rotate-mobile
Altro

La lezione di Amedeo Pomilio: "Pescara torni ad essere una città di serie A"

L'ex giocatore della Sisley Pallanuoto e vice allenatore del Settebello ha incontrato gli studenti del Liceo Maior: "Abbiamo vissuto anni magici a livello sportivo, spero che torni presto un periodo come quello, anche se oggi è difficile investire nel mondo dello sport. Ai ragazzi dico: non mollate mai e credete sempre nel vostro sogno"

Amedeo Pomilio è un ambasciatore dei più alti valori dello sport, e della pescaresità, nel mondo. Il vice allenatore della Nazionale italiana di pallanuoto nei giorni scorsi è tornato a parlare in città, incontrando gli studenti del Liceo Maior. Un confronto emozionante, formativo, unico nel suo genere: Pomilio ha toccato argomenti che hanno lasciato il segno negli occhi e nei cuori dei ragazzi. Il valore del sacrificio per raggiungere i successi, l'importanza della sconfitta, la pace e la convivenza tra i popoli che si respira nei villaggi olimpici. L'ex attaccante della Sisley Pescara è uscito dal Liceo Maior tra gli applausi dei ragazzi e le immancabili foto ricordo, con la dirigente Federica Chiavaroli, i professori Antonio Martorella e Marco Schipa. E gli studenti, naturalmente.

Tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 Pescara era una città di serie A: calcio, pallanuoto, basket e volley ai vertici dello sport italiano. Trent’anni dopo, il quadro è decisamente meno scintillante e più triste. “E’ un momento di difficoltà economica e di conseguenza anche sportiva – conferma Pomilio, protagonista del leggendario poker con la Sisley Pescara del 1987 – . Investire nello sport è anche immagine, ma oggi è tutto un po’ inceppato. La speranza è che si riprenda, in tutte le discipline. Bisogna far passare il messaggio che attraverso l’attività sportiva si può migliorare la società. Servono le sponsorizzazioni dei privati, che darebbero nuova linfa alle nostre realtà sportive”.

L’oro olimpico di Barcellona ’92 con la calottina azzurra, oggi vice allenatore del Settebello, segue anche le vicende del Delfino. Si profila un passaggio in mano ad imprenditori stranieri: segno dei tempi o sconfitta del tessuto economico della città? "Il Pescara passerà ad una proprietà straniera? Non conosco bene la vicenda, ma non mi meraviglierei perché sarebbe un’operazione sulla falsariga di tante acquisizioni straniere nello sport e nel calcio italiano avvenute negli ultimi tempi nei più grossi club. Non so come andrà a finire, ma succede che si investano capitali in uno sport che può portare profitti – ha detto Pomilio a margine dell'incontro con gli studenti dell’indirizzo sportivo del Liceo Maior – . Il calcio per questo è particolare, perché negli altri sport non è possibile fare grandi profitti o è impossibile proprio ottenerne. In Italia si soffre perché i capitali nello sport scarseggiano, anche a causa del Covid, e c’è un periodo di sofferenza. Gestire gli impianti è il vero nodo del problema. Nel nuoto, ad esempio, le piscine sono vicine al collasso per via della pandemia e del caro energetico. Ma sono speranzoso e fiducioso per il futuro, mi auguro si possa ripartire con energia e uscire presto da questa situazione difficile”.


Oggi l'entusiasmo per lo sport cittadino sembra soffocato: poche centinaia di tifosi allo stadio, ancora meno quelli che popolano i palazzetti e le piscine. La città ha smesso di fare sistema, come accadeva negli anni d’oro. Bisognerebbe tornare a lavorare anche per “fare squadra” tra le varie realtà sportive cittadine per avvicinare tifosi, simpatizzanti e soprattutto i più giovani? “In passato, nel periodo d’oro delle squadre pescaresi in serie A, la città fece sistema, dividendo e portando i tifosi verso tutte le discipline. Pescara sa, come nessun’altra città, abbracciare tutte le sue realtà e farle entrare nel suo cuore. Fu un periodo unico, ma la nostra città fu esemplare: vivere lo sport a Pescara in quegli anni fu davvero bellissimo”.


Amedeo Pomilio agli studenti del Maior ha raccontato anche dei fasti del centro Le Najadi: “Passavamo intere giornate lì, tra allenamenti, studio, spettacoli estivi. Era il centro di aggregazione più importante della città. Una location che ci invidiavano in tutta Italia, ma non solo. La nostra Pescara ha un fascino che ancora oggi cattura chi arriva da fuori: sembra un po’ americana, un po’ brasiliana d’estate. Ha bisogno di recuperare i suoi spazi più importanti, di riscoprire il suo orgoglio e farlo scoprire alle nuove generazioni. Così tornerà a vivere momenti magici anche in futuro. Ai ragazzi dico: non mollate mai, nemmeno quando vi sembra che stia andando tutto storto. Credete sempre nel vostro sogno e nel vostro obiettivo”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La lezione di Amedeo Pomilio: "Pescara torni ad essere una città di serie A"

IlPescara è in caricamento