Voina Hen al Tipografia venerdì 16 ottobre
Venerdì 16 ottobre, presso il Circolo Arci Tipografia di Pescara, ci sarà il release party del primo disco degli abruzzesi Voina Hen, “Noi non siamo infinito”, che uscirà per Maciste Dischi il 15 ottobre. Sul palco anche Luca Romagnoli, frontman dei Management del Dolore Post Operatorio, mentre ad aprire la serata ci penseranno gli Inferno & Suicidio Techno. A seguire dj set del Management del Dolore Post Operatorio.
“Noi non siamo infinito” è un manuale per imparare a ballare sulle macerie, è un messaggio forte e chiaro per un'intera generazione: abbiamo fallito, ma questo è meraviglioso. Non faremo mai il lavoro dei nostri sogni, i nostri genitori ci hanno spudoratamente mentito. Nessuno di noi vivrà facendo foto in bianco e nero. Nessuno di noi si arricchirà montando video low-cost. Nessuno di noi venderà milioni di dischi. Nessuno farà il calciatore. Ma guardandola dalla giusta prospettiva questa non è neanche lontanamente una cosa triste, questo glorioso fallimento è un’irripetibile opportunità. Ci dà il permesso di essere incazzati, di ubriacarci, di mandare a fare in culo i nostri vicini, di girare con le maglie bucate e le scarpe rotte, di non avere cravatte grigie negli armadi.
Questo fallimento giustifica i nostri errori e i nostri sbalzi d'umore. Ci permette di accettare il fatto che faremo un lavoro che odieremo anche perché tutti odiano il proprio cazzo di lavoro. Il nostro fallimento ci permetterà di essere senza remore, di non vergognarci di avere paura. Finalmente possiamo prendere atto della cosa più importante: noi non siamo speciali, ed è una cosa meravigliosa. Questo disco parla proprio di questo: dei nostri stupidi desideri, delle nostre assurde aspettative, di questa nostra sconfitta che è una sconfitta trionfale, di come la felicità non derivi per forza dal successo.
Che si può essere felici anche se si è furenti di rabbia, che non importa quanto guadagni o che lavoro fai, che le cose importanti sono altre. Tipo il bar. E lamentarsi. Magari direttamente al bar. Questo è un disco che urla e che strepita, un disco che ha il meraviglioso sapore del disgusto. Un disco che odia con forza, ma con il sorriso stampato in faccia. Un disco che non accetta il futuro e che sputa in faccia a chi, dopo anni di caviale, adesso offre solo avanzi.