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Cronaca

Un uomo arrestato e 2 persone denunciate per la rapina con accoltellamento in piazza Sacro Cuore [VIDEO]

Indagine lampo da parte degli agenti della squadra mobile della questura di Pescara che nel giro di poche ore hanno individuato i 2 aggressori e una donna considerata complice

Una indagine svolta a tempo di record ha consentito di individuare i presunti autori della tentata rapina con accoltellamento in piazza Sacro Cuore in pieno centro a Pescara di ieri pomeriggio, mercoledì 16 giugno.
Gli agenti della squadra mobile, diretti da Dante Cosentino, grazie alla conoscenza del territorio hanno rapidamente individuato chi potesse essersi reso di un «fatto gravissimo», come detto dallo stesso questore Luigi Liguori.

A essere arrestato è stato un 51enne originario di Matera e domiciliato a Montesilvano (già noto alle forze dell'ordine per una condanna per omicidio) che è stato colui che ha sferrato il fendente a gola e volto con un taglierino, denunciati in stato di libertà la sua compagna, una 50enne originaria di Napoli ma da tempo stabile nella nostra provincia, e un altro uomo, anch'egli già noto alle forze dell'ordine, che sarebbe il secondo autore materiale dell'aggressione. La vittima è un 57enne originario della Lombardia, di Monza, che sta scontando una condanna per reati fallimentari e contro il patrimonio (come riciclaggio e bancarotta fraudolenta).

La ricostruzione dei fatti

«Il caso è stato risolto nel giro di poche ore grazie alla preparazione e alla bravura degli agenti della squadra mobile che avevano già un'idea su chi potessero essere gli autori», spiega il questore Liguori, «al racconto della rapina abbiamo creduto poco fin dall'inizio, sembrava fosse uno sgarro visto lo sfregio al volto. E un agguato fatto sull'uscio di casa prevede una preparazione criminale. Credo che rubare un orologio con quella modalità non sia remunerativo. La vittima che ha parlato di rapina non ci ha convinto, e si è appurato che entrambi fossero già noti alle forze dell'ordine. Erano stati insieme in carcere per omicidio, si conoscevano». Sono le ore 18:30 quando viene segnalato un uomo ferito in piazza, arrivano sia i soccorritori del 118 che gli agenti della polizia, vengono sentiti i passanti e la vittima, che sta scontando una pena a Pescara e sta beneficiando di un permesso premio per il lavoro. Il 57enne, mentre stava entrando in casa del figlio è stato avvicinato da 2 uomini con mascherina, occhiali da sole e cappuccio, precendentemente entrati nel palazzo approfittando dell'apertura del portone, che sul pianerottolo, mentre stava aprendo la porta di casa del figlio, gli hanno intimano di consegnargli l'orologio, un Patek Philippe da diverse migliaia di euro, ma al rifiuto viene colpito due volte con un taglierino, alla gola e al volto. I due aggressori allora fuggono anche con l'aiuto della donna. Viene individuato un 51enne come presunto colpevole e gli agenti vanno sotto casa sua e della compagna a Montesilvano ed entrambi vengono bloccati dai poliziotti. L'uomo si era cambiato i vestiti ma le scarpe, sporche di sangue, sono le stesse. I residenti collaborano e riconoscono l'aggressore, già condannato per omicidio. Ulteriore conferma proviene dai filmati delle telecamere di videosorveglianza. Ammette di aver partecipato al fatto e fa ritrovare gli abiti sporchi di sangue e il taglierino che aveva gettato in un cassonetto vicino al Bingo. Non fa il nome del complice e difende la compagna. Ma la polizia riconosce il secondo aggressore, che risiede a Rancitelli ed era già noto per rapine con armi e altri reati grazie alle indagini sul telefonino in uso all’arrestato, che hanno evidenziato numerosi contatti intercorsi nella giornata di ieri, sia prima che subito dopo la rapina, con il presunto complice, già noto alle forze dell'ordine e residente a Pescara, e dalla fisionomia compatibile con quella dell’ignoto compartecipe alla tentata rapina. Si è proceduto pertanto a perquisizione del suo domicilio, rinvenendo e sequestrando un paio di scarpe da tennis ed un paio di jeans del tutto simili alle calzature e ai pantaloni indossati dal complice.

Il movente 

Tutto da ricostruire il movente, l'aggressore parla di promesse non mantenute in carcere all'origine di questa violenta aggressione, i due sarebbero stati insieme nel carcere di San Donato. Mentre la vittima, ricoverato in ospedale con una prognosi di 60 giorni, ribadisce di essere stata aggredita allo scopo di rubare il prezioso orologio. Agenti e pm che si occupa del caso, Fabiana Rapino, ricostruiranno nei prossimi giorni i dettagli della vicenda.

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