"Scivolo sul marciapiede di via del Santuario pericoloso per i disabili: perché non rimuoverlo?", la richiesta di una cittadina
Una nostra lettrice chiede al sindaco Carlo Masci di rimuovere lo scivolo che ancora oggi sussiste sul tratto di marciapiede all'inizio di via del Santuario, di fronte all'istituto tecnico Tito Acerbo, e più precisamente accanto al sottopasso ferroviario. L'obiettivo, spiega la cittadina, è di "consentire ai disabili in sedia a rotelle di effettuare la curva in sicurezza". In alternativa, si potrebbero apporre delle transenne d’acciaio, sempre per garantire l'incolumità degli utenti in quel punto. Per intenderci, dall'altro lato della strada comincia via Ferrari. Parliamo, dunque, di una zona molto trafficata.
"Mio padre è in sedia a rotelle", denuncia la donna. "Non possiamo portarlo fuori perché già sotto casa la città lo mette in difficoltà: non può passare con la sedia a rotelle sul marciapiede di via del Santuario che costeggia la stazione poiché, proprio sulla curva in cui si entra nel sottopassaggio, il marciapiede presenta uno scivolo, dove il controllo della velocità della sedia a rotelle è difficile e, quindi, in curva c’è il rischio di ritrovarsi letteralmente in mezzo alla strada".
Lo scivolo si trova lì perché tanti anni fa, in corrispondenza di quella curva, sorgeva un semaforo, con tanto di strisce pedonali, che è stato poi rimosso, mentre lo scivolo è rimasto al proprio posto: "Mio padre - aggiunge la nostra lettrice - non può attraversare quel tratto di marciapiede sul lato opposto perché l’altro marciapiede è più stretto e c’è un albero le cui radici hanno anche sollevato alcune mattonelle. I miei genitori telefonano al Comune di Pescara da mesi, tutti ne sono consapevoli e riconoscono la pericolosità di quel tratto, ma ad oggi non ci sono azioni concrete. E intanto mia madre non può portare mio padre fuori con la sedia a rotelle senza rischiare che venga investito. Questo è inaccettabile".
Poi la donna conclude: "Io lavoro per un’azienda che spedisce pacchi, e se non rispettiamo la data di consegna anche di un solo pacco (che magari contiene un libro) ci ossessioniamo per capire cosa sia andato storto e come risolvere il problema con quel cliente. Perché la promessa di vivere in una città a prova di disabile non deve essere altrettanto importante? Ad oggi non ho una risposta".