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All’Imago Museum arrivano anche le statue della collezione “Matres Matutae”

La mostra “Warhol e Schifano tra pop Art e classicismo” si è arricchita da ieri di un'ulteriore attrattiva grazie a un prestito straordinario accordato dal Museo provinciale Campano di Capua

All’Imago Museum di Pescara arrivano anche 6 statue in tufo della collezione “Matres Matutae”. Parliamo della più singolare e preziosa collezione del patrimonio culturale e artistico della provincia di Caserta. Da ieri, dunque, la mostra “Warhol e Schifano tra pop Art e classicismo” si è arricchita di un'ulteriore attrattiva grazie a un prestito straordinario accordato dal Museo provinciale Campano di Capua.

Le statue arrivate nella nostra città provengono da un’area archeologica scoperta alla metà dell’800 in prossimità dell’antica Capua. Come spiega una nota, "nel luogo del ritrovamento, sede di un’importante tempio dedicato al culto della Mater Matuta, emersero centinaia di statue, quasi tutte rappresentanti una donna seduta con uno o più bambini tra le braccia, probabilmente degli ex voto facenti riferimento all’antica divinità dell’aurora e della nascita, protettrice della creazione degli uomini e delle cose. Queste maestose e dolcissime divinità-madri, assise in trono, pronte ad accogliere e a concedere la grazia della fertilità, risalgono a un periodo compreso tra il VI e il II secolo a.c., indossano abiti di foggia greca e sono talvolta ornate da monili. Tutte recano in grembo uno o più bambini in fasce, a volte stringendoli al seno nudo nell’atto dell’allattamento".

Statue della collezione “Matres Matutae”-2

Ma non è tutto, perché "all’archetipo femminile della “Grande Madre”, venerata fin dai primordi dell’umanità in quanto principio di vita e di creazione, si ispirò anche Mario Schifano nel ciclo pittorico omonimo “Mater Matutae” (1995-1996, di proprietà della Fondazione Pescarabruzzo ed esposto all’Imago), sorto dall’osservazione diretta dei reperti campani. La frequentazione dei reperti antichi è per Mario Schifano la scintilla per sintetizzare nelle sue “Madri” il momento creativo della vita; l’occasione per fermare sulla tela un percorso che si dipana nei secoli e, pur conservando la voce di un mondo primordiale, attraverso le epoche e le religione si trasmette immutato fino al presente".

Dalla preistoria, infatti, "l’uomo ha posto sotto la protezione della divinità il ciclo della vita, della morte e della rinascita, collegando l’immagine della donna creatrice con quella della terra generatrice. E la figura materna, come oggetto di venerazione, è giunta fino a noi nell’immagine del culto cristiano della Madonna". La mostra sarà fruibile secondo le disposizioni anti Covid attualmente in vigore.

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