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Odoardi (Fiab) sulla pista ciclabile di via Marconi: "30 metri di dubbi"

Il coordinatore regionale di Abruzzo e Molise sottolinea che ci sono pochi metri di itinerari ciclabili a fronte dei 1.600 metri dell’intera lunghezza della strada

Giancarlo Odoardi, coordinatore della Fiab Abruzzo e Molise, critica la pista ciclabile di viale Marconi, sottolineando che ci sono solo 30 metri di itinerari ciclabili a fronte dei 1.600 metri dell’intera lunghezza della strada: "Questo breve tracciato, ricavato sul lato monte di via Marconi all’altezza di via Pepe, è esclusivamente una bretella di collegamento in ambo le direzioni tra via Caio Pollione e, appunto, via Pepe", afferma. "Il raccordo con via Caio Pollione, che poi porta a viale Pindaro, in effetti è da intuire, perché non indicato né con segnaletica verticale né orizzontale, mentre quello con la via dello stadio è evidente, fresco di vernice. Quindi in effetti non è un tracciato ciclabile di corredo di Via Marconi, ma una sorta di “esse” molto spanciata che riconnette due corsie trasversali (la segnaletica lo indica)".

Solo che, evidenzia Odoardi, "a dare un'occhiata su come si possano comportare le due ruote in attraversamento viene un grande dubbio sul cattivo o errato uso che se ne fa, soprattutto in direzione sud. Chi viene dalla ciclabile di via Pepe può girare a destra e proseguire verso nord in promiscuità con le auto, oppure attraversare tre corsie (due bus e una auto) di via Marconi e poi proseguire verso sud, sempre in promiscuità con le auto, oppure completare la tratta superando l’ultima corsia (bus) e quindi dirigersi verso via Caio Pollione".

Corsia ciclabile via Marconi

Chi invece proviene da via Caio Pollione o da via Marconi, sottolinea l'esponente della Fiab, "si ritroverebbe a fare diverse operazioni molto critiche. A differenza di chi proviene da via Caio Pollione, chi arriva da via Marconi, in promiscuità con le auto, potrebbe pericolosamente attraversare la corsia del bus per immettersi sulla pista. Chi poi vuole andare in direzione via Pepe deve fare il contrario di quanto già descritto in precedenza, attraversando quattro corsie, avendo la precedenza".

Ma la situazione di maggiore pericolosità "ce l’ha chi prosegue verso sud, senza effettuare il parziale attraversamento della corsia bus per immettersi a destra in quella auto, ma va dritto, intersecando la corsia bus alla sua sinistra. La segnaletica esistente oggi aiuta poco a districarsi in questo dedalo di possibilità che riguardano solo la bicicletta. Sarebbe pertanto auspicabile - conclude Odoardi - agevolarne con maggiore evidenza il transito, anche con segnaletica predittiva visiva e acustica rivolta agli automobilisti da una parte, e dall’altra con obblighi di direzione più marcati per le due ruote".

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