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Economia

Occupazione, in Abruzzo persi 9.306 posti di lavoro nel 2020. La Cgil: "Pesa la pandemia"

Nella nostra regione si registra una contrazione dell'occupazione pari all'1,87% comunque migliore se paragonata al -1,95% dell'Italia e al -2,03% del Mezzogiorno

In Abruzzo, nel corso del 2019, sono in totale 9.306 gli occupati persi rispetto al 2019 con una flessione dell'1,87 per cento. 
Estremamente consistente, però, il calo registrato nel quarto trimestre dello scorso anno: 9.344 occupati in meno, pari al -1,87%, dato peggiore sia della media nazionale (-1,77%) sia di quella del Mezzogiorno (-0,79%).

A fornire i dati relativi all'occupazione nella nostra regione è la Cgil che segnala come a pesare sia senza dubbio la pandemia da Covid-19 (Coronavirus) secondo cui «l'andamento occupazionale è strettamente legato all'andamento della pandemia e per favorire la ripresa del mercato del lavoro è fondamentale contrastare la diffusione del virus e procedere rapidamente con la campagna vaccinale».

«Contrastare il virus e procedere spediti con vaccinazione per far ripartire mercato del lavoro», dice Carmine Ranieri, segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, «spiccano i dati del quarto trimestre, tra le regioni del Mezzogiorno peggio dell’Abruzzo ci sono solo Molise e Sardegna. Dopo il crollo dell'occupazione nel primo trimestre del 2020 (-22mila unità pari al -4,5%), nel secondo e terzo trimestre vi era stata una lieve ripresa, ma il quarto trimestre ha visto un nuovo calo importante dell’occupazione».

«È evidente», aggiunge il segretario dell'organizzazione sindacale, «come i livelli occupazionali abbiano una forte correlazione con l’andamento della pandemia e delle restrizioni imposte alle attività economiche. Da questo punto di vista, l’aver registrato un aumento dei contagi nella parte finale dell’anno ed in particolare nel periodo natalizio ha costituito un problema per l’occupazione in Abruzzo. Alla luce di tutto questo, la vera priorità della Regione deve essere quella della lotta alla pandemia, soprattutto per garantire il diritto alla salute dei cittadini, ma anche per far ripartire al più presto l’economia regionale e l’occupazione. Da questo punto di vista solo una ampia e rapida campagna di vaccinazione, un efficace sistema di tracciamento ed adeguate misure di prevenzione del contagio potranno far ripartire l'economia e far tornare a crescere i livelli occupazionali».

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