da sé anche con le cattive maniere; per raggiungere i propri fini bisogna accettare i compromessi, etc..

Così aumentano le forme di violenza originate dalla perdita di controllo e dall'aggressività, le minacce e le ingiurie (+35,3% tra il 2004 e il 2009), le lesioni e le percosse (+ 26,5%), i reati sessuali (+ 26,3% da 4.454 a 5.625); aumentano i giovani e i giovanissimi consumatori a rischio di bevande
alcoliche, le persone in carico nei Sert per dipendenza da cocaina, aumentano in Italia gli interventi di chirurgia estetica per il bisogno narcisistico di apparire, anoressia e bulimia sono le prime cause di morte tra le giovani di 12-25 anni, crescono progressivamente le forme di depressione, con consumo di antidepressivi più che raddoppiato dal 2001 al 2009.

Tanto per fare qualche nesso, forse giova ricordare che l’alcol danneggia la stabilità emozionale, le prestazioni cognitive, il meccanismo di controllo degli impulsi, fa saltare completamente i freni inibitori, favorisce comportamenti aggressivi e trasgressivi, con tutto ciò che ne consegue. Forse giova ricordare che l’alcol è la prima causa i morte dei giovani tra i 15 e i 29 anni, cioè muore 1 giovane su 4, causa 60 tipi di malattia e il 10 per cento di tutti i tumori.

Qualche altro dato?

4 milioni di italiani praticano il binge drinking almeno una volta l'anno, di cui quasi un milione e mezzo giovani di 15-24 anni, mezzo milione ragazzi fino a 15 anni. E’ l’ubriacatura veloce, scolarsi più di sei bicchieri uno dietro l'altro, fuori pasto e nei luoghi di aggregazione. Lo sballo arriva
rapidamente perché a quest'età l'organismo non riesce a metabolizzare l’alcol. E’ una modalità di  assunzione assai dannosa, perché il cervello del giovane è particolarmente vulnerabile, essendo la sua maturazione completa non prima dei 25 anni. Dunque,danni a livello cognitivo (soprattutto della
memoria), emozionale (con pesanti e pericolose perdite del controllo dell’impulso) e sessuale, danni sempre più frequentemente documentati da reperti autoptici, che segnalano l’esistenza nel cervello dei giovani, deceduti spesso per incidenti stradali (l’alcol vi concorre per il 40%), di vere e proprie lesioni anatomiche alcol-correlate.

E’ il caso di preoccuparsi? Macchè!!!

Nonostante i problemi causati dall'alcol (25.000 morti all’anno, una spesa annua di circa 60 miliardi pari a 3 finanziarie), nel nostro Paese non solo c'è ancora molta disinformazione sul fenomeno, ma soprattutto giovani e giovanissimi sono bombardati dalle pressioni a bere: la pubblicità delle bevande
alcoliche in Italia è passata da 169 milioni nel 2007 a 309 milioni nel 2010, di cui 64 spesi su internet e social network.

E poi, tante proposte di adulti irresponsabili per fare cassa: promozioni stracciate per attirare gli adolescenti offrendo bicchieri per pochi centesimi, il Beer Pong, un gioco che consiste nel tentare di centrare con una pallina una brocca piena di birra, il «Pub crawl», una sorta di nuotata alcolica, con
gruppi di ragazzi accompagnati lungo un itinerario di locali, ad ogni tappa uno shot- un bicchierino- a prezzi stracciati, con comitive trasformate in bande di ubriachi, il drink del tipo “bevi quanto più possibile”- il cliente paga un prezzo fisso, 10-15 euro, e si serve a volontà- e poi le feste della birra, e poi i mega-raduni all’aperto o anche al chiuso e con costo d’entrata (di recente scoperti a Napoli in mega-terrazze affittate per l’occasione). E via dicendo.

E’rassicurante un simile scenario? Conviene continuare a blandire i giovani, osservandoli compiaciuti e magari anche strumentalizzandoli? O non è il caso di cominciare finalmente e seriamente a preoccuparsi, e non solo a chiacchiere, per una generazione senza futuro che non può accettare di non avere futuro, per 2 milioni di giovani che non studiano, né lavorano, per i tanti giovani che il lavoro non lo cercano neanche più, per quelli che, in un contesto familiare e sociale deresponsabilizzato, disattento e ambiguo nei messaggi, sono preda della noia e del desiderio incontrollabile di scacciarla attraverso la ricerca tanto sfrenata quanto pericolosa di un piacere ottenuto a buon mercato, rinunciando a tutti gli
obiettivi, i progetti di vita e i sogni che dovrebbero avere i giovani in una società sana?

E infine, basta provincialismi nostrani! In Spagna sono già oltre i botellon: gli “indignados” si riuniscono in piazza per ragionare del futuro."

dott. Splendora Rapini

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