Luana Perilli al 16 Civico con "Cantalamissa Backstage"
Lo spazio per l'arte 16 Civico ospita "Cantalamissa Backstage", il progetto artistico ed etnozoologico ideato da Luana Perilli e sviluppato dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro che, dopo le tappe calabresi dei mesi scorsi, è ripartita proprio dall’Abruzzo con l’indagine sulle tradizioni delle popolazioni appenniniche legate alla falena amata phegea. Inaugurazione sabato 21 ottobre alle ore 18,30. L'esposizione è a cura di Simona Caramia, Christian Ciampoli e Valeria Pica.
Dopo la “tappa zero” di Parenti (CS), nel 2022, e quella tra Cittanova, Catanzaro e la Sila Piccola dello scorso aprile, il progetto si è spostato a Pescara e Fontecchio per la tappa che ha segnato l’avvio della collaborazione con l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, l’associazione Harp di Valeria Pica e lo spazio per l'arte 16 Civico di Christian Campoli.
Nei giorni scorsi, infatti, oltre a Perilli, anche i docenti dell’Aba Catanzaro Simona Caramia, che cura il progetto nelle sue varie tappe, Gianluca Donati e Simone Bergantini hanno lavorato alla tappa abruzzese del progetto sull’amata phegea, una falena diurna che ha accompagnato i giochi e le esplorazioni più o meno crudeli dei bambini su tutta l'Italia appenninica e che per questo motivo più di altri animali ha trovato vari nomi nei vari dialetti delle comunità.
“Cantalamissa” è un progetto che si propone di indagare le differenze etnoantropologiche tra le popolazioni che vivono nell’Italia appenninica. «Il progetto “Cantalamissa” - spiega l’artista - si lega al mio interesse per l'intelligenza collettiva e la memoria collettiva ed i rapporti di corto circuito tra intelligenza umana e non umana nell' ottica di più articolate relazioni con il territorio, il linguaggio e le comunità umane ed animali. Ho lavorato in passato con le narrazioni sovrapponibili nella memoria collettiva delle fiabe, con il concetto limite del Superorganismo degli insetti eusociali e con le trasformazioni della lingua tedesca nelle nuove generazioni attraverso i pidgin e le contaminazioni. Ho voluto così considerare i rapporti tra dialetti, comunità e narrazioni condivise nei popoli dell'Appennino a partire da una farfalla presente in tutte le aree che ha popolato i giochi e le narrazioni più o meno crudeli di questa comunità. Sono molto felice di generare di volta in volta una comunità temporanea e transumante in cui si attivano sempre delle modalità di incontro e di condivisione con cui le comunità e le istituzioni locali arricchiscono il progetto con grande generosità».
Interviste, esplorazioni dei luoghi e approfondimenti culturali hanno dunque caratterizzato i tre giorni di lavoro finalizzati a recuperare e tramandare le memorie giovanili dei residenti, nonché a valorizzare i percorsi naturalistici alla scoperta della flora, della fauna e del contatto con gli elementi. Il progetto darà forma ad una produzione audiovisiva che raccoglierà le voci delle persone intervistate nei paesi appenninici e ad una “foresta di sculture”. Restituzione di queste prime tappe tra Calabria e Abruzzo sarà proprio la mostra “Cantalamissa backstage”, che si terrà nello spazio 16 Civico dal 21 ottobre al 25 novembre.
Alla mostra seguiranno altre fasi di lavoro tra l'Emilia Romagna, la Basilicata, il Lazio, la Campania e il Piemonte, che porteranno a una grande mostra in primavera avanzata al Museo delle Arti di Catanzaro. Il progetto si include nel lungo elenco di iniziative volute e promosse dall’Accademia di Belle Arti per diffondere sul territorio regionale e nazionale l’attività accademica, nonché per promuovere, attraverso l’arte, la bellezza e la cultura, lo straordinario patrimonio etnoantropologico e la sua storia millenaria.